26 ago 2010

The Very Best Of Cat Stevens

Oggi vorrei parlare di Cat Stevens un grandissimo artista che ha lasciato sicuramente un’impronta indelebile nel campo della musica internazionale e che dalla fine degli anni ’70 ha deciso di lasciare tutto,successo,soldi,popolarità per dedicarsi alla religione musulmana con il nome di Yusuf Islam,come una specie di missione per un ringraziamento al suo Dio per averlo salvato da una situazione difficilissima,una situazione di vita o di morte;e mai in questi anni ci ha ripensato, essendo fedele a questa sua nuova via, se non per poche apparizioni e canzoni di propaganda religiosa o, come è successo durante la guerra all’Iraq, per inneggiare e propagandare la sua voglia di un mondo senza guerre.

Recensire alcune sue canzoni mi sembra una cosa dovuta ad un grande artista per farlo conoscere meglio,anche se...sentendo i suoi pezzi vi renderete conto che sono conosciutissimi "anche per i più giovani" cmq per fare questo ho preso in considerazione un CD con il suo meglio,e più precisamente un CD del 1990 “The very best of Cat Stevens” e che contiene 18 canzoni tra le più significative della sua produzione.
Prima di cominciare però una premessa doverosa:quando parlo di Cat Stevens e delle sue canzoni sono particolarmente caldo e passionale perché le sue canzoni mi danno da sempre un’emozione intensa e particolare,lanciandomi con la loro bellissima atmosfera in un mondo particolare fatto di voli in spazi aperti e di sogni.
Così come è particolare la sua musica,sonorità miste che rendono le sue canzoni assolutamente immortali e in ogni caso da ascoltare: un po’ di pop, un po’ di country,un po’ di rock con qualche spunto di musica etnica uniti a testi sempre molto attenti alle problematiche del periodo e del suo essere profondo e religioso.

Cercherò di essere breve nel presentarvi le canzoni di quest’album, tranne poche eccezioni,perché sono tante e rischierei di non terminare più,cmq più della spiegazione sicuramente servirà che voi,se volete,le ascoltiate perché solo ascoltandole si può penetrare meglio nella grande musicalità di questo artista.
la prima traccia “Where do the children play” inserita originariamente nell’album “Tea for the Tillerman” del 1970, una canzone dolce e tenera dedicata al mondo che stava cambiando, mondo che con la sua tecnologia non dava più spazio all’infanzia:“Io so abbiamo percorso una lunga strada, stiamo cambiando giorno dopo giorno,ma dimmi,dove giocano i bambini???”dalle parole del ritornello potete capire la sua dolce preoccupazione, una preoccupazione purtroppo divenuta realtà.

poi un'altro capolavoro “Wild World” quante cover ne saranno state tirate fuori nel corso degli anni?A memoria nei ricordo solo cinque o sei nell’ultimo decennio.
È una canzone straordinaria,è semplicemente perfetta,una vera emozione in musica.
proveniente dallo stesso album della precedente e segue la stessa problematica questa volta con gli occhi di un padre che vede la propria figlia crescere e diventare indipendente:
“...Ma se vuoi andare fai bene attenzione, spero che hai cose belle da indossare, ma dopo molte cose sembreranno tristi laggiù, Oh Baby è un mondo selvaggio, è difficile farcela con un sorriso...”

poi “Tuesday’s dead” dal successivo album del 1972 “Teaser on the Firecat”,“Lady d’Arbanville” dall’album del 1969 “Mona Bone Jakon” che è stato anche colonna sonora di quel delicatissimo e delizioso film cult che fu “Harold e Maude”,una canzone questa che si avvicina molto al folk con un misto di pianoforte (con lui alle tastiere),chitarra e flauto. “The first cut is the deepest” una canzone che conosco poco e rispetto alle altre mi piace meno, fa parte del suo secondo album “New Masters” del 1968 quando ancora per farsi conoscere Cat Stevens dovette sottostare a compromessi e perciò essere più commerciale.
“Oh very Young” che è inserita nell’album “Buddha and the chocolate box” del 1974 e che comincia a dimostrare la sua voglia di spaziare attraverso le religioni e la spiritualità.“Rubylove” da “Teaser on the firecat”,una canzone d’amore dolcissima, tutta chitarra, voce e cori dal bellissimo sapore mediterraneo, ascoltandola ci si immagina di trovarsi sdraiati in una meravigliosa spiaggia di un isola greca a prendere il sole e a guardare il mare.
“Morning has broken”,questa è la canzone con cui ho conosciuto musicalmente Cat Stevens una melodia intensa,tutta piano e chitarra e al testo poetico che guarda al risveglio della natura con una dolcezza infinita.

“Matthew & son” canzone che dà il titolo al suo primo album del 1967,e poi la famosissima “Father and son” da “Tea for the Tillerman” è un pezzo straordinario, capace di commuovermi ogni semplice volta che l’ascolto.Ha un testo che mi si imprime nella mente,come l’aria nei polmoni di un’essenzialità semplice e di un’importanza direi indispensabile.
Mi farebbe spendere parole fino alla fine dei tempi,cercando di tradurre le emozioni in qualche cosa di verbale e senza tuttavia riuscirci è un’altra canzone sulla problematica adulti/ragazzi, questa volta è un bellissimo dialogo tra un padre saggio e un figlio voglioso di conoscere la vita:
“Non è tempo di cambiare...c’è ancora tanto da superare...per te il domani sarà ancora qui i tuoi sogni forse no”, “ ...E’ sempre la stessa storia, quando voglio parlare mi dicono di ascoltare...ora c’è un modo devo andare via...”
e la musica segue passo passo , cadenzata, questa alternanza di frasi dialogate.
“Can’t keep it in” dall’album “Catch Bull at four” del 1972, album dalla musicalità più aggressiva e forte e che per questa ricerca musicale diversa da parte di Cat Stevens è forse meno poetico, ma non certo meno bello da ascoltare.
“Hard Headed woman”, da “Tea for the tillerman”,una vera e propria serenata ritmata verso una donna,è una delle canzoni di Cat Stevens dedicate alle sue esplorazioni nel sentimento dell’amore.
“Remember the Days of the old Schoolyard” tratta da uno dei suoi ultimi album prima del ritiro, quel “Izitso” che non ha avuto molto successo forse perché non all’altezza dei suoi precedenti, musica abbastanza ritmata e in particolare questa canzone il ricordo dei tempi di scuola. I Love my Dog” da “Matthew and son” e che dimostra ancora di più l’infinita dolcezza di questo artista verso tutte le creature con un inno d’amore verso il suo cane.
“Another Saturday Night” tratto da “Saturnight” del 1974.
“Sad Lisa” da “Tea for the Tillerman in cui l’artista diventa quasi un pittore in musica facendo un meraviglioso e delicato ritratto di una donna.
“Peace Train” da Teaser on the Firecat, canzone che termina questo meraviglioso album e non poteva essere una fine migliore con una canzone dedicata alla pace,la canzone che Cat Stevens ha ricantato ultimamente durante la guerra in Iraq e che raccoglie praticamente tutto il suo pensiero spirituale di pace e di unione, utopico forse ma vero e importante:
“Oh treno della pace vieni a portarmi a casa...avanza treno della pace, forza treno della pace...ho sorriso sognando un mondo unito, e lo credo possibile, un giorno lo sarà di sicuro...”
la musica è incalzante, allegra, ritmata come l’incedere di un treno, un treno che speriamo prima o poi fermi in tutte le stazioni!!!

Perdonatemi per la lunghezza dello scritto ma Cat Stevens mi rapisce a tal punto che non sono riuscito ad essere più sintetico,la sua musica mi da talmente tante emozioni che è difficile renderle scrivendo,spero di esserci riuscito e spero di aver risvegliato il suo ricordo in chi conosce già la sua musica ma soprattutto di averlo fatto conoscere a chi purtroppo non ha avuto la fortuna di ascoltarlo,se ci sono riuscito,bè ne sarei profondamente felice.

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