7 lug 2010
L'anima (Claudio Pompi)
Lo faccio ogni tanto, ad ogni tormento
raggiungere il mare in giorni d’inverno.
In giornate senza sole e piene di vento,
onde che si schiantano sul molo e gridano.
Avvolto nel mio giaccone, bavero alzato,
seduto in quel bar davanti a quel mare,
dietro una vetrata e vedere le onde, alte,
dirompenti,quasi volessero rapirmi…
trascinarmi in quel mare che ho scordato.
Lo faccio ogni tanto, quando la vita
non mi basta,quando questa…vita non è.
Lo faccio quando non ho più voglia
di morire ogni giorno di più.
Quando non ho più voglia di parlare,
quando ho voglia di ascoltarmi.
Guardo le onde senza occhi di sfida,
da dietro la vetrata e gocce di mare
colano come lacrime del passato.
Dal passato giunge il grido delle onde,
il mio presente è tutto in quel grido,
quel che io sono è un onda che muore,
imponente e maestosa, terribilmente
bella prima di schiantarsi sul molo.
Torna distrutta al mare senza di me,
non sa che l’anima mia da tempo è sua.
Claudio Pompi
Questa poesia mi ricorda una canzone di Enrico Ruggeri
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento