29 giu 2010

LA VETTA


Ho scalato la montagna della vita
con le sue impervie pareti,
le ricadute rovinose
i dolori sanguinanti del cuore,
il freddo degli addii e i tormenti
dell’anima inquieta.
Le mani ferite e dolenti
a stringere i sogni da inseguire
che poi sfuggivano alla presa.
Ho scalato la montagna dei miei pensieri
in compagnia dei silenzi
e con loro dormivo
Ho scalato la montagna dei rimpianti
senza  guadare in basso
nei baratri del passato
la paura della malinconia
e dei fantasmi da evitare
come una vertigine mortale.
Ho scalato la montagna del tempo
con i venti a sferzare il mio volto
a cambiarlo, a non riconoscerlo
negli specchi  di laghi gelati
delle stagioni dell’uomo.
Domandarmi  se quello ero io
o il ricordo di me stesso
Ho scalato la montagna dei dubbi
cercando nell’ eco la voce di Dio.
Ho scalato la montagna dell’amore
rimanendo immobile e senza respiro
ad ogni primo bacio, ad ogni sì.
Sulla vetta, ristretto spazio dove
posto non c’è per amori, dolori
rimpianti, ambizioni, speranze
dove illusioni non esistono più
dove mentire a se  stessi non serve
per continuare a vivere perché limpido
intorno e sopra me è il cielo delle verità…
aspetto un angelo o un demone

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