22 mag 2010

Karl Guillen -Io nn parlo


(io non parlo)
Non temo l’uomo,
ma quello che lui diventa.
Non temo la morte,
ma la perdita del sole di ogni giorno.
Non temo la minaccia della guerra,
ma ciò che la guerra farà di me.
Non temo la nebbia che offusca,
ma che io non possa essere capace di vedere.
Non temo le forze maligne,
ma che gli angeli possano sparire.
E’ troppo dentro di me ciò che io recepisco
per conoscere esattamente quello che temo.
Temo le tue parole, le tue promesse,
ma mi beo del loro significato.
Temo il tuo luminoso viso prigioniero,
ma non le immagini che vedo.
Temo di amare e sperare
nei sogni e altro.
Temo di conoscerti e amarti
e non sentire mai un tocco gentile.

2 commenti:

ANAM ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
ANAM ha detto...

Karl è un uomo Statunitense di 42 anni che è stato detenuto in carcere di Florence(arizona)ingiustamente,per fortuna è riuscito a sfuggire al braccio della morte,in carcere a scritto un libro "il tritacarne"contro il sistema carcerario americano...infatti hanno spezzato le dita della mano destra di Karl Louis Guillen per impedirgli di scrivere questo libro. Per un anno e mezzo la direzione dello stesso Istituto gli ha sequestrato la macchina da scrivere. Per tre lunghi anni appunti e manoscritti sono stati puntualmente distrutti nel corso di innumerevoli perquisizioni arbitrarie e condotte con metodi assolutamente illegali.
Guillen, murato vivo in una sezione di isolamento, e' riuscito ugualmente a terminare il dattiloscritto e a farlo uscire dal carcere.
Il tritacarne del titolo e' il sistema giudiziario dell’Arizona, stato del sud arretrato e reazionario, privo della benche' minima cultura giuridica.
Guillen lo analizza in tutti i suoi aspetti e svela gli scandalosi meccanismi economici che lo regolano. In Arizona (e in molti altri stati) la giustizia e' un grande business. Politici, poliziotti e giudici si danno un gran daffare per procurare uomini e donne per la grande fabbrica della prigione. Ovviamente non si tratta di persone in grado di pagarsi un avvocato decente ma appartenenti a ceti marginali o minoranze etniche come l’indigente mezzosangue Cherokee Karl Louis Guillen. Il sistema investigativo-processuale si basa quasi esclusivamente sulla concessione di benefici ai collaboratori in grado di accusare altre persone.
Su queste premesse Guillen e' stato condannato a una lunga pena detentiva per le dichiarazioni di un pluripregiudicato che lo ha accusato di “aver pensato di commettere un crimine”. I reati che hanno portato Guillen in carcere sono semplicemente inesistenti. Ma se Guillen ha rischiato la pena di morte e' per essersi sottratto alla logica della delazione e per aver sfidato il sistema giudiziario dell’Arizona cercando di far valere i propri diritti alla difesa. Guillen e' stato accusato di aver ucciso un detenuto il 15 agosto del ‘93 nella sala mensa durante una rissa. In realta' e' vittima di una trappola organizzata dall’Unita' Speciale d’Intervento, sezione informazione e sicurezza, vale a dire la struttura che si occupa della rete di spie all’interno dei carceri.
Il suo libro e' un atto d’accusa preciso, circonstanziato e di grande valore probatorio per difendere la causa di Karl Louis Guillen. Un uomo coraggioso, con un grande senso della solidarieta', a cui sono negati da anni i piu' elementari diritti umani.