27 mar 2012

Le leggi del capitalismo sono sempre le stesse!!!

Le leggi del capitalismo sono sempre le stesse, come anche l’antidoto.Il capitalismo sfrenato cambia continuamente volto,oggi non si presenta più con ferocia e rivoluzioni sanguinarie,guerre fratricide, ma si mimetizza in ogni stato,fino a diventare invisibile quando diventa legislatore usuraio delle risorse di ogni paese con leggi confuse,nascoste e non poco eque per le nuove generazioni e per le persone impossibilitate a capire questi labirinti tecnici.Chiamiamolo debito pubblico,spread,speculazione finanziaria,ma cambia poco.Le manovre economiche sono l’arma degli stati per depredare i popoli, lo strumento per arricchire banchieri e finanzieri anonimi... Se penso a questa riforma del lavoro e a quanto ci avevano visto bene i nostri padri costituenti quando stilarono la Costituzione.Infatti da persone intelligenti sapevano ciò che le classi dirigenti avrebbero potuto fare contro i lavoratori e tutti i cittadini  si adoperarono per difenderli dagli abusi che il potere esercita sui deboli.
Da persone oneste quali erano, posero al primo posto proprio il lavoro,onde impedire a chi sarebbe venuto dopo, di sottomettere la parte più debole della società. Ora arrivano i tecnici muniti di piccone per demolirla e favorire le caste a cui appartengono,in modo da riprendere il sopravvento.Sottomettere i lavoratori, ricattarli e impedirgli di accampare diritti è la legge infame dei potenti di ogni epoca, ma mai come oggi questa immoralità viene condivisa persino da chi dovrebbe combatterla come un capo di governo, che ha il DOVERE di essere imparziale.E’ una logica assassina quella di produrre il massimo spendendo il minimo! Chi se ne frega se i lavoratori con lo stipendio non sono in grado nemmeno di sfamarsi, chi se ne frega se vengono licenziati quando non stanno bene o sono avanti con gli anni, chi se ne fotte se dopo averli spremuti non sono più in grado di dare il massimo e si ammazzano o se i piccoli imprenditori chiudono. Che bella gente abbiamo messo a governarci!


 La pietà(Massimo Gramellini)
Un vecchio alla sbarra con le guance scavate, il sondino nel naso e la voce che si rompe mentre chiede scusa. So che dovrei commuovermi, ma non ci riesco. All’immagine di Calisto Tanzi in disgrazia si sovrappone quella del padre di un mio amico: un brav’uomo, un geometra in pensione che aveva investito in azioni Parmalat i risparmi di tutta una vita e ha finito i suoi giorni travolto dai sensi di colpa, senza più un euro da lasciare ai suoi figli.Il vecchio col sondino nel naso si pente per aver agito, e truffato, «in stato di esaltazione». Noi umani possiamo compatirlo e alcune delle sue vittime riusciranno addirittura a perdonarlo.
Ma la società - la legge - non può fargli sconti, perché ogni causa ha un effetto e nessun pentimento è in grado di affievolire quel nesso. Tanzi l’Esaltato ha messo sul lastrico migliaia di persone, ingannandole per sfamare il demone della sua avidità. Tanzi il Pentito può anche pareggiare i conti con se stesso, ma per pareggiarli con gli uomini dovrà portare a termine la nuova missione: trasformare il suo amaro declino in uno spauracchio per tutti quei finanzieri «esaltati» che dietro i loro traffici non sanno più scorgere la faccia di un geometra in pensione.



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