18 gen 2012

Non abbiamo bisogno di "EROI"......

La tragedia della Costa Concordia che occupa da giorni le prime pagine dei quotidiani e l'attenzione di tutti noi ripropone ancora una volta l'eterna lotta tra i buoni e i cattivi fra gli eroi e i codardi in una drammatizzazione tutta italiana di questo naufragio.Come purtroppo spesso accade in questo paese il termine eroe viene usato a sproposito per appagare forse il nostro bisogno di riferimenti e modelli positivi in una realtà che ha perso valori e significati.Lo dicevo giorni fa parlando del giocatore del Gubbio calcio che a denunciato le combine del calcio scommesse...(QUI)Quindi è sbagliato definire De Falco eroe,ha fatto semplicemente il suo dovere,perchè così si rischia di “certificare” come eroici i comportamenti normali.Così finiremmo a chiamare eroi gli automobilisti che si fermano a soccorrerti dopo averti investito,chi ti accompagna all’ospedale se ti senti male per la strada invece di passarti vicino come se fossi invisibile,chi ti riporta il portafoglio se lo perdi ecc…
Gli eroi sono coloro che a sprezzo del loro benessere fisico,spesso la vita,aiutano chi ha bisogno,e lo fanno consapevolmente o inconsapevolmente,spinti da uno spirito interiore che appunto è quello degli eroi.Quindi noi non abbiamo bisogno di questi eroi  ma abbiamo estremo bisogno di Uomini normali di Comandanti che abbiano la consapevolezza del proprio ruolo e sappiano assumersi le loro responsabilità..Forse bisognerebbe approfondire altri aspetti,io nel mio commento su facebook ho cercato di sintetizzare con queste parole:facebook:La tragedia del Giglio è la più perfetta delle metafore italiane.Onnipotenti al comando che si rivelano codardi incapaci. Dell'equipaggio sbarcano in molti prima di soccorrere. Avranno in premio la vita. Chi resta ad aiutare viene accusato di negligenza. Muoiono i turisti. Ma soprattutto muoiono gli ultimi dell'equipaggio. Gli schiavi. Quelli che lavorano sotto il livello del mare. E mentre la barca è in equilibrio su tre speroni di roccia, ecco giovedì la mareggiata che la inabisserà. Schettino starebbe bene in parlamento.
Inoltre vedo che siamo tutti bravi a commentare e criticare Schettino,ma non ci rendiamo conto che in Italia di gente come Schettino ce ne sono a migliaia!!Non erano Schettino coloro che ridevano dopo un terremoto?Gli Scilipoti,i Cosentino che nonostante accuse gravi e circostanziate e certificate non si sono mai voluti dimettere?Non erano Schettino i contorcimenti alla Ghedini sull’utilizzatore finale?I Di Girolamo tenuti per le palle dalla ‘ndrangheta,quelli che Mangano era un eroe,i Bossi i Trota e le Minetti,i tg dei minzolini che buttavano a mare le notizie,gli alti ufficiali della tv spazzatura, la P3,la P4,i Piscicelli che pagavano i soggiorni nei resort più esclusivi a Malinconico,i proprietari del Salaria Village che offrivano massaggi brasiliani a Bertolaso,le cricche,i primari del Santa Rita a Milano,i La Russa che usavano l'elicottero per andare a vedere la partita,i Penati del sistema sommerso di Sesto che non si dimettono e vengono promossi commissari per indagare sull'inabissamento del San Raffaele,i D'Alema degli attici in pieno centro di Roma a 100 mila lire al mese,i Mastella che usavano gli aerei di Stato per andare al gran premio di Monza e i Calderoli per affari di famiglia,i negozianti di Cortina che non ti fanno lo scontrino,i Saccà che dimenticano di comandare la tv pubblica e fanno l’inchino al capo del Governo,ma anche tutti quelli che saltano la fila,che ti dicono “100 con fattura, 80 senza”,e tutti quelli che rispondono “va bene 80”..
Non è come Schettino Sergio Ortelli, sindaco dell'Isola del Giglio,che il 14 agosto scorso scriveva: "Egregio Comandante Massimo Calisto Garbarino, dopo l'incredibile spettacolo di ieri sera, con il passaggio della supernave Concordia davanti a Giglio Porto, non potevo esimermi dall'inviarLe un messaggio di compiacimento [...] Grazie all'intercessione dell'amico carissimo Mario Palombo [...] abbiamo assistito ad uno spettacolo unico nel suo genere, diventato un'irrinunciabile tradizione di cui ne sono onorato e per questo motivo mi faccio inteprete di ringraziamento personale a Lei ed al suo equipaggio pregandola estendere la nostra riconoscenza anche alla Costa Crociere che oramai da anni premia in questo modo un'isola tra le più belle del panorama insulare nazionale".
Vada a bordo,cazzo. (E il gioco è fatto)Rita Pani
Il capitano è già a casa, scrivono i giornali questa mattina. Agli arresti domiciliari, è arrivato al suo paese nottetempo, criticato ma protetto dalla cittadinanza che ora teme il circo mediatico, in questo paese di panem et circenses.Quel che resterà di questa storia, quando tutte le telecamere saranno spente, temo sarà quella frase disperata: "Vada a bordo, cazzo!" che da ieri gira, e si annuncia già come il "tormentone" dell'anno. Finirà, immagino, dopo che un po' di bare allineate saranno benedette tutte insieme, in diretta TV, così come si usa fare quando la morte fa spettacolo, e aiuta la sopravvivenza dei vivi. Sappiamo tutto ormai di quella nave, e di quella crociera. Tutto il visibile è stato visto, le persone allineate come formichine, le immagini sottomarine, l'inchino al capitano, la faccia da coglione del capitano, la sua codardia - ancora da decifrare - e altro sapremo in ore e ore di dirette televisive alla ricerca di uno scoop che ci tenga distanti dal resto e obnubilati.L'invisibile è quello che si dovrà dimenticare, di quella nave come troppe altre, che forse resterà inghiottita dal mare, e chissà, magari diventerà un altro reperto di archeologia sottomarina, che si potrà anche sfruttare negli anni a venire, quando finalmente avremo scordato i morti, la strage e tutte le altre anomalie.

L'invisibile è comprendere finalmente che le crociere Costa sono diventate accessibili a quasi tutti, anche a coloro che vogliono fingere di essere un po' ricchi comprando pacchetti offerta sul modello "low cost", perché come tutte le altre aziende che si rispettino, c'erano a bordo le maestranze extracomunitarie, quelle invisibili anche loro, che muovendosi con discrezione pulivano cessi o preparavano pietanze della tradizione italiana, in cucina. Lo si evince dai nomi dei dispersi, e c'è da gioire del fatto che forse, almeno per una volta, essendo sulla lista dei dispersi, son diventati persone anche loro, che se non fossero morti non ce li saremo mai nemmeno immaginati.Poi, come per ogni tragedia che si rispetti, ecco nascere gli eroi. Anche di quelli sentiamo un bisogno disperato. Di solito sono uomini (quasi mai donne) che non hanno fatto nulla di più che il loro dovere; ma anche questo, ormai, fa parte delle eccezioni in questo paese al contrario, dove è speciale quello che dovrebbe essere normale.E così un'altra tragedia è giunta in soccorso di questo paese che come la Concordia, affonda lentamente, piegandosi su sé stesso sulle proteste che non trovano spazio sotto il tendone del circo mediatico, e non attecchiscono, non coinvolgono e non contagiano. "Vada a bordo, cazzo!" è più simpatico di uno slogan lanciato in Sicilia, forcone in mano, e senza dubbio più sensato dei cartelli dei taxisti romani, che hanno paura di "Questo governo comunista".Ci sarà solo da aspettare per vedere tutti i numeri del gradimento popolare, soprattutto quando finalmente il comandante codardo siederà al banco degli imputati, nel processo che ci sarà. Per assistere a quello dell'omicidio Scazzi, per entrare a teatro si fanno due ore di fila, chissà come andrà per Schettino!
Rita Pani (APOLIDE)

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