Non è certo con mille o millecinquecento euro che si possono comperare kamikaze o evadere il fisco avendolo pagato prima di riscuoterlo e dunque? Qual’è lo scopo che si prefigge questa classe di lupi che ci governa, se non tenere sotto controllo ogni nostra azione? A noi è vietato anche sapere la verità su chi sono i mandanti delle stragi ed essi vogliono sapere anche se mangiamo prociutto o mortadella.Una volta lo stipendio veniva pagato in contanti senza l’intermediazione delle banche e ora vogliono addirittura centellinarcelo, è folle! Ma c'è un motivo,infatti il Governo dei banchieri di Monti è stato fatto assurgere al trono dell'Italia con l'intento ben preciso di utilizzare il bel paese per un esperimento mai tentato prima nella storia economica ..Ovvero il tentativo è quello di far sparire a poco a poco il denaro contante costringendo la gente ad usare quello virtuale del bancomat e delle carte di credito... ma cosa comporterebbe tutto ciò?
Semplice i soldi non sarebbero più nel pieno possesso di chi ne è titolare ma sarebbero sotto il controllo discrezionale della banche che potrebbe decidere in perfetta autonomia di concederli o meno al titolare..L'Italia sarebbe stata scelta come paese pilota per tentare questo esperimento finanziario che in caso di successo sarebbe presto esteso anche agli altri paesi occidentali..C'è solo un modo che i cittadini hanno per sottrarsi a questo gioco perverso che li vedrebbe sicuramente perdenti ed è quello di abituarsi a vivere senza moneta ritornando magari al baratto e ad una solidarietà dei consumi di cui si è persa memoria nella comunità contadina.Ritornare ad un modo di vita semplice e autentico rinnegando tutti gli obbrobri che il consumismo sfrenato hai instillato nelle nostre menti,imparando a fare delle rinunce con la consapevolezza che questo ci rende liberi e preserva la nostra dignità individuale..
E davanti a un popolo alla fame,ci sarà un altro che accumulerà ancora più soldi,si chiama "Chiesa"(in questo natale evitate di fare offerte alla chiesa,ma fate beneficenza a qualche associazione,tipo Emergency) ..Nel nome di quel povero Cristo sono state compiute nel tempo atrocità e rapine,sono stati i primi a chiamare sante le guerre,i nostri politici sono arrivati dopo a definirle "missione di pace". La confessione è servita nei secoli per conoscere l'animo umano e quindi agire di conseguenza senza far ricorso ai microcip.Si accordavano con i governi dei paesi che si susseguivano nei secoli, per dividere insieme il bottino,con lo sfruttamento umano e mentre i governi usavano la forza per sottometterli alla schiavitù di lavori indegni,essi (più raffinati) li convincevano ad accettare soprusi e violenze facendo leva sulla fede e l'ignoranza.Convincendo le masse che staranno bene nell'altro mondo consente ad essi di stare bene in questo mondo.Predicano la povertà quasi fosse un privilegio per aprire le porte del paradiso e la gente non si chiede che se fosse davvero così nessun papa, vescovo o cardinale potrebbe mai entrare nel regno dei cieli per la vita ricca di privilegi di cui si circondano.Tre quarti di mondo muore di fame mentre essi gestiscono ricchezze tali, che se usate come i Vangeli insegnano, sfamerebbero l'intero pianeta.Della parola di Cristo ne hanno fatto un commercio. Ci dicono che la Chiesa è la casa del Padre, ma come può un povero miserabile sentirsi a casa di suo padre in quelle ricche cattedrali, quando lui non ha neppure un tetto per ripararsi?
Arriva la favola del Natale, e la racconta la Ministra Fornero. Ma la favola ha i verbi falsati dal condizionale, che tutto lascia appeso, proprio come le palle, proprio come a Natale."Servirebbe aumentare i salari" raccontò la Fornero senza nemmeno una lacrima, e invero nemmeno un sorriso...Ma non si capisce più, cosa sia favola e cosa sia storia, cosa sia vero e cosa no.Perché arriva Natale, e le notizie sono contrastanti, al punto che non si comprende più se sia doveroso alzare i salari o aumentare l'orario di apertura di Tiffany, giacché, raccontano i giornali, la gente sosta per ore in fila, a Roma come a Milano, per "fare un tuffo" nel lusso per dimenticare.
E comunque vengono descritti i visi soddisfatti per il sacrificio fatto, stando in piedi per strada, col vento gelido che arriva da nord. Tutti escono con quel pacchetto dal verde azzurro inconfondibile, e -scrivono - tutte si sentono un po' Audrey Hepburn. In fondo, conclude l'articolista, almeno a Natale si possono spendere duecento euro "tutti per noi" anche per dimenticare, indossando poi il ciondolo d'argento appena conquistato.Ecco magari con un salario più alto, il direttore di Tiffany a Roma come a Milano, non avrebbe lamentato il vuoto intorno ai banchetti delle pietre preziose, quelle che restano là solo come terapia - guardare ma non toccare - per far dimenticare, e per continuare comunque a sognare.è la favola di Natale, quella che in questi giorni bisogna a tutti i costi raccontare, al ptunto che altre parole appaiono e scappano via, come se non fosse consentito disturbare.Emergency per esempio, ne racconta un'altra.Di ospedali nati per dare soccorso ai migranti extracomunitari, ai clandestini sfruttati e dimenticati che in Italia non ha accesso ai servizi sanitari Ma le strutture di Emergency di giorno in giorno si riempiono di italiani che forse hanno finito proprio tutto, persino la capacità di sognare o di dimenticare.Buffo però! Una volta erano più bravi in Grecia a raccontare le favole; è quel popolo a vantare il possesso della tradizione con Esopo, ma ora siamo noi quelli più bravi e abbiamo avuto persino un tizio che ce le ha raccontate per quasi vent'anni, tutte buffe e divertenti sebbene quasi tutte uguali, e con un finale scontato che faceva all'incirca così: "La crisi è passata! W la figa!"Ora in Grecia preferiscono i racconti neorealisti, quelli che narrano di un popolo impegnato a sopravvivere, a fare i conti con la criminalità dilagante, che al Natale non ha tempo nemmeno il tempo di pensare. Dicono di giovani che odiano il proprio paese e che se ne vorrebbero andare.Sì, è proprio buffo, perché il neorealismo l'abbiamo inventato noi.
Rita Pani (APOLIDE)
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