27 ott 2011

Se la gente perde il lavoro,i consumi chi li sostiene?

Finora abbiamo capito che la colpa della crisi italiana è dei lavoratori,di quelli che oggi rischiano il posto di lavoro e quelli che vanno in pensione dopo una vita di lavoro,sovente duro,e che hanno pagato contributi previdenziali per tutta la vita lavorativa..Abbiamo capito che senz'altro la colpa non è di politici e governanti incapaci..Abbiamo capito che la colpa non è degli evasori fiscali incalliti e dei loro consulenti che li aiutano e di coloro che infrangono sistematicamente la legge salvo poi far eleggere i propri avvocati in Parlamento.Quanti avvocati siedono in Parlamento e svolgono anche l'attività professionale? Si dirà che non è proibito dalla legge. Certo, sono loro che fanno le leggi.Abbiamo capito che la colpa non è dei corruttori (magari di testimoni,di parlamentari e quant'altro)e dei concussori. La colpa non è di coloro che approvano condoni ed agevolano le organizzazioni malavitose a far rientrare dall'estero i capitali per investire e rubare le aziende agli imprenditori onesti in difficoltà. La colpa non è di coloro che esportano capitali illeggittimamente.E si potrebbe continuare  all'infinito.E allora mi chiedo che paese è mai questo dove si ragiona solo in termini di soldi ritenendo di poter sacrificare in nome del profitto di pochi,che accumulano miliardi,evadendo o eludendo le tasse e vivendo da nababbi,i diritti dei poveri dipendenti che stentano a sopravvivere con il misero stipendio che percepiscono?
E credete (come qualcuno ha detto) che il licenziamento facile sia veramente l'deale per premiare il merito piuttosto che uno strumento in mano a gente priva di scrupoli per sopraffare e vessare i dipendenti? e se anche così fosse dei non meritevoli (ma chi li giudica tali?) cosa ne facciamo? li sproniamo a dedicarsi ad attività illecite per sopravvivere?Lo capiamo che così la percentuale dei disoccupati aumenterà? Se la gente perde il lavoro, i consumi chi li sostiene?Chi programmerà più il suo futuro?Le nuove generazioni saranno tagliate fuori: chi formerà una famiglia, penserà a far figli, farà un mutuo per una casa ecc.?E le vecchie generazioni  che già devono contribuire a mantener figli e nipoti  non potranno reggere a lungo. Questo è sviluppo? Certo, con meno lavoratori, le aziende potranno inizialmente giovarsi della relativa riduzione dei costi del lavoro,ma poi per chi produrranno le loro merci, se il mercato sarà in continua depressione? Il lavoratore licenziato non è certo un gran consumatore, di nulla. O forse solo di antidepressivi.
Magari però essendo stato buttato fuori per la crisi, potrebbe impiegare il tempo libero che gli resta dopo aver cercato invano un altro lavoro, a rifarsela con chi la crisi l’ha negata fino all’inverosimile (perché a lui le cose andavano bene!?) ed indignarsi, ma nel merito e a viso scoperto e con nome, cognome, posto di licenziamento scritti davanti, insieme ad altri come lui. E cosa si otterrebbe? Una situazione sociale incandescente, e difficilmente gestibile. (ricordarsi che, al contrario, la pace sociale è uno degli elementi per lo sviluppo)un Decreto sviluppo deve contenere riduzione di spese inutili e gravanti sul bilancio dello Stato, ma ciò non deve deprimere ulteriormente il già depresso il potere d’acquisto dei cittadini; incentivare i consumi e non mortificarli, è il primo passo per uscire da una crisi economica. Infine, se si chiedono sacrifici ai cittadini, come l’aumento dell’età pensionabile ecc. li si ricompensi con aiuti sociali e incentivi al lavoro dei giovani. E’ bene ricordare che In Italia i senza lavoro fra i 25 e i 34 anni sono 2 milioni, un numero che ci fa guadagnare il I posto negativo in Europa per il piu' alto tasso di disoccupazione giovanile: 25,9% contro il 15,7% della media Ue. E con tutto questo, cosa si fa? Si facilita il licenziamento dei lavoratori a tempo indeterminato. Vogliamo dunque arrivare primi anche nella classifica della disoccupazione di ogni età? E’ chi la rialza poi questa povera nazione?
"La caduta dell'Italia"(Da Repubblica)Il Times su Berlusconi“L’Italia farebbe bene a disfarsi di lui”, scrive il giornale inglese. "La sua incapacità di governare la terza maggiore economia d’Europa ha distrutto la sua credibilità politica e ora pone una minaccia esistenziale a tutti i partner dell’Italia nell’eurozona”
LONDRA – “La caduta dell’Italia”. Si intitola così, senza mezzi termini,l’editoriale che apre la pagina dei commenti di oggi del Times di Londra. E così come il Financial Times qualche giorno or sono, ora anche un altro tra i più autorevoli quotidiani britannici e d’Europa descrive una situazione sempre più allarmante per il nostro paese, con conseguenze pericolose per tutta l’eurozona, suggerendo una soluzione urgente: le dimissioni immediate di Silvio Berlusconi.“L’Italia farebbe bene a disfarsi di Berlusconi”, comincia l’editoriale non firmato, dunque espressione della direzione del giornale. “Non sono semplicemente delle sue avventure sessuali, dell’ombra della corruzione e della volgarità dei suoi commenti machisti, ad avere fatto perdere la pazienza ai suoi compatrioti. E’ la sua totale incapacità, dopo un totale di otto anni al potere, di riformare il corpo politico e mantenere le promesse. La sua incapacità di governare la terza maggiore economia d’Europa ha distrutto la sua credibilità politica e ora pone una minaccia esistenziale a tutti i partner dell’Italia nell’eurozona

Il Times ricorda i sorrisini di scherno scambiati tra la Merkel e Sarkozy al summit della Ue a proposito dell’impegno di Berlusconi per rimettere in ordine il suo paese: “Quegli sguardi dicono tutto. L’Europa non ne può più di questo pagliaccesco primo ministro, la cui irresponsabilità e codardia politica hanno aggravato l’attuale crisi”. l’Italia, prosegue l’articolo, è oggi di conseguenza “sull’orlo del disastro finanziario, e se l’Italia non può essere salvata, non ci sarà salvezza nemmeno per ’euro”.L’editoriale
afferma che, senza l’accordo dell’ultimo minuto con Bossi, Berlusconi si sarebbe dovuto dimettere, il presidente Napolitano avrebbe potuto assegnare un incarico a un governo tecnico ad interim in grado di apparovare le urgenti misure necessarie all’Italia e all’Europa. Ma il compromesso tra Berlusconi e Bossi è la “soluzione peggiore”, continua il Times, perché la Banca Centrale Europea, senza un calendario di riforme di austerità, non potrà acquistare i titoli di stato italiani nella quantità necessaria a evitare una bancarotta a causa del debito. E gli italiani perderanno tempo con una elezione anticipata senza avere prima risolto i problemi più gravi.“Tutto viene rinviato da un primo ministro spaventato dalla reazione degli elettori”, conclude il Times. “Due mesi fa questo giornaler avvertì che l’irresponsabilità di Berlusconi stava trasformando un problema locale in un disastro d’emergenza. Quel disastro ha ora avvolto l’Italia e i suoi vicini. Il miglior servizio che il primo ministro italiano potrebbe rendere adesso al proprio paese è dimettersi immediatamente

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