Ovviamente l'autore sta sempre dalla parte di chi deve crescere e scegliere,e sceglie coraggiosamente la cosa giusta:quindi la madre che resta nella sua terra d'origine rispetto al padre che tenta un'emigrazione sospetta di fuga,i pescatori rudi ma buoni di fronte ai borghesi urbani,il mare e il sole limpidi in contrasto con le oscurità imputridite di una città corrotta, studenti-operai-muratori in rivolta contro borghesia e forze dell'ordine alleati nella repressione.Ma soprattutto il ragazzino,taciturno e serissimo,impegnato nella lettura e nelle parole crociate,che si sa opporre a tre bulletti sopraffatori lasciandosi malmenare brutalmente,ma rinunciando a denunciarli. E che si confronta con un'adolescente settentrionale in vacanza sulla stessa spiaggia,come lui impegnata e riflessiva,già consapevole di cosa è etico e cosa no,attenta all'uso delle parole ( e i dialoghi tra i due bambini hanno qualcosa di surreale e intellettualmente ricostruito:"L'amore ...non è una serenata al balcone, somiglia a una mareggiata di libeccio, strapazza il mare sopra, e sotto lo rimescola"). Un "amore pulcino" tra i due, che li fa crescere e li separa. Con squarci di descrizione lirica decisamente potenti, ma anche, come sempre nei libri di Erri".
Mi accosto attraverso la scrittura al me stesso di cinquant’anni fa, per un mio giubileo privato. L’età dei dieci non mi ha attirato a scrivere, finora. Non ho la folla interiore dell’infanzia né la scoperta fisica del corpo adolescente. A dieci si sta dentro un involucro che contiene ogni forma futura. Si guarda fuori da presunti adulti ma stretti in una taglia minima di scarpe.”(Erri De Luca)
Oltre a questo libro,voglio consigliare questo cortometraggio uscito in concomitanza con il romanzo,in questo racconta con le parole di Erri e le immagini del regista Andrea di Bari il rapporto tra l’uomo e la memoria, mediante un dialogo tra madre e figlio che rievoca un passato di guerre e sentimenti intensi.Solo per quel bisogno di «poter riacciuffare un pezzo del passato, costringerlo ad esserci di nuovo», come afferma lo scrittore stesso. Ecco la storia di Di là dal vetro raccontata da lo stesso Erri “Una notte in una casa di campagna un uomo si risveglia al suono di una sirena di allarme aereo. L’ha già sentita a Belgrado nella primavera del ’99, quando la città era bombardata dagli aerei partiti per l’Italia. Anche sua madre conosce la stessa sirena, che precedeva i bombardamenti su Napoli. Quella notte intorno al tavolo della cucina loro due si ritrovano a parlare di uova al tegamino e di guerre, di un cuore malandato e di un diario di viaggio con la copertina rossa. È una notte d’insonnia e d’intesa. Nell’alba seguente un vetro è sufficiente a separarli.”
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