25 lug 2011

Ci hanno fatto credere.....

Ci sono dei momenti in cui mi chiedo se forse sarebbe più semplice non dannarsi l'anima e andare allegramente a far parte di quella massa di tele-lobotomizzati che non si chiede il perchè delle cose e non vuole entrare nel minimo dettaglio.Tre decenni di TV rincretinente ha ucciso il senso critico del 90% delle persone,e questo include anche chi non vota l'attuale maggioranza...Piano piano ci hanno fatto credere che fosse il vero mondo,la realta', l'inconfutabile.Ci hanno convinto che consumare oltre le esigenze fosse cosa giusta.Ci hanno illuso che drogarsi di televisione fosse salutare o quantomeno innocuo.Ci hanno fatto credere e convinto che la politica fosse giusto farla con ballerine,presentatrici e attori di dubbia fama e spessore artistico..In una parola hanno fatto in modo, astutamente, di addormentare le nostre coscienze facendoci credere possibile l'impossibile.

Basti pensare a cio' che sta avvenendo nel mondo del lavoro,dove decenni di battaglie e lotte per strappare qualche diritto statuito nello Statuto dei Lavoratori,sono stati in breve tempo letteralmente smontati e vilmente calpestati.Un esempo su tutti lo scempio dei nuovi contratti Fiat ottenuti tramite un miserevole pseudo referendum con la pistola alla tempia!!!
Ricordo che c'era 20 anni fa un popolo partecipe alla vita politica di questo paese che aveva  sperato di cambiare alla radice l'intera classe dirigente e fare pulizia con "Mani pulite", ma queste cozze non furono staccate tutte e si sono riprodotte.L'Italia confidava in gente nuova e con l'incoscienza tutta italiana di fidarsi di chi parla bene e razzola male, concesse piena fiducia ad un imprenditore,che avrebbe dovuto tenere il più lontano possibile dagli affari di Stato, perché è noto che gli industriali si occupano esclusivamente delle proprie aziende.
Così abbiamo creato una nuova figura: IL RE DEL MALGOVERNO, che si circonda della peggiore feccia del Paese: faccendieri, mafiosi, ladri, traditori, puttane, imbroglioni, spergiuri, la cui abissale ignoranza permetteva al loro signore e padrone di manipolarli come marionette, certo della cieca obbedienza, visto che non sarebbero stati in grado neppure di lavorare ad una catena di montaggio. Le eccellenze italiane, i laureati con lode, i ricercatori, gli ingegneri, gli ecologisti, gli esperti di economia, umiliati e offesi nella dignità e costretti a lavori precari e mal pagati, abbandonavano il Paese. Così si buttano via i cervelli e si sostituiscono con le emorroidi.

Oggi il nostro Paese è il rovescio della civiltà, abbiamo parlamentari affiliati alle mafie, ministri che scalcitano come muli, nani che offendono la meglio gioventù, tutti che chiamano zecche chi contesta e che si vantano di farsi i caxxi propri,traditori che non si sentono italiani e il capo che li fa divertire con barzellette oscene. E' allora in questa epoca l'egoismo e l'egocentrismo sono diventati il sale di questo modo di vivere.E la colpa di noi tutti.Nessuno escluso.L'unica speranza restano soltanto i giovani che per anni abbiamo giudicato smidollati e "bamboccioni", (come li ha chiamati qualcuno)e che stanno invece dimostrando di avere un senso critico e civico per fortuna assai superiore al nostro mondo di cosiddetti adulti.Spero vivamente siano loro a darci una svegliata e a mostrarci la via per un ritorno alla normalita'.Non lasciamoli soli
Vorrei poterla scrivere a matita, la storia di questo periodo ammuffito, e poterla cancellare prima di mandarla a memoria, o prima che qualcuno incuriosito dall’assurdità degli accadimenti italioti, punti ancora il dito verso di noi per deriderci.Purtroppo questo non può accadere; la storia si scrive con l’inchiostro pesante dei fatti, spalmati sui giornali, strillati con quei titoli in grassetto che spesso sono le uniche due righe che si perde tempo a leggere. Ne ho trovato uno molto bello sul Corriere della Sera, che cito testualmente: “Ministeri del nord: alle pareti bossi e Alberto da Giussano”. Poi, sotto, “l’ira di Alemanno”.
C’è che l’altra notte ho percorso la Salerno Reggio Calabria, proprio tutta e ancora più su. Quasi nove ore di auto per tornare a casa, qua nel nuovo Regno di Guevinastan, dove io governo in modo totalitario – imperatrice unica - sulle mie gatte suddite, e c’è anche che nei giornali scritti con le zampe, vado a cercare quel che non sta scritto ma che pulsa tra le righe e che grida vendetta. C’è che sono nata in terra d’oltre mare, quella dimenticata e che vive d’estate sugli stessi giornali che pagano profumatamente qualcuno per farci sapere che i vip, al mare, usano la crema solare, e ci si spalmano le tette, le chiappe e le facce – che a volte si ha problemi a distinguere tra le une e le altre. C’è che essere del sud, e persino amarlo, non dà molto piacere ma tormento per quello stato di abbandono e miseria, morale e materiale al quale dimostriamo d’essere abituati se non arresi.Allora, arrivando fresca dalla Calabria, col cuore ancora molto pieno di sole e di volti, di sporcizia ed erba secca, di bellezze naturali violentate – se non uccise – memore della fatica che qualcuno fa per conservare il poco rimasto, mentre c’è chi ancora distrugge col fuoco o col cemento, o della ricchezza che appare volgare negli abiti sfarzosi esposti nelle vetrine accanto ad altri negozi di generi alimentari chiusi per fame e carestia, mi domando il senso della nostra immobilità e del nostro nichilismo. E lo ritrovo in altre notizie appena sospirate, scritte per dovere con la speranza che nessuno le legga davvero.La soluzione – leggo – potrebbe essere quella di portare anche il PD al governo, sempre che si sia disposti ad accettare un premier leghista. E lo ha detto il presidente della Camera. E leggo anche che una delegazione di insegnanti di Roma si sono recati in pellegrinaggio dai leader leghisti, preoccupati per l’invasione degli insegnanti del sud, che a Roma rubano i posti di lavoro ai romani. E le obiezioni di Alemanno, afflitto perché vede in crisi il sistema federalista che avrebbe previsto, invece, una maggiore autonomia delle Regioni. Tutto in neretto, proprio come fosse una cosa seria.
Allora c’è che a 150 anni da una farsa ne stiamo scrivendo una ancora più ignobile, di propaganda e populismo, di megalomania e malaffare, di ignoranza e stupidità. Una storia miserabile che si arrende a sé stessa. Purtroppo però, la storia non si scrive a matita, e un giorno ci sarà un bambino che col suo libro accanto la studierà;quella del “ministro” che si presentò davanti al popolo padano con un fascio di banconote in mano, per dire che le scrivanie brianzole erano state acquistate da lui, con i soldi del nord. Quello stesso giorno, fra trent’anni ancora, qualcuno partirà in auto da Reggio Calabria per tornare mesto a combattere il tempo di un cancro nel centro d’Italia e forse, facendo lo slalom tra catarifrangenti e cartelli di deviazione, incolonnato in interminabili file di auto e camion, si ricorderà di come un popolo di imbecilli, si convinse che per non farsi derubare bastasse affidare i propri averi ad un ladro.Quello stesso che trent’anni prima promise che in tre anni avrebbe finito l’autostrada del sud e sconfitto il cancro, e che di fatto non fece altro che devastare l’Italia e renderci impossibile persino curarsi.

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