22 giu 2011

FEDERICO GARCIA LORCA "Vacca"


Si accovacciò la vacca ferita.
Alberi e ruscelli s’arrampicavano sulle sue corna.
Il muso sanguinava nel cielo.
Il suo muso d’api,
sotto il baffo lento della bava.
Un urlo bianco alzò la mattina.
Le vacche morte e le vive,
rossore di luce o miele di stalla,
muggivano con gli occhi socchiusi.
Lo sappiano le radici
e quel bambino che affila il suo temperino
che ormai si possono mangiare la vacca.
In alto impallidiscono
lune e giugulari.
Quattro zampe tremano nel vento.
Lo sappia la luna
e questa notte di rocce gialle:
che ormai se n’è andata la vacca di cenere.
Che se n’andò muggendo
nella rovina dei cieli rigidi
dove mangiano morte gli ubriachi.

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