Anche oggi il pensiero va rivolto al Giappone ed al suo popolo.Ma ancora più forte deve essere la partecipazione nostra a difesa della nostra Costituzione perchè c'è "un'accozzaglia" di persone che senza dignità alcuna vogliono modificarla a loro immagine e somiglianza.Tutti quelli che crediamo nelle persone che si sono battute per ottenerla,a costo anche del loro sacrificio personale,abbiamo l'obbligo morale di resistere e difenderla !!E allora penso alle ultime parole di Berlusconi dette dopo la riforma della giustizia:“Questo cambiamento, se fosse stato introdotto vent’anni fa, avrebbe evitato l’esondazione, l’invasione della magistratura nella politica e quelle situazioni che hanno portato nel corso della storia degli ultimi venti anni a cambiamenti di governo, a un annullamento della classe dirigente nel ‘93″.
Questa frase, pronunciata da Silvio Berlusconi,merita ancora una volta d’essere riportata per esteso non solo perchè spiega le reali ragioni che stanno dietro alla “riforma della giustizia”, ma anche perchè ci da una misura esatta della mentalità del nostro Presidente del Consiglio e della sua moralità.I ladri e truffatori che costituivano la “classe dirigente del ‘93″ erano,in confronto a lui ed ai suoi scherani, delle brave persone(pensate voi!!).Avevano sbagliato,certo, ma perlomeno se ne rendevano conto; raggiunti dai mandati di comparizione,quando le loro azioni venivano esposte al pubblico,se ne vergognavano.Dal Forlani con la bava alla bocca all’assessore che,coinvolto in un giro di mazzette,si chiudeva in casa per non farsi vedere in giro,i politicanti del pentapartito dimostrarono,con tutti i loro difetti,d’avere conservato il senso del bene e del male(almeno allora); peccarono,certo,ma perlomeno rendendosi conto di farlo.L’unica eccezione,chi non ha mai mostrato la minima esitazione nel rivendicare,quasi con orgoglio,la responsabilità di quell’andazzo,fu proprio il capobanda di allora, Bettino Craxi:il principale responsabile del disastro dei nostri conti pubblici che,con i suoi colonnelli, scardinò sì i pluridecennali schemi della nostra politica,ma anche dissestò il bilancio dello stato come mai nessuno aveva fatto prima di lui.
Silvio Berlusconi,che da Bettino Craxi fu protetto nella sua ascesa imprenditoriale e che per Craxi arrivò a fare campagna elettorale è un degno allievo di tanto maestro.Non una parola ho sentito ,da parte sua,in questi anni che sia stata spesa per condannare i ladrocini di cui si resero responsabili i politici della prima repubblica; con un ragionamento tanto contorto da sfuggire ad ogni logica,secondo l’ineffabile Silvio sono i giudici che scoprirono quei crimini ad essere riprovevoli.Pare quasi, a sentire quel che dice il nostro Presidente del Consiglio, e che i suoi media ripetonoche dei furti non siano colpevoli i ladri, ma le guardie che li scoprono; che i responsabili del ventennio di stagnazione economica, che è seguito alla Prima Repubblica, non siano stati quelli che portarono, in un decennio, il debito pubblico dal 48 al 120 e passa per cento del PIL, tagliando ogni spazio di manovra a chi è venuto dopo di loro, ma i giudici che scoperchiarono il verminaio del Pentapartito.Ha spiegato gli scopi della propria riforma con gran uso di diagrammi, Silvio Berlusconi;i suoi manutengoli,da anni,sprecano invenzioni lessicali e concettuali parlando di persecuzioni giudiziari e accanimenti processuali,per giustificare lo stillicidio di leggi approvate solo per evitargli questo o quel processo. Resta che, per chi abbia ancora un minimo di moralità,i ladri sono ladri a prescindere dal fatto che vengano scoperti dopo un minuto o dieci anni di intercettazioni telefoniche,ad opera di un singolo appuntato o da parte di un gruppo di cento investigatori.
Resta,per chi abbia un minimo d’onestà intellettuale,che il vero scopo di questa riforma è consentire alla politica di controllare la magistratura per poter tornare a fare,senza disturbi,i propri comodi.Non lo dico io; lo dice Silvio berlusconi...E allora adesso che mancano poco più di 2 anni alla fine di questa legislatura ho il timore che Berlusconi tramite la riforma costituzionale reazionaria del sistema giudiziario cercherà di fare una lunga campagna di propaganda sulla necessità di cambiare la Carta.Addirittura mi sto convincendo che per questo periodo sia quello l'obiettivo primario,la buona riuscita ed approvazione della riforma,il referendum approivativo ecc secondo me sono secondari.Mi spiego, è difficile che passi la riforma in questione,sia per tempo e procedure,sia perchè incontrerà i giusti ostacoli da parte delle opposizioni.Però, il solo fatto di mettere al centro della discussione politica La Costituzione servirà a Berlusconi da leva ( questi secondo me sono i suoi veri intenti e progetti) per fare passare l'idea che lui "cerca di fare le riforme che servono all' Italia,che la Carta è obsoleta ,che la sinistra non collabora ma cerca solo di difendere la magistratura politicizzata che lo vuole fare fuori, che vorrebbe fare tanto ma non ha potere...insomma tramite la sua struttura delta rinforzata cercherà di "inculcare" l'idea che lui è in buona Fede e che la Costituzione va stravolta.Questo è il pericolo vero.Reciterà la parte della vittima ,si metterà altri cerotti, sverrà a qualche convegno e cercherà di fare vincere l'allegra combricola piduista alle prossime politiche.Magari lo eleggeranno a Presidente della Repubblica e poi avranno aperta la strada per fare tutto quello che vogliono per smantellare tutto l'impianto democratico del Paese....E cosa possiamo fare?Poiché i fatti,cioè le vicende italiane di questi ultimi 17 anni,dimostrano anche,almeno ai miei occhi, che questo è vero,che gli anticorpi al cancro che divora le istituzioni del nostro paese non sono solo nelle leggi,infatti l’unica speranza è che essi maturino nelle coscienze della società civile non tanto nell’espressione del voto,anch’esso manipolabile e corruttibile,ma nel lasciare la “cricca” del potere eversivo completamente isolata, priva di riferimenti nella vita reale,accerchiata da un dissenso che privandolo di ogni collaborazione a poco a poco corroda le iniziative di riforma,vere o presunte, vanificandole nel loro concreto realizzarsi.Ciò che rende debole anche questa residua speranza è che tale forma sotterranea di sabotaggio ha bisogno anch’essa di essere orchestrata ed organizzata.Ancora una volta si dovrebbe riscoprire il ruolo guida della classe intellettuale antagonista all’attuale potere. Essa esiste,ma resta troppo spesso muta,la notte legge Kant,invece di elaborare strategie di mobilitazione e di formazione delle masse.
Il governo s’impegna a non mettere mai in discussione l’indipendenza dei magistrati. Questo governo è schierato dalla parte dell’opera di moralizzazione della vita pubblica intrapresa da valenti magistrati.
Silvio Berlusconi, 16 maggio 1994 – discorso di insediamento del suo primo governo.
E' dal 1994 che volevo questa riforma, e' dai tempi della nostra discesa in campo, finalmente riusciamo a realizzare un punto fondamentale del nostro programma. Silvio Berlusconi in Consiglio dei ministri ha espresso la sua soddisfazione per il via libera alla riforma della Giustizia.
10 marzo 2011
Intanto per concludere un pesiero a tutti i Giapponesi in questo difficile momento e un piccolo commento a quando ho detto ieri
Anzi più che una riflessione un consiglio al nostro presidente del consiglio li offriamo a lui e i suoi aamici venditori di centrali nucleari un bel viaggio a Fukushima(leggi pezzo),con l'obbligo di soggiorno in loco per i prossimi 30 giorni ed entro tre chilometri dalla centrale nucleare più a rischio.Dimostri con un gesto concreto che crede veramente nella sicurezza del nucleare.Lo dimostri con i fatti, non con le parole, nel comodo della sua casa da quest'altra parte del mondo.Se veramente crede che il nucleare sia sicuro, non avrà difficoltà a godersi la vacanza, e sarà una gran pubblicità per lui.
Difendere la Costituzione
Oggi l'Italia in piazza di STEFANO RODOTA'
DA ANNI, lo sappiamo, la Costituzione è sotto attacco. Un attacco che, negli ultimi tempi, è divenuto sempre più diretto, violento, sfacciato. Le proposte di modifiche costituzionali riguardanti la giustizia ne sono l'ultima conferma. Per questo siamo qui, per contrastare una volta di più una voglia eversiva dei fondamenti della Repubblica.Sedici milioni di cittadini, ricordiamolo, hanno saputo difendere la Costituzione e i suoi principi il 25 e il 26 giugno 2008, votando contro la riforma costituzionale voluta dal centrodestra.Ma quella straordinaria giornata è stata troppo rapidamente archiviata. Da chi ha tratto un frettoloso sospiro di sollievo per lo scampato pericolo. E da chi si era preoccupato di dire che la bocciatura di quella riforma non doveva pregiudicare la necessaria riforma costituzionale. E così quel voto non ha costituito il punto di partenza per una nuova consapevolezza costituzionale, neppure per le timorose forze politiche d'opposizione che pure avevano sostenuto il referendum contro quella riforma.
Così è tornato con prepotenza il progetto di mutare alla radice la tavola dei valori di riferimento, la Costituzione, fuori da ogni regola condivisa, ora facendo prevalere interessi particolari se non personali, ora lasciando spazio a pressioni di matrice ideologico-religiosa che vogliono agire in presa diretta sul funzionamento del sistema politico. Gli equilibri istituzionali ne risultano sconvolti, le tutele giudiziarie sono contestate, la garanzia di libertà e diritti, perduta nel Parlamento, si rifugia nella Presidenza della Repubblica e, soprattutto, nella Corte costituzionale.Ma, in tempi così perigliosi, la Costituzione sta conoscendo una rinnovata e inattesa attenzione. Parlar di Costituzione ha un suono benefico e sta producendo una identificazione con essa di un numero crescente di persone, consapevoli della necessità di essere esse stesse protagoniste di una azione di promozione e difesa dei diritti. In questo momento, in decine di città, vi sono flash mobs di studenti che distribuiscono copie della Costituzione, come già quel prezioso libretto era stato impugnato in tante altre manifestazioni. La Costituzione sta incontrando il suo popolo. E questo popolo è consapevole che la politica deve essere in primo luogo, e sempre, politica costituzionale, se vuole riguadagnare la sua forza e la sua nobiltà.
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