22 mar 2011

Berlusconi:“Sono profondamente addolorato e mi dispiace per Gheddafi"....

Mentre abominevolmente,non c’è altro termine,il nostro premier si dice ” profondamente addolorato per Gheddafi ”denunciando una cecità e una paranoia scandalosi,le cronache ci parlano,a proposito di b.due atteggiamenti popolari assolutamente diversi fra loro.A Torino la polizia ha dovuto disperdere con cariche,lanci di fumogeni,un corteo di centinaia di persone che avevano contestato l’arrivo di b.nel capoluogo piemontese per motivi elettorali,al grido di “Buffone “,”Dimissioni”con grida,striscioni di ogni genere.A Milano viceversa,un centinaio di seguaci di b.in prevalenza donne,con tanto di fiocco azzurro che adornava il petto si è dato appuntamento nel corridoio del Tribunale adiacente l’aula dove si celebrava il processo Mills:qui invece grida di giubilo,applausi,strilli di incoraggiamento per gli avvocati del premier (assente per cose libiche strano no?).Va da sè che si trattava di una manifestazione palesemente e aggiungiamo “sfacciatamente” organizzata con la regìa di un misconosciuto sottosegretario Mantovani…
Il mio stato d’animo è di assoluto sconcerto,delusione,impotenza di fronte all’arroganza,alla tracotanza mediatica di questa persona,questo esemplare di suino “arcorino ” fatto persona,che continua,alla vigilia della rappresentazione pubblica delle sue “porcherie” ,a comportarsi come se nulla fosse accaduto,come se nessun soldo fosse stato versato a quelle povere disgraziate (ma io direi sopratutto furbe…)frequentatrici di Villa S.Martino.Ed ha ancora il coraggio,la spudoratezza,perchè non può esservi compassione di fronte a tante vittime della guerra libica,di dire “Sono profondamente addolorato e mi dispiace per Gheddafi”…
Io continuo a non avere dubbi sulla necessità di "non rimanere spettatori" di fronte al massacro compiuto sulla popolazione che continua tuttora in Libia.Paese in cui un leader egocentrico e assolutista rifiuta un cambio di regime che,forse,sarebbe anche cambio generazionale di potere.Resiste ad ogni costo,contro il proprio popolo che sta annientando e contro la Storia che lo condanna.Ma l'intervento militare dei soliti "gendarmi internazionali",pochissimi Paesi che stanno anche litigando sul comando e decidono per tutti, genera forte inquietudine e sinistri presagi...Si dice e sembra di capire che stiano solo preoccupandosi dei lauti contratti commerciali sul petrolio che vanno a sfumare...I loro incubi non riguardano il sangue versato dai rivoluzionari di Benghazi ma i barconi di profughi che caleranno tutti sulla Padania in una notte senza luna..

TRATTATO D'AMICIZIA
Ecco il “Trattato di amicizia, partnerariato e cooperazione italo-libico” firmato il 30 agosto del 2008 a Bengasi da Silvio Berlusconi e Gheddafi e ratificato dal Parlamento italiano (Lega compresa), con i voti contrari di IdV, Udc, i Radicali del PD, Colombo e Sarubbi.L’Italia si impegna a versare 5 miliardi di dollari in 25 anni, a compensazione dei danni inflitti alla Libia da parte dell’Italia durante il periodo coloniale.
Sempre generoso il Cavaliere!!!
Art. 2 “Uguaglianza sovrana, le parti rispettano reciprocamente la loro uguaglianza sovrana, nonché tutti i diritti a essa inerenti, compreso in particolare il diritto alla libertà e all’indipendenza politica, esse rispettano altresì il diritto di ciascuna delle parti di scegliere, sviluppare liberamente il proprio sistema politico, sociale, economico e culturale”.
Art. 3 “le parti si astengono da qualunque forma di ingerenza diretta o indiretta degli affari interni o esterni che rientrino nella giurisdizione dell’altra parte, tenendosi allo spirito del buon vicinato”
Art. 4 “Nel rispetto dei principi della legalità internazionale, l’Italia non userà né permetterà l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia e la Libia non userà, né permetterà l’uso dei propri territori in qualunque atto ostile contro l’Italia”.
In cambio il governo libico si impegnava a fermare gli sbarchi. In seguito Gheddafi proclamava che non gli bastavano quei 5 miliardi di dollari che già gli avevamo promesso e cominciato a pagare, che voleva anche un’autostrada, che voleva dei soldi anche dall’Europa, pattugliamenti congiunti, fornitura di motovedette ecc. ecc.
PETROLIO
Spieghiamo meglio,c'è chi crede che questa guerra piò portare a noi consumatori vantaggi economici..ma quando mai???Diciano che non è che si può prendereper “il petrolio” tout court: quasi sempre si può ottenerlo comodamente firmando un accordo e con una stretta di mano.Chi ha il petrolio ha infatti bisogno di venderlo.Certo, l’aumento della domanda e la diminuzione della risorsa hanno condotto a un mercato del venditore, anziché del compratore,ma l’obiettivo di entrambi resta il medesimo.Il problema quindi non è “prendersi i pozzi”, ma ottenere accordi molto favorevoli.Il che non sempre è possibile,specialmente quando il Paese produttore ha una forte compagnia nazionale oppure delle leggi che non consentono a compagnie straniere di fare il bello e il cattivo tempo. Alcuni esempi? L’Iraq di Saddam, a cui dopo la guerra fu imposta la molto discussa legge per il petrolio, che in pratica toglieva al popolo iracheno la sovranità sul proprio sottosuolo; e la Libia di Gheddafi.
Quest’ultima, attraverso la compagnia nazionale Noc,ha un sistema di accordi diverso da quelli in uso nel resto del mondo.L’accordo Epsa,che molte compagnie stipulano in LIbia, non prevede royalties, divisione delle spese operative, tasse: nulla di tutto ciò.Più semplicemente, il governo prende la sua parte dalla produzione lorda. Le compagnie operano a proprie spese, non pagano tasse né diritti, e dividono con la Libia la produzione. Ma non pensate che si tratti di un fifty-fifty, neanche per sogno.E proprio a fagiolo casca l’Eni, che se ne sta a trivellare in Libia da prima di Gheddafi e che ha sempre rappresentato un po’ la pietra dello scandalo. E forse anche la goccia che ha fatto traboccare il vaso, pensando agli eventi odierni.Per capire com’è andata questa questione in Libia ci viene in aiuto Wikileaks, con alcuni documenti classificati.
17-06-2008: “Esteso l’accordo per gas e petrolio con l’Eni, le altre compagnie si preoccupano che i termini dell’accordo stabiliscano uno sfavorevole precedente”. Forse lo ricorderete, se ne parlò molto: succede, nel 2008, che la Libia estende per altri 25 anni i diritti di sfruttamento Eni. “Con il nuovo contratto, Epsa IV, l’Eni riduce la sua percentuale di produzione al 12% per il petrolio (dal precedente 35-50%) e al 40% per il gas”. Continua il cablo Wikileaks: “L’impatto potenziale di questo accordo Eni è significativo. Osservatori locali si aspettano che il successo della Noc nell’assicurarsi termini così favorevoli la convincerà a rinegoziare i contratti esistenti con le altre compagnie internazionali. Il succo è: lamentano che l’Eni operi in Libia per un tozzo di pane. Facendo concorrenza alle altre compagnie che saranno costrette anch’esse, dalla potente compagnia libica, a lavorare con compensi da cinesi.
E infatti, ecco che la Noc prende per il collo anche le altre compagnie.“
23-07-2008: Con il nuovo accordo, lo share di produzione per il consorzio europeo (quello che sviluppa il bacino di Marzuq, ndr) sarà ridotto dal 25% al 13%. Repsol, Omv, Total e Saga Petroleum hanno seguito altri maggiori attori in Libia nel cedere alle pressioni Noc verso il nuovo accordo Epsa IV, che prevede significative riduzioni di share per le compagnie internazionali. E se qualcuno dubita, ecco pronto un cablo in cui ci si lamenta proprio della della rigidità della Noc, e specialmente della gestione autocratica del responsabile Shukri Ghanem. Il quale, appena lo scorso anno, ha annunciato di voler estendere il fatidico accordo Epsa IV anche alle compagnie che finora hanno goduto di concessioni tradizionali. “Ci sono molti modi di spellare un gatto“, ha osservato.Più che gli accordi-capestro, allora, è questa metafora che non deve essere proprio andata giù alle compagnie internazionali. Con le conseguenze del caso.

Il punto è che il petrolio è una “commodity” comperata e venduta quotidianamente sul mercato internazionale come l’oro,il rame,le pancette di maiale,il grano ecc ecc,da chiunque abbia i soldi per farlo e la voglia di speculare, teoricamente anche noi.I diritti di sfruttamento beneficiano le compagnie che li detengono, quale che sia la loro presunta nazionalità,non i consumatori finali come dimostra il fatto che il prezzo della benzina e del gas in Italia aumenta quanto e più che altrove.L’idea che se la Total dovesse sostituire l’Eni in Libia i francesi nuoterebbero nella benzina mentre noi faremmo il pieno con il contagocce è una pirlata propagandistica.Ci smenerebbe l’Eni,certamente,ma la quantità di petrolio sui mercati,il costo del barile,gli tsunami della speculazione e il prezzo finale alla pompa non cambierebbero, se non,come sempre, in peggio per noi, Libia o non Libia.
Berlusconi attacca la Francia. Addolorato per Gheddafi (R.Pani)
Non sai più né che dire, né che pensare, se non che la guerra è una cosa seria che porta morte e distruzione, rovine, fame e disperazione. Ma è da questo folle, incapace, stupido arrogante che siamo governati, anche se, governo, è un termine più complesso e importante di quello che purtroppo ormai, abbiamo imparato a sopportare.Siamo esperti, mi direte, ce lo abbiamo nel DNA persino noi che non c’eravamo, quando un altro stupido arrogante, pensava che per strizzare le palle ad un intero popolo bastasse gonfiare il petto, e mostrare la mascella, esattamente come fa un tacchino incazzato, quando lo stuzzichi coi fischi. Ci siamo già passati – la storia ce lo insegna – a star sotto ad un volta gabbana ignorante, che spostava le mucche per far credere al nemico di avere un popolo forte e ben nutrito; che mandò in Russia un esercito con le scarpe di cartone.

Un balordo che cambiava alleanze e amicizie più di quanto non cambiasse le mutande.Ci stiamo passando, con questi incapaci di oggi, che negano le evidenze per mantenere viva l’illusione di essere un governo, di avere rilevanza politica; per dare peggio l’illusione di vivere in un paese moderno e normale, in cui unica regola è la libertà da difendere a spada tratta, fino al limite del ridicolo che solo la propaganda può dare a chi – per fortuna – riesce ancora a pensare.Tutto ha un solo senso: vincere le elezioni per spartirsi i danari. E come abbiamo imparato, non si tratta più di politica e d’emergenza, ma solo di diverse fazioni che si scontreranno, lasciando i vincitori ad esultare e i vinti a mugugnare. Allora via alle mistificazioni, con le primissime dichiarazioni allucinate ed allucinanti, rispetto ad un disastro nucleare, che la morte la segnerà per i prossimi trent’anni a venire. Fino a cambiare posizione non perché rinsaviti e spinti dall’opportunità di tutelare la vita umana, ma per non perdere le elezioni, visto che – leghisti a parte, geneticamente non idonei al pensiero – anche a destra si sollevava qualche malumore, qualche voto in meno.E oggi l’apoteosi: in risposta alla “base” del pdl, che rumoreggia e s’interroga sul perché si stia bombardando un amico – anche se beduino – ecco le dichiarazioni dello statista, Betty, il Re della Polizia, che attacca la Francia e si dice addolorato per il suo amico africano. E lo fa, guarda caso, ad una cena elettorale in Piemonte, dopo essere stato giustamente contestato a suon di fischi ai quali son seguite le manganellate della Polizia. Quella stessa Polizia davanti alla quale, Betty o Culo Flaccido, quel tizio, prometteva a Ruby di sfilare il giorno del suo diciottesimo compleanno, come a dire: “Pezzi di merda, io son io e voi non siete un cazzo.” Esattamente come è logico che faccia un grande statista italiano.Questo è il governo, e nulla di più di questo. Questo è il NON governo dell’Italia intera, troppo impegnato per occuparsi delle cose, concentrato nell’altra interminabile guerra contro la magistratura, con un criminale imbecille che paga i deputati o i ministri per studiare metodi e strategie per non essere fatto prigioniero, durante l’unica vera guerra che esso è disposto a combattere: quella tra guardie e ladri, dove lui è re delle guardie e re dei ladri contemporaneamente … ed ora mi son persa di nuovo, perché è davvero troppo difficile comprendere come tutto questo sia realtà.

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