22 feb 2011

Mussolini-Hitler > Berlusconi-Gheddafi....Amici!!!

Purtroppo devo parlare ancora di Libia,leggo su Repubblica che le vittime sono più di mille!!!Intanto Gheddafi dice :"Resto fino alla morte" Oggi ha parlato anche l'amico Silvio:"Inaccettabili violenze". La solita uscita a effetto per non esporsi troppo che non si sa mai.Sulla Libia del caro amico gheddafi che sta massacrando gente innocente,berlusconi e il governo usano "prudenza" per questioni di "principio"( i contratti miliardari che il governo ha firmato col caro amico dittatore),in Afghanistan invece bisogna assolutamente difendere le democrazie occidentali dal rischio dell'invasione islamica.Il fatto che vi sia la minima esitazione nel condannare nel modo più netto il comportamento del regime libico,e che questo non desti scandalo anche a destra,tra gli stessi elettori del PdL,è la dimostrazione lampante di quanto in basso siamo caduti come collettività nazionale,di quanto sia spessa la cappa di melma che il berlusconismo ha spalmato sulla nostro società e,in un processo di azione e retroazione,quanto sia fetido il letame morale in cui il berlusconismo affonda le proprie radici.Per questo bisogna ammettere che per la seconda volta in un secolo abbiamo affidato la nostra politica estera alle improvvisazioni di un pazzo.Molti mi criticano quando traccio con decisione il parallelo tra Bersluconi e Mussolini,io ritengo,ogni giorno di più che,al netto del contesto storico,il primo non sia affatto meglio del secondo.Serve forse più immoralità,più voglia teatrante di riflettori,più superficialità di giudizio,per essere apertamente amici dei Gheddafi nostri contemporanei,di quella che serviva allora,parlo degli anni ‘30, ad essere amici di Hitler.

Badate:non dico che Gheddafi sia peggio di Hitler – anche se fare classifiche tra dittatori in base alla conta dei morti mi è sempre parso orribile -affermo che Adolf Hitler fosse,per la sensibilità italiana e europea di allora e per quanto di lui allora si sapeva,tanto accettabile quanto Gheddafi oggi e probabilmente molto di più.Berlusconi non ci trascinerà in una guerra mondiale e,lo spero,non terminerà la propria carriera politica come Mussolini(spero in galera),ma i danni che sta facendo al buon nome dell’Italia sono quasi altrettanto gravi di quelli provocati dal suo predecessore.Per Berlusconi,come spesso fu per Mussolini,la politica estera è prima di tutto un palcoscenico dove soddisfare la proprie smanie di protagonismo:il teatro dove ottenere,con poco prezzo,dei successi d’immagine da sfruttare poi presso le masse italiane;un palcoscenico sul quale, esattamente come Mussolini, Berlusconi si muove spesso d’istinto,prestando poco o nessun ascolto alle voci dei diplomatici e degli altri collaboratori.I destini internazionali del Paese,come se non avessimo appreso la lezione del fascismo,sono tornati ad essere legati al “fiuto” di un singolo e,pare impossibile,per di più di un singolo per moltissimi versi peggiore del predecessorePeggiori sono le motivazioni,prima di tutto,dell’agire di Silvio Berlusconi...
Mussolini nonostante tutto cercava di operare per quello che lui intendeva essere il bene del Paese,"nonostante la dittatura"...invece neppure tra i suoi sostenitori,pensa che Berlusconi agisca in politica estera senza tenere d’occhio gli interessi propri e del suo gruppo di aziende.Inferiori sono pure le capacità de Berlusconi rispetto al quello che pare sempre di più il suo modello.  Mussolini si erse a grande mediatore tra le potenze europee della sua epoca,e riuscì ad esserlo, perlomeno fino a Monaco,con un certo successo.Berlusconi ha provato ad imitarlo,con molta minore fortuna,finendo per coprire di ridicolo se stesso ed il paese,con iniziative velleitarie che solo la propaganda dei suo scribacchini possono azzardarsi a definire successi; le considerazioni dei diplomatici americani nei sui confronti, appena rivelate, sono in questo senso illuminanti.Di simile, tra Mussolini e Berlusconi, vi è l’esagerata considerazione di sé e la sottovalutazione delle difficoltà e della portata delle scelte di politica estera.Berlusconi è convinto di poter fare all’estero quanto fa in Italia; di poter dire e contraddire, affermare e smentire, senza mia essere chiamato a pagare il prezzo dei propri comportamenti.

Non ha ancora capito che vendere spazi pubblicitari al signor Brambilla di turno non è la stessa cosa che trattare con un governo straniero e,forte della propria esperienza di venditore,pensa di essere infinitamente più scaltro dei suoi interlocutori esteri.Per questo, più che per i suoi comportamenti immaturi,buffoneschi, irrita tutti,tranne pochi.Il suo modo di comunicare, da padrone del vapore,può andare bene solo a chi abbia,dello stato e della politica,la sua stessa visione imprenditoriale;quei capi di governo che,come lui pensa sia il proprio caso,possiedono il proprio paese e che sono anche quelli più adatti a diventare suoi soci d’affari.Il nostro atteggiamento ambivalente che confronti di quel che sta accadendo in Libia è una vergogna nazionale;l’ultimo chiodo nella bara di Berlusconi come,ridicolo,statista.....
È un onore per me essere stato invitato il prossimo anno in Libia il 30 agosto, per la Giornata di amicizia tra il popolo italiano e il popolo libico, e sarò lieto di rimanere con voi per festeggiare il quarantesimo anniversario della vostra grande rivoluzione.Silvio Berlusconi a Gheddafi, 3 marzo 2009

Quello che voglio far capire a voi cari amici,che in Italia la democrazia è ormai solo formale,come un esoscheletro che nasconda al suo interno un orrendo putridume.La prova provata sono le dichiarazioni rilasciate dai parlamentari che in questi ultimi due mesi e mezzo hanno oscillato tra le due coalizioni ed, in particolar modo,quelli che sono tornati nel centro destra.Tra quelle parole si distingue esclusivamente l’interesse personale,giammai quello collettivo né alcun sentimento di rappresentanza del popolo.
Già,rappresentanza:ho l’idea che l’attuale parlamento non rappresenti il popolo e già questo è una lesione mortifera della democrazia.Ma c’è di peggio:attraverso gli imperfettissimi meccanismi della democrazia,oggi in Italia il popolo non sa chi elegge nel senso che i candidati sono nominati,sono presentati tal quale come prodotti commerciali ossia in via indipendente da pensieri-convinzioni-storie-idee e come tali pubblicizzati e,infine, essendo tramontato il valore della coerenza molti parlamentari (spesso decisivi) sono variabili indipendenti nello schema maggioranza – opposizione che,come è noto,è l’essenza dell’alternanza che a sua volta è un incentivo alla coerenza.Ricordo en passant che in Italia non vi fu alternanza né nel ventennio fascista,né nel quarantennio democristiano,ragion per cui la nostra è una nazione sui generis rispetto alle democrazie occidentali.Vogliamo dirlo,porca miseria,vogliamo riconoscerlo?

Oggi l’Italia non è più una democrazia nel senso pieno del termine.Molti ridicolizzano chi sostiene che siamo in una dittatura e allora facciamoli contenti e inventiamo un neologismo.Ho una proposta:siamo in una prepotenzia.Dicesi Prepontenzia quella forma di governo in cui il popolo delega la sua sovranità a una o più fazioni,attraverso pseudo-elezioni.Tali fazioni sono tra loro unite da convenienze prevalentemente private o particolaristiche,composte da soggetti che derivano il proprio potere da preminenti posizioni economiche o sociali,pregresse rispetto alla contesa elettorale,e ottengono la propria visibilità attraverso invenzioni mediatiche,aderenza a consorterie o vicinanza a gruppi economici o malavitosi.Prepotenzia dunque per due buoni motivi: perché il potere attraverso il quale il candidato diventa rappresentante del popolo è preesistente alla scelta dell’elettorato e perché la coalizione,surrettiziamente insediatasi, esercita il proprio potere con prepotenza,al di fuori della dialettica democratica e con continue forzature dei principi e delle norme che derivano dalla Costituzione.

Dire che siamo in una dittatura fa inorridire le anime belle,mentre se riconoscessimo di essere in una Prepotenzia mediatica ci sarebbe forse il vantaggio di allargare il bacino di chi riflette oltre a quello indubbio di ascrivere ancora una volta all’Italia il merito di aver inventato una nuova forma di regime (nel senso di sistema politico) dopo le molteplici della romanità, i Comuni, le Signorie, il Fascismo!!!
"Io sono legato da amicizia vera con il presidente egiziano Mubarak, con il presidente libico Gheddafi e con il presidente della Tunisia Ben Ali”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa di fine anno. (Yahoo! Notizie, 23 dicembre 2010)

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