10 feb 2011

IL CAI-NANO:MI FACCIO CAUSA....

In qualsiasi paese del mondo con un ordinamento democratico,non ci sarebbe nessun bisogno né di scendere in piazza e neppure di particolari pressioni dell'opposizione per ottenere le dimissioni di un capo del governo che si trovi in condizione anche lontanamente paragonabile a quella di Silvio Berlusconi.Le dimissioni le avrebbero pretese,senz'altro,lo stesso partito che un leader simile ha espresso.Magari non per il motivo del superiore 'interesse del paese' ma comunque,e più verosimilmente,per il meno nobile calcolo degli interessi particolari del partito medesimo e dei suoi esponenti,i quali, di certo non si sarebbero lasciati sfuggire l'occasione di un rinnovamento della leadership.Anche nel nostro paese,infatti, così è sempre stato,sino ai tempi della 'prima repubblica'.

Ad ogni modo,persino in un ordinamento monarchico consiglieri e porporati avrebbero costretto (e costringerebbero) un re di tal fatta ad abdicare... Nel nostro paese nulla di tutto ciò accade.... La 'seconda repubblica',con la discesa in campo di S. B., ha inaugurato e praticato un nuovo modello di stato che 'supera' quello democratico (la monarchia già l'avevamo superata). E' sorprendente?Sì e no,eravamo stati avvisati.E ci abbiamo fatto sopra dell'ironia: il partito- azienda, ricordate? Il governo- consiglio d'amministrazione:che risate,roba da dilettanti della politica!Ridendo e scherzando Silvio Berlusconi ha trasformato lo stato in una società per azioni:l'unico modello organizzativo che conosce e che apprezza quando è lui a controllare almeno il 51% del capitale e, quindi,dei voti.Nel caso,lui il 51% del capitale della società Italia l'ha acquistato e lo possiede.E tranquillamente controlla un consiglio d'amministrazione (che ci ostiniamo a chiamare 'governo') i cui membri sono lì a titolo provvisorio,scelti e lautamente remunerati solo per la loro fedeltà,vincolata da patti di sindacato redatti con idonee scritture private.
Intanto vuole fare causa allo stato....hahahahaha a sentire questa sua notizia mi viene voglia di riderci sù....."Faccio causa allo Stato Italiano ".Come dire far causa a chi ?Agli studenti che sono costretti ad occupare scuole e università perchè manca un piano serio sull'istruzione ?Agli operai che sperano di non essere licenziati ?Oppure ai cittadini che ogni giorno cercano di arrangiarsi con qualche settimana di lavoro? Oppure ai genitori che si fanno in quattro e non riescono a capire come andare avanti ? Oppure alle istituzioni che fanno il loro lavoro, rispettando la costituzione ? Questo, e altro di buono, è lo Stato. Persone normali che si sentono parte di una società. Che cercano di migliorarla. Solo chi vive fuori dallo Stato può pensare e dire certe frasi. Se poi  il buffone,intende fare causa allo Stato nel senso di " casse dello Stato",allora gli ricordo che il debito pubblico è alle stelle,l'inflazione è aumentata,la disoccupazione anche.Lui è il responsabile principale di questo.Tutto negativo ? No di buono è che da oggi sappiamo chi si ritiene ed è fuori dallo Stato.Chi pensando allo spot di che banca dice che gli italiani sono ricchi.Chi ha fatto dello Stato una cassaforte da svuotare per i propri interessi.Chi annuncia,in un giorno su suggerimento di un articolo di giornale,un piano di rinascita economico del paese e poi si scopre che stiamo parlando di un’ altro spot ,in concreto nulla . Idem con il federalismo.Un partito con il 10 % che pretende di decidere le sorti dello stato italiano. Ancora una volta senza fare nessuna causa giudiziaria sono i fatti che condannano il pensiero e le azioni di Berlusconi. Forse conviene a noi cittadini fare causa a lui....
Mentre il signor B..sparava la solita cazz...la censura colpisce ancora....
La Rai,attraverso Marano censura il Caimano...
leggo dall'Unità:No, l'ultima sequenza del “Caimano” di Nanni Moretti prodotto dalla Rai sulla Rai non si può vedere. Perché mostra il Caimano condannato che arringa la folla e la folla che scaglia molotov contro i magistrati. Non si può per volere del solerte vicedirettore generale Antonio Marano, uomo lì voluto dalla Lega. In quella scena il regista-attore, con chiara allusione a Berlusconi, rigettava il processo che doveva affrontare, usciva al tribunale e lasciava dietro di sé una città messa letteralmente a ferro e fuoco. “Parla con me” di Serena Dandini su Raitre ieri sera voleva trasmettere quella sequenza che prefigura qualcosa di molto concreto nel giorno in cui la Procura di Milano ha chiesto il giudizio immediato per il premier sul caso Ruby

Ecco allora niente spezzone a "Parla con me". Per mano del direttore generale che ha vietato la messa in onda degli ultimi sette minuti del film di Nanni Moretti.Marano ha chiesto di ’tagliare’ la scena.Moretti ha detto o tutta o niente.(bravo)Nel film,e in particolare nel passaggio "censurato"per volere di Antonio Marano,Moretti interpreta un personaggio riconoscibile come S. B. che affronta un processo al Palazzo di giustizia di Milano,viene condannato e reagisce auspicando che i cittadini reagiscano alla deriva giudiziaria. La pellicola si chiude con una molotov scagliata contro i magistrati sulle scale del tribunale milanese. Certo sono proprio alla frutta....Ridicoli!!!!!ormai hanno paura della loro stessa ombra.Nanni Moretti aveva capito tutto dieci anni fa quando nell'ultima scena del "Caimano" nei panni del caiNano, scappava lasciandosi dietro fuoco e fiamme.Tutto questo perché c'è una torma di persone che ha potere grazie a lui e non è disposta,tanto quanto lui, a mollare un grammo di quel potere.Allora sostengono tutto ed il contrario di tutto,non hanno decenza,sono potere puro, come nel peggiore incubo di Stefano Benni.

E' UNA QUESTIONE DI VALORI(IL PUNTO ROSSO)
Intervengo in questo interessante scambio di idee attorno al tema della prostituzione.Il mio è un posizionamento maturato nell’esperienza di femminista ma anche di attivista di sinistra.Non è su base moralistica se decido se essere a favore della schiavitù oppure no;non è per scelta moralistica se sono d’accordo con la vendita/acquisto di sangue umano, o di organi (rene, cornea) o per l’affitto temporaneo di organi (utero);non è per moralismo se non considero il boia un lavoratore con cui solidarizzare in difesa dei suoi diritti;non è per moralismo se penso che non si possa mettere sullo stesso piano il lavoro autonomo esercitato da una osteopata/avvocata/badante e quello esercitato da una prostituta.Da un punto di vista neutro, di mercato,il boia e la prostituta stanno sullo stesso piano: esercitano un lavoro di servizio che hanno scelto, anche se si tratta di una attività non molto amata almeno a parole dalla maggioranza dei cittadini.Da un punto di vista di mercato, affittare un utero significa dare un valore di scambio ad un organo umano, o meglio al tempo del suo utilizzo, come al tempo dell’utilizzo del cervello per i lavori intellettuali o della forza fisica per i lavori pesanti
Nel mercato capitalista si sa che nella merce ci sono due valori: il valore d'uso (quello che soddisfa un qualunque bisogno umano) e il valore di scambio (che è il rapporto quantitativo tra una merce e un'altra di diverso tipo). E si dice che i prodotti raggiungono un riconoscimento sociale solo attraverso lo scambio.
Allora non capisco perché alcune facciano dei distinguo tra le escort di Berlusconi e le prostitute ‘libere di scegliere’: tutte scambiano la loro merce con un’altra di diverso tipo. Questo sì che mi pare un atteggiamento più moralistico.E se restiamo nel mercato capitalista, non vedo come evitare l’offerta di differenti merci a prezzi differenti: ad esempio si vendono scarpe e borse e altri oggetti ad un prezzo maggiore solo perché sono del colore di moda. Chi determina il prezzo? Il valore di una merce (ossia il suo prezzo) è il frutto di un cocktail molto ricco, in cui entrano fattori di domanda, come l’utilità e la struttura dei gusti dei consumatori (che muta nel tempo, sia per l’evolversi dei modelli socioculturali sia per l’aumentare del reddito pro capite), e fattori di offerta, come la scarsità della merce e i costi necessari a produrla, oltre a fattori relativi alle leggi tributarie e di tutela del lavoro delle diverse nazioni.Quindi gusti e portafoglio intervengono nel determinare il tipo di servizio scambiato ed il suo prezzo. Ci sarà una nicchia di mercato anche per le prostitute ‘libere di scegliere’, all’interno di un mercato ben più ampio e diversificato dove, in mancanza di leggi di tutela e anche repressive, c’è posto per la tratta e per lo sfruttamento.C’è una cosa sicuramente sbagliata in quanto ho espresso più sopra: il punto di vista di mercato non è neutro.E decidere che corpo e sessualità rimangano nel campo dei valori d’uso, è una questione di valori.
di Laura Guidetti

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La perversione di Masi?
Leccare il culo ai nani.

little-prince ha detto...

Credo proprio che siamo giunti al capolinea :
o accettiamo di affondare con lui o gli facciamo causa per tutto l'ignobile opera che ha portato avanti - NON DA SOLO , purtroppo!

Non lo sopporto più! Ma ci sarà pure una via d'uscita ???

ANAM ha detto...

ANONIMO ...LA BATTUTA NON E' NIENTE MALE....HAHAHAHA
PALLINA....Non so se c'è una via d'uscita,è certo che la situazione non è semplice...anticamente con guerre o rivoluzioni i popoli si liberavano di tiranni opressivi o si ripigliavano territori nativi...utilizzando ciò che la tecnica di allora dava come arma...per poter affrontare l'opressore....Oggi noi stiamo utilizzando,altre armi tecnologiche la conoscenza,l'informazione,internet è la nostra arma che come ha dimostrato sia in Tunisia che in Egitto costringe le armate opressive a fermarsi non sul campo di battaglia dove potevi fare stragi nel silenziato mondo ma sotto gli occhi di un mondo che ormai guarda non solo dai buchi delle serrature...E allora partire da qui Internet per un grande movimento di ribellione ...come dicevo giorni fa,le raccolte firme e le varie manifestazioni isolate non servono a molto ...Ci vuole di più!!!