18 dic 2010

Il diritto di manifestare....pensando al futuro!!

Il diritto di manifestare....pensando al futuro!!
In questi ultimi giorno nonchè da 16 anni il nostro paese sta dando uno spettacolo veramente indecente,schifoso:ultimo un Ministro della repubblica che urla ad anno zero e chiama vigliacco un giovane studente colpevole solo di difendere la Costituzione e la democrazia,proprio La russa un ministro che con la Brambilla e come Bossi (ha piazzato il figlio nella giunta di brescia) lui ha piazzato il figlio nel CDA dell’ ACI ... Purtroppo è la prima volta che un parlamentare nemmeno di sinistra urla in faccia fascista con il dovuto fervore fascista,fascista, fascista senza lasciare la possibilità di essere interrotto come sono soliti fare i rappresentanti fascisti del P D L e in questo dico bravo a Di Pietro!!
Il tutto oltre al  silenzio assordante di un Presidente della Repubblica pauroso e non all'altezza del suo compito,in sostanza un Capo dello stato ostaggio della P2 che nemmeno sente il dovere di richiamare il Ministro ad un comportamento civile e magari chiederne anche le dimissioni sono queste verità amare da dire, almeno per me. Il mio pensiero su Napolitano è sempre stato critico e altalenante,ora dico e non cambierò idea che la sua responsabilità di quanto sta avvenendo nel governo del paese è molto elevata. Sono più che certo che con Ciampi il Piduista non si sarebbe permesso di fare quello che sta facendo oggi. Uno Stato inesistente perciò e una Costituzione sempre più allo sbando!

Ripensando alle dichiarazioni di Maroni e lo stesso La russa ,ciò che infine resta nella memoria visiva di questi giorni sono le auto incendiate,i lanci di pietre,le cariche della polizia.Resta l'idea del tumulto incontrollato, della violenta aggressività,della ricerca di uno scontro rabbioso fine a se stesso.Solo così la legittima protesta universitaria viene oscurata,le parole di studenti e ricercatori diventano poca cosa davanti all'impatto visivo del caos scatenato a Roma.Solo così la Gelmini può riconquistare verginità (si fa per dire), Maroni suonare le trombe della repressione generalizzata, Alfano inviare gli ispettori per ribadire il controllo politico sull'operato della magistratura.Allora viene da pensare(cosa che ho già detto più volte) ad un disegno preordinato,generare il caos per imporre il controllo politico su tutto, qualcosa che ricorda il ventennio e le sue origini. Infatti non c'è altro modo per stroncare un movimento, se non quello di bollarlo come violento ed irresponsabile, fatto che giustifica la via poliziesca all'ordine. Una visione reazionaria ed oscurantista, specchio perfetto della riforma Gelmini. Intanto l'Italia scivola su una china crepuscolare, senza la gloria catartica di un mito wagneriano, bensì all'insegna della miserabile pochezza dei suoi governati, ben rappresentata dalla compravendita dei parlamentari in occasione del voto di fiducia.

Tornando a Anno zero di giovedì  mi sono inquietato anche quando ho ascoltato Porro rispondere allo studente che l’acquisto delle armi che è nella legge finanziaria è indispensabile per dare lavoro (quindi morte e guerra in cambio di lavoro) anziché investimenti per la ricerca e sostegno ai lavoratori disoccupati. Ho fatto un salto sulla sedia quando Porro ha affermato che il problema sono i pensionati che assorbono gran parte del P I L . Che Porro è fascista è risaputo ma che auspichi un nuovo olocausto questa volta non estirpando Ebrei e Zingari ma pensionati parassiti che derubano il governo e i giovani del lavoro È a dir poco vergognoso e aberrante. Nella mia vita ho assistito a tante vigliaccate ma questa è davvero stomachevole. Nessuno ricorda a porro che  il benessere creato dai pensionati di oggi  ha contribuito per lunghi anni alla creazione del benessere dell'intero paese,e giustamente hanno il diritto di avere una  pensione dignitosa che tra l'altro si sono pagati dopo anni e anni di lavoro...  abbondantemente guadagnata,del resto se non sbaglio  il bilancio INPS che riguarda le pensioni dei lavoratori è ancora attivo. E allora guardiamo al futuro,e in questo è interessante il pezzo di Concita De Gregorio su l'unità(vedi sotto) bisogna guardare avanti,e pensare ai trentenni quarantenni di oggi che sono precari e sopravvivono senza risparmiare nulla. Fra 20, 30 anni si troveranno senza risorse, in un paese decaduto economicamente e avranno bruciato tutte le riserve proprie e delle generazioni precedenti della famiglia. Avranno venduto casa e si troveranno con una mano davanti e una dietro. Di espedienti non si può vivere a sessanta / settanta anni, protestare nemmeno perchè non si hanno le forze. Avremo così una massa di diseredati anziani...Ecco perchè i giovani hanno diritto a protestare e noi tutti dobbiamo sostenerli...qui c'è parte del loro e nostro futuro...

La vera emergenza di Concita De Gregorio
tutti gli articoli dell'autore Ieri, mentre il dibattito politico si arroventava sui temi delle alleanze - all’opposizione - e della compravendita di nuovi parlamentari - al governo - mi sono capitate un paio di cose. Ho ascoltato De Rita, presidente del Censis, descrivere insieme a Stefanini, presidente Unipol, un comune progetto di lavoro sul tema dell’assistenza agli anziani nei prossimi trent’anni. Non capita spesso di ascoltare qualcuno che si preoccupi di cosa ci accadrà fra venti o trent’anni. In generale si parla tutt’al più dei prossimi sei mesi. Invece vent’anni sono fra un attimo, dunque ascoltate: nel 2030 le persone ultraottantenni saranno cinque milioni e mezzo, il 54% in più rispetto ad oggi. Nel 2040 saranno quasi 7 milioni gli anziani non autosufficienti. Stiamo parlando di noi: i nostri genitori, e noi. Non esiste progetto politico che si occupi di come faremo a mantenere in condizioni dignitose i nostri genitori novantenni, noi sessanta-settantenni e insieme i nostri figli quarantenni, i quali salvo fortunatissimi casi continueranno a dipendere dalle risorse familiari. De Rita dice che è venuto il momento di riprendersi la delega del welfare. Che lo Stato non c’è già più, per i nuovi bisogni, meno ancora ci sarà più avanti. Che dobbiamo pensarci noi, intanto e per tempo: la politica seguirà. Noi che abbiamo la doppia responsabilità di occuparci dei padri che invecchiano senza assistenza e dei figli che crescono senza certezze. Da questo, anche da questo, dipende la rabbia dei giovani e la desolazione dei vecchi: non hanno gli strumenti materiali per rendersi autonomi.
Mi è poi capitato di rispondere alla domanda del giornalista di un grande giornale popolare. Mi ha detto ma lei è sicura che la gente capisca cosa significa emergenza democratica? Non crede che le persone pensino alla loro privata emergenza? Sì, lo credo. E credo che dovremmo trovare molto in fretta le parole per spiegare che quella che nel circolo ristretto degli addetti ai lavori chiamiano emergenza democratica nel linguaggio comune significa garanzia di legalità, diritti e doveri uguali per tutti, dunque rispetto e giustizia, dunque salute, casa, scuola, lavoro, dignità delle persone e basta con la corruzione e il ricatto. Uscire dall’egoismo, ritrovare le regioni della vita in comune. Questa, anche questa è l’emergenza democratica.
Avrete visto in tanti il ministro La Russa gridare in tv. Avete letto su questo giornale il capo della polizia Manganelli denunciare come la politica stia affidando alle forze dell’ordine - sempre meno pagate - un ruolo di supplenza. Bisogna credere a quello che si vede. In piazza abbiamo visto professionisti della violenza a volto coperto, non sappiamo chi fossero né ispirati da chi. Crediamo che Manganelli e i suoi uomini abbiano, come lui dice, evitato il peggio. Crediamo anche che il ministro La Russa non sia affatto un pacificatore. Mostrare il disordine giova, da sempre, a chi vuole imporre l’ordine. A volte lo provoca, altre volte non lo evita. Sappiamo che il disagio di chi manifesta è giusto, che in casi anche molto recenti l’ordine è stato mantenuto, che i violenti organizzati sono quasi sempre noti. Se è andata come è andata ci sono delle responsabilità, forse dei mandanti. E’ un’indagine che se ben condotta potrebbe riservare sorprese. Magari gli incappucciati non erano né studenti né poliziotti. Magari qualcuno sa chi erano. Magari urlare serve, come al solito, a distogliere l’attenzione da qui.







Nessun commento: