14 nov 2010

Aung San Suu Kyi LIBERA!!!!!!!!!!!!

Finalmente dopo 7 anni di arresti domiciliari è arrivata la Liberazione!!!! Tutto è successo ieri alle 17.15, da qul momento Aung San Suu Kyi non era più una prigioniera.Libera, per concessione della giunta della Birmania che per 15 degli ultimi 21 anni l’ha tenuta in carcere o reclusa in casa...Dalle prime immagini appare fresca, radiosa, perfino giovane,dietro le aste metalliche del cancello di casa,nel momento in cui annuncia ai suoi sostenitori di essere finalmente libera. Emblematici sono quelle sbarre di ferro acuminate, in primo piano, quasi a ricordare, nel giorno e nel minuto della ritrovata libertà....Tutti avevano capito capito che l’epilogo era vicino..La polizia aveva rimosso i blocchi...Da quel momento migliaiai di manifestanti si era riversato davanti alla casa-prigione.Fino a quando Suu Kyi non è uscita in giardino e si è avvicinata al cancello.Un frastuno festoso di acclamazioni, cori,pianti ha soffocato i suoi tentativi di prendere la parola. Nel rumore assordante gli sono udite solo poche frasi. «Ora dobbiamo lavorare all’unisono» per arrivare all’obiettivo della democrazia. «C'è un tempo per il silenzio e un tempo per parlare». Suu Kyi ha esortato i seguaci a ritrovarsi uniti il giorno dopo davanti alla sede della Lega nazionale per la democrazia, il partito di cui è leader e che ufficialmente non esiste più, disciolto per avere boicottato le elezioni-farsa organizzate domenica scorsa dai militari. Lì parlerà. Lì si saprà come intende continuare la sua battaglia.
Aung San Suu Kyi è un simbolo che il mondo guarda con ammirazione. E’ fonte di grande ispirazione per tutti coloro che credono nella democrazia. Per gli attivisti che in tante parti del mondo, a rischio della vita, lottano per un maggior rispetto dei diritti umani, per i giovani che hanno bisogno di modelli positivi e soprattutto per le donne che in lei vedono autorevolezza e determinazione. E’ l’emblema della forza dei principi sulla violenza. Rappresenta la dignità e la perseveranza in nome di un ideale.Ma la storia di questa donna di 65 anni che da oltre 15 è stata costretta a stare in isolamento, ricorda al mondo anche la sofferenza del popolo birmano. Nella lista dei paesi “produttori” di rifugiati il Myanmar svetta al quinto posto con oltre 400mila rifugiati nei paesi confinanti: Bangladesh, Tailandia, Malesia. Sono essenzialmente persone appartenenti alle minoranze in fuga dalla persecuzione anche su base religiosa e dagli scontri tra militari e componenti guerrigliere.L’ultimo esodo è di pochi giorni fa quando, all’indomani delle elezioni sono esplosi gli scontri tra le forze governative e i ribelli ... Una situazione che rende la vita di migliaia di persone un vero infermo fatto di privazioni, violenza e abusi. Dove la forza di andare avanti è legata alla speranza di un un futuro di pace. Forse ora un pò più vicina?
La Storia di Aung San Suu Kyi:
Aung San Suu Kyi comincia a fare politica contro il regime nel 1988, fondando la Lega nazionale per la democrazia (LND), dopo la repressione nel sangue di proteste contro la giunta militare. Nel luglio 1989 viene messa agli arresti domiciliari. Il regime le offre di lasciare il paese, ma lei rifiuta. Nel '90 il suo partito trionfa alle elezioni, ma il regime annulla il risultato. Nel 1991 Suu Kyi ottiene il premio Nobel per la pace.
Nel '95 viene liberata, anche se non può lasciare il paese. Nel '98 chiede al governo di convocare il parlamento eletto nel '90 e mai riunito. Nel 2000 viene messa per la seconda volta agli arresti domiciliari e ci rimane fino al 2002, quando torna libera. Il 30 maggio del 2003 un convoglio sul quale viaggiava insieme ad altri membri dell'LND cade in una imboscata, apparentemente organizzata dal regime. Muoiono un centinaio di persone (solo 4 secondo il governo). Suu Kyi si salva per miracolo e viene subito arrestata, insieme ad altri collaboratori. Inizia un nuovo periodo di arresti domiciliari nella sua residenza di Rangoon, che dovrebbe finire nel maggio 2009. Ad appena tre settimane dalla scadenza, il 4 maggio, un americano di 53 anni, John Yettaw, si introduce nella sua villa a nuoto, dicendo di volerle portare solidarietà. Il raid costa a Suu Kyi una condanna ad altri tre anni di arresti domiciliari, subito ridotti a 18 mesi dal capo della giunta, il generale Than Shwe. La nuova condanna le impedisce di presentarsi alle elezioni del 7 novembre di quest'anno, che il suo partito comunque ha boicottato.


Walk On, la canzone dedicata dagli U2 ad Aung San Suu Kyi, fu censurata dal regime birmano al momento della sua uscita, nel 2000, tramite il ritiro dalla circolazione delle copie di All You Can't Leave Behind, l'album degli U2 in cui la canzone era inclusa.

VAI AVANTI
e l'amore
Non è cosa facile
L'unico bagaglio
Che tu puoi portare
Non è la cosa più facile
L'unico bagaglio che puoi portare
È tutto quello che non riesci a lasciarti alle spalle
E se il buio è fatto per tenerci lontani
E se il giorno sembra lontano a venire
E se il tuo fragile cuore dovesse rompersi
E per un secondo tu guardassi indietro
Oh no,sii forte
Vai avanti
Vai avanti
Quello che hai,non lo possono rubare
No, non possono neanche sentire
Vai avanti
Vai avanti
Resta al sicuro stanotte
Stai facendo la valigia per andare in un posto
Dove nessuno di noi è mai stato
Un posto che ha bisogno di essere creduto
Per essere visto
Avresti potuto andare via
Un canarino
In una gabbia aperta
Che volerà solo
Solo per la libertà
Vai avanti
Vai avanti
Quello che hai
Non puoi negarlo
Non puoi venderlo né comprarlo
Vai avanti
Vai avanti
Stai al sicuro stanotte
E lo so che fa male
Quando il tuo cuore si spezza
E tu puoi solo farcela
Vai avanti
Vai avanti
Casa
Difficile dire cosa sia
Se non né hai mai avuta una
Casa
Non so dire dove sia
Ma so che ci sto andando
Casa
Ecco dove è il dolore
E lo so che fa male
E il tuo cuore si spezza
E tu puoi solo farcela
Vai avanti
Lascialo dietro di te
Devi lasciartelo alle spalle
Tutto ciò che hai creato
Tutto ciò che hai fatto
Tutto ciò che hai costruito
Tutto ciò che hai rotto
Tutto quello che hai affrontato
Tutto quello che hai provato
Tutto questo puoi lasciartelo alle spalle
Tutto ciò che hai razionalizzato
Tutto ciò di cui ti sei preso cura
È solo questione di tempo
E io non me né farò mai una ragione
Tutto ciò di cui ti sei reso conto
Tutto quello che hai progettato
Tutto quello che hai indossato
E tutto quello che hai visto
Tutto quello che hai creato
Tutto ciò che hai rovinato
Tutto quello che odi

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