15 ott 2010

LA LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE

La LIBERTÀ non é star sopra un albero, non é neanche un volo di un moscone , la libertà non é uno spazio libero, LIBERTÀ é partecipazione..(Giorgio Gaber )

La puntata di ieri di Annozero ha fatto il 23.47% di share, 6.282.702 spettatori.

In qualsiasi azienda chi facesse ostracismo, mobbing, verso chi porta certi risultati verrebbe cacciato a calci in culo. In Italia invece si puo' fare il contrario e leggere anche le critiche dei soliti professionisti dell'arricciamento di naso.


Masi querela Vauro per questa vignetta.

Ma direttore Masi suvvia,ci dica la verità,hai riso pure tu,e forse ti sei specchiato nel tuo essere ridicolmente SERVO. La satira serve proprio a questo, a riflettere sulle miserie umane,in Italia dunque c'è l'imbarazzo nella scelta degli argomenti e delle persone su cui meditare e vergognarsi per aver permesso che arrivassero ai posti di comando. Lo dico dai tempi di Samarcanda, allora non esistevano la rete né facebook né i blog: è legittimo che Santoro possa essere sgradito,che qualcuno possa considerarlo fazioso, di parte (e chissà quale, sono vent'anni che lo seguo e mi pare che non abbia mai fatto sconti a nessuno) e che addirittura ci sia chi lo considera neanche tutto stò granché di professionista.
MA, se c'è Vespa 5 giorni alla settimana,allora ci deve poter stare anche Santoro con le sue DUE ORE a settimana. Io Vespa non lo guardo ma non ne chiedo l'allontanamento o il licenziamento, semplicemente NON LO GUARDO. Vespa deve continuare a starci anche se avesse un solo spettatore o dieci, figuriamoci quindi chi di spettatori ne ha molti milioni a settimana. Perché se non sono tutti imbecilli quelli che hanno votato berlusconi credendo alle sue balle conclamate non lo sono nemmeno tutti coloro che ogni settimana danno fiducia a Michele Santoro che, se raccontasse balle, non sarebbe così osteggiato dal potere.

Mi sono già espresso abbondantemente sulla libertà e sul giornalismo quindi preferisco concludere con una dedica... attraverso le parole di un grande maestro del giornalismo,ma sopratutto un grande uomo...TIZIANO TERZANI,dedicato  a tutti i giornalisti sevitori del regime..

Per i pochi che non lo conosce:era un giornalista Fiorentino (morto nel 2004 dopo una lunga malattia) pacifista amico di Gino Strada,è stato uno dei più grandi scrittori di viaggi del XX secolo.Un cronista appassionato e, soprattutto,un giornalista libero ripeto libero!!!Le sue parole sono sempre state cariche di saggezza oltre che di avventura.Sapeva raccontare gli eventi con lucidità e con entusiasmo.
Amava l'oriente e le sue caratteristiche incontaminate....Non è stato né guru, né hippie: è stato uno che si è preso la libertà di fare un passo in su,come diceva lui :L'abbiamo fatto in tutte le direzioni ultimamente, anche in basso. Ma non in su.
Raccontò l'oriente nelle sue forme di saggezza millenaria, spiritualità, riflessione e silenzio. Parlava di “armonia della vita”.Scelse di finire i suoi giorni in una piccola casa sulla riva del fiume, all'Orsigna; una casa che ricorda una piccola baita Himalayana.(che si trova qui in Toscana)
Per decenni è stato giornalista di guerra, per poi diventare, con i suoi libri ed i suoi scritti, un convinto ed instancabile sostenitore della pace....
Non posso negare che è in assoluto il mio scrittore preferito(Anam il nome del blog è un'omaggio a lui).... e ora le sue parole:

Ci sono parole che sono state e sempre saranno e che nessuno può cancellare o rubare,perché sono di tutti come la libertà di dire,di informare e dunque,per me(e per molti),di resistere..."
il senso vero del giornalismo e della vita a discapito dell'esistenza!
Ho fatto questo mio mestiere proprio come una missione religiosa, se vuoi, non cedendo a trappole facili.
La più facile, te ne volevo parlare da tempo, è il Potere.
Perché il potere corrompe, il potere ti fagocita, il potere ti tira dentro di sé! Capisci? Se ti metti accanto a un candidato alla presidenza in una campagna elettorale, se vai a cena con lui e parli con lui diventi un suo scagnozzo, no?Un suo operatore.
Non mi è mai piaciuto. Il mio istinto è sempre stato di starne lontano.
Proprio starne lontano, mentre oggi vedo tanti giovani che godono,
che fioriscono all'idea di essere vicini al Potere, di dare del "tu" al Potere, di andarci a letto col Potere,
di andarci a cena col Potere,
per trarne lustro,gloria, informazioni magari.
Io questo non lo ho mai fatto.
Lo puoi chiamare anche una forma di moralità.
Ho sempre avuto questo senso di orgoglio che io al potere gli stavo di faccia,
lo guardavo, e lo mandavo a fanculo.
Aprivo la porta, ci mettevo il piede, entravo dentro, ma quando ero nella sua stanza, invece di compiacerlo controllavo che cosa non andava, facevo le domande. Questo è il giornalismo.

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