Prato, settembre 1943-ottobre 1944Come dicevo la resistenza pratese è stata sempre attiva malgrado le repressioni,prima delle squadracce fasciste per conquistare l'avvento al potere,sia poi come repressione dell'antifascismo militare nel corso del ventennio.Sessantadue cittadini pratesi furono deferiti al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato e alla Commissione provinciale per il confino e furono condannati a molti anni di prigione scontati in vari carceri d'Italia.Alla caduta del fascismo,il Comitato Unitario dei partiti antifascisti si costituisce come interlocutore dell'amministrazione comunale, commissariata dal governo Badoglio,per successivamente trasformarsi,dopo l'8 settembre 1943 e l'invasione tedesca,in Comitato di Liberazione Nazionale. Immediatamente dopo i giorni del crollo dello Stato monarchico fu organizzata la prima formazione partigiana che prese il nome di un volontario antifascista di Spagna "O.Storai" che opera² sulle colline di Vaiano e di Vernio,mentre successivamente furono formate le brigate della SAP estese in tutto il territorio comunale e nei comuni circostanti del mandamento: Carmignano, Poggio a Caiano, Montemurlo,Vaiano e Vernio dove la resistenza ebbe una vasta base popolare che ne aiuta lo sviluppo e l'azione contro i nazifascisti.
Gli scontri con i nazifascisti furono estesi in tutto il comprensorio dove avvennero fatti d'arme di particolare rilievo.Basta ricordare fra tutti l'attacco al treno alla stazione di Carmignano(vedi link dell'11 giugno http://eleboa.blogspot.com/2010/06/l11-giugno-1944-poggio-alla-malva.html#links)formato da vagoni pieni di tritolo destinato alla distruzione delle fabbriche di Firenze e di Prato ed in sosta da alcuni giorni presso lo stabilimento Nobel,il quale fu fatto saltare da un gruppo di partigiani che caddero in questa azione,i fratelli Bogardo ed Alighiero Buricchi(foto bogardo)Bruno Spinelli Ariodante Naldi.
Dopo gli scioperi antifascisti del marzo del 1944, per la pace,il pane, la libertà,i nazifascisti rastrellarono oltre 500 lavoratori che,prima internati nella fortezza dell'Imperatore(centro di Prato)furono poi deportati nei campi di sterminio nazisti,dai quali ne ritornarono solo alcune decine.
Prima della liberazione,avvenuta per opera dei partigiani il 6 settembre 1944,i nazifascisti si macchiarono dell'ultimo crimine contro il popolo pratese:ventinove partigiani della Brigata Buricchi,mentre si avvicinavano al capoluogo comunale furono catturati dopo uno scontro a fuoco e impiccati alle travi di un arco a volta fra due abitazioni.La gente ricorda ancora la fierezza con la quale i giovani affrontarono la morte alla vigilia della liberazione.
I 29 Martiri di Figline!!
Questo fu il tributo che la sfortunata brigata Buricchi pagò a poche ore dalla liberazione della città.Quei ragazzi che in quei mesi avevano combattuto un nemico potente, nei dintorni di casa propria, erano morti proprio alla soglie della conclusione della dura contesa. Avevano combattuto come avevano potuto tra gente che si era dimostrata amica,chi pretendeva di asservili e umiliarli.Avevano imbracciato un'arma ed erano saliti sulle montagna Pratesi,con un'ideale d'indipendenza e di dignità,pagando con la morte il 6 settembre del 1944.I tedeschi lasciarono sul terreno 7 uomini e si allontanarono con il loro fardello d'infamie. Eravamo circondati.I tedeschi lanciarono i bengala e cominciarono a far fuoco.Così scrive Carlo Ferri di quelle drammatiche ore.Quei ragazzi allenati a colpire e dileguarsi erano capitati sotto il tiro preciso delle mitragliatrici tedesche,piazzate con studio,irraggiungibili,azionate insieme o alternativamente per non dare il tempo e la possibilità di respirare.Lo scontro fu durissimo e ai partigiani non restava che sganciarsi e ritirarsi.L'ordine era che in caso di attacco si dovevano ritrovare alla base. Il Bardazzi (Bardazzi è stato il compagno di Ofelia Giugni coraggiosa staffetta partigiana che ho avuto la fortuna di conoscere,ricordo che quando Bossi è venuto a Prato salì sul palco con la bandiera Italianarecentemente scomparsa.)e altri cercarono di dirigervisi,ma furono catturati. Riuscirono a liberarsi uccidendo due tedeschi.Poi nel pomeriggio tornarono sul monte Iavello,ma furono di nuovo catturati dai tedeschi arrivati lassù prima di loro.Si liberarono con un'azione che portò alla morte di Ferruccio Moggi sui tornanti della strada alla Collina.Fino all'alba durò la violenta sparatoria. Era la mattina del 6 settembre. Poi ebbe inizio il setacciamento del territorio e la caccia all'uomo.Intanto a Figline i partigiani catturati furono alla meglio raggruppati con le mani alla nuca,e condotti almeno in parte a villa Nocchi.Una trentina di loro furono schierati davanti al portone d'ingresso.La messa in scena durò pochi minuti.Il comandante aguzzino tedesco fece tradurre da Franz:Poiché siete civili trovati con armi e munizioni,vi condanno a morte tramite impiccagione!Altri quindici partigiani che erano riusciti a confondere i tedeschi affermando di essere degli sfollati,attendevano sotto il portico del contadino di essere trasferiti a Bologna. icondannati furono incolonnati e condotti verso Figline,mentre i tedeschi cercavano le corde per compiere la strage. La cronaca degli ultimi avvenimenti è stata scritta da Argilano Bailonni al quale i tedeschi vollero fare assistere affinchè potesse testimoniare la barbarie del loro gesto.Sotto le travi della via oggi intitolata ai martiri a Figline furono impiccati 29 partigiani appartenenti alla brigata Buricchi.Appoggiati al muro della Bardena con le mani incrociate alla nuca attesero il proprio turno.Solo due partigiani riuscirono a salvarsi approfittando dello scompiglio che alcune cannonate alleate avevano creato sui tedeschi: Santino Grassi e Romano Villani. Gli altri furono tutti impiccati.Sembra che solo 21 partigiani fossero sulla Bardena con le mani alla nuca,quindi secondo il macabro costume nazista,a Figline furono impiccati anche i morti.Fu persino impedito di benedire quei ragazzi,infatti don Milton Nesi li benedì da lontanoQuella triste giornata era finita: con 7 feriti, 14 dispersi, 13 uccisi nello scontro e complessivamente 29 impiccati...Le corde con le quali in Via Maggio a Figline furono impiccati i partigiani catturati o raccolti feriti o morti, dopo lo scontro con i tedeschi a Pacciana.Le corde furono lasciate sulle travi, com'erano quando sono stati staccati i cadaveri, fino al 28 gennaio 1960, quando furono tolte e rinchiuse in una teca del monumento ai 29 Martiri per assicurarne la conservazione.
La scultura dedicata ai 29 Martiri di Figline. E' stata realizzata nel luogo dell'eccidio. Le travi di legno che si vedono nella fotografia sono le travi dove sono stati barbaramente impiccati i partigiani
I nomi dei Martiri impiccati
L'elenco è nello stesso ordine in cui i nomi dei martiri sono elencati sul monumento di Figline eretto in loro ricordo a pochi metri dal luogo dell'impiccagione.1.Cialdini Bruno
2.Giraldi Giovanni
3.Lippini Leonetto
4.Martini Quinto
5.Ridolfi Umberto
6.Risaliti Lorenzo
7.Pagli Rolando
8.Toccafondi Adolfo
9.Ventura Domenico
10.Ventura Benito
11.Danesi Elio
12.Pizzicori Dino
13.Benincasa Guido
14.Staicovik - partigiano sovietico
15.Giunti Guido
16.Mugnaini Fiorenzo
17.Ciampi Natale
18.Delfini Gustavo
19.Panconi Marcello
20.Pasquinelli Manfredo
21.Rapezzi Fernando
22.Bini Fiorello
23.Tronci Mario
24.Vannoni Alessandro
25.Spano Attilio
26.Zucca Bruno
27.Nicolaief - partigiano sovietico
28.Marradi Mauro
29.ignoto - partigiano sovietico
E' da ricordare che quella di Figline è finora una strage impunita, solo di recente studiosi indipendenti sono riusciti a dare un nome all'ufficiale nazista che impartì i comandi. E questo nonostante che gli americani arrivati a Figline avessero raccolto un soldato tedesco ferito (a cui la popolazione aveva prestato i primi soccorsi): è impensabile che il prigioniero non sapesse i nomi dei propri ufficiali, ma l'esercito americano scelse di secretare queste informazioni impedendo di fatto l'istituzione di un processo per crimini di guerra.
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