Anche perchè normalmente,una società civile si siede attorno ad un tavolo e discute pro e contro certe idee e iniziative.Normalmente se ne esce con una decisione che scaturisce dai ragionamenti incrociati di tutti,anche quelli più estremi e che corrisponde alla volontà della maggioranza di coloro che erano seduti al tavolo che a loro volta erano stati mandati a rappresentare la volontà dei cittadini.Però parliamoci chiaro è dal 1994 che la società civile in Italia è rappresentata da una bolgia di corrotti, faccendieri, razzisti, fascisti e puttanieri.Non si discute al tavolo con questa gente che è composta da individui orripilanti come Bossi, Calderoli,La Russa,Castelli, Alfano, Ghedini, Maroni, Bondi, giornalisti come Belpietro, Feltri e Ferrara, imbecilli laureati come Sgarbi, caricature pericolose come Scilipoti e così via.Inoltre con un presidente della Repubblica che non ha detto neanche una parola a riguardo e compresa parte dell'opposizione!!!!E allora stà a noi fare qualcosa!Non si può cancellare la storia,cancellare i giorni che rappresentano le fondamenta di queste repubblica e così sostituirli con dei numeri sul calendario, è una operazione analoga a quella che facevano i nazisti con le persone nel campo di concentramento.Loro cancellavano i nomi e li sostituivano a numeri.Queste festività sono come i nostri nomi,ci riconoscono,ci rendono fratelli... Non facciamoci annullare,non facciamoci disperdere.Possiamo fare qualcosa, DOBBIAMO fare qualcosa almeno per il rispetto del sangue di chi è morto per quelle date! Ribelliamoci, parliamone, convinciamo i nostri vicini, scriviamo, uniamoci! Non lasciamo ai nostri figli e nipoti un mondo senza memoria... Un paese senza memoria è come un uomo con l'alzhaimer.... Un involucro vivo ma morto dentro!
Ora e sempre ....Resistenza!!!
Il commento dell'Anpi:
"Da quanto si apprende dai giornali, tra i provvedimenti che il Governo si accinge ad adottare - in relazione all'aggravarsi della crisi - ci sarebbe quello dell'accorpamento di alcune feste "non concordatarie" nella domenica più vicina oppure al lunedì. Ancora una volta saremmo di fronte ad una misura che molti considerano di scarsissima efficacia e poco corrispondente all'equità e alla ragionevolezza, sempre necessarie quando si richiedono sacrifici. Un provvedimento che, guarda caso, riguarderebbe le uniche festività laiche sopravvissute (25 aprile, 1 maggio, 2 giugno), dotate di grande significato storico e di notevolissima valenza politica e sociale. L'ANPI, portatrice e sostenitrice dei valori che quelle festività rappresentano, non può che manifestare la propria, vivissima preoccupazione e chiedere con forza un ripensamento che escluda misure di questo genere, prevedendone altre che siano fornite di sicura e pacifica efficacia, non contrastino con valori storico-politici da tempo consolidati e soprattutto corrispondano a criteri di equità politica e sociale".
IL COMITATO NAZIONALE ANPI
B. è un Mussolini fallito(Giorgio bocca)
Quando si racconterà la storia dell'Italia sotto il Cavaliere si vedrà che c'erano tutte le premesse di una dittatura. E' mancata solo la violenza fisica sui dissidenti, sostituita con l'intimidazione mediatica
Perché la maggioranza degli italiani, anche conservatori, vota contro Silvio Berlusconi, contro la sua democrazia autoritaria? Perché dopo anni di rassegnazione riscopre la politica e l'adopera per porre fine a un regime che non ha neppure la giustificazione dell'efficienza? Perché il tiranno non ha saputo, non ha potuto fare di quello strumento decisivo del potere che è il terrore la certezza dei sudditi di essere dentro il tritacarne poliziesco.Berlusconi non ha saputo o voluto essere un dittatore sanguinario, torturatore, feroce. Ha pensato di poter sostituire i plotoni d'esecuzione con il fango della diffamazione e le persuasioni della corruzione, che gli fosse più facile devastare la faccia, la reputazione dei suoi concorrenti al potere che mettere in piedi il pesante apparato della repressione poliziesca. Non neghiamogli un naturale rifiuto per la violenza bruta, per la macelleria sociale, per i lavori forzati, i gulag. Il che non esclude la violenza, la volontà di ferro di distruggere gli avversari: il caso Boffo è esemplare. Boffo è stato eliminato non con le pallottole ma con la diffamazione. Come dittatore di nuovo tipo Berlusconi ha usato le armi di cui era ben fornito: il denaro e la stampa gialla.
Era dagli anni Venti, dalla nascita del fascismo, che un aspirante tiranno preferiva la diffamazione dell'avversario all'intimidazione fisica. Arrivato alla proprietà di molte reti televisivi e di un quotidiano nazionale Silvio è stato il primo a scoprire che il gossip, l'informazione mondana, i retroscena sessuali potevano essere una formidabile arma politica deterrente e distruttiva. Come si era impadronito della televisione, della pubblicità e delle loro seduzioni senza la minima preoccupazione culturale e morale, senza il minimo timore di cosa ne pensassero gli altri, i moralisti, gli intellettuali, famiglie a lui estranee, Berlusconi è diventato il signore dei telegatti televisivi e della stampa colorata o rosa o gialla, o per corrompere o per diffamare. Chiunque al mondo avesse avuto come lui la capacità e la fortuna di diventare un grande editore si sarebbe preoccupato di fare informazione di prestigio, avrebbe avuto come modelli "Le Monde" o il "New York Times". Ma lui, che prima di tutto è uomo di successo, ha preferito da subito fare dei suoi giornali qualcosa di simile a se stesso, pronto a rintuzzare il minimo attacco avversario, ripagarlo con diffamazioni senza misura, prolungate per giorni e settimane, su tutto ciò che di abusivo e di illegale potevano aver fatto i concorrenti o anche non aver fatto, bastava che fosse credibile che lo avessero fatto. La storia italiana politica o economica, come si era formata nella Repubblica democratica, non era una villanella senza peccato, esente da tutte le tentazioni connesse all'informazione, l'unico mondo in cui il fantastico e il falso possono sostituirsi al vero e al serio. La tentazione è forte e il sistema pubblicitario la moltiplica, ma in quella stampa, persino nel periodo fascista, esisteva un minimo di educazione, di civile convivenza: nessuno si è mai sognato nella Repubblica italiana di attaccare Togliatti per la sua relazione extraconiugale, e indiscrezioni sugli amori altrui erano rare e contenute.Con Silvio e il bunga bunga l'elogio del piacere della prostituzione diviene imperante, asfissiante. Dicono di Berlusconi che sia malato di sesso. Certo appartiene a quella specie umana che non sa parlare di altro, pensare di altro, quelli che il sesso lo portano in fronte.Una conferma che lascia sbalorditi: ricevendo a Roma il primo ministro israeliano Netanyahu, Berlusconi a un certo punto si è voltato verso un grande quadro e ha detto "questo è il bunga bunga del 1811, quello è Mariano Apicella e quell'altro sono io", indicando due personaggi. L'imbarazzato Netanyahu ha fatto un sorriso di circostanza. E arrivando a Palazzo Chigi Silvio aveva fermato il corteo per salutare una bella ragazza
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