Lo ammetto, l'ateo anticlericale che c'è in me,di fronte alla meravigliosa sfrontatezza di questo prete,ha vacillato...raramente,(forse solo leggendo Don Lorenzo Milani), mi è capitato di imbattermi in un uomo di chiesa più "dannatamente santo" di Don Gallo.Un uomo di Chiesa con il coraggio di guardare la realtà e di affrontarla con le armi disarmanti dell'ironia e del puro buon senso,provo delle ipocrisie del mondo clericale che nei suoi vertici ormai nulla,o quasi,ha a che fare con il messaggio che la chiesa dovrebbe dare...Don Gallo è diverso lui prete di strada che si considera un anarchico.Ricordo di aver letto che durante la tradizionale formula del rito del battesimo Don Gallo recita queste parole:
Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo e dell'antifascismo”.Ora ha scritto questo libro:"DI SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE" il tema portante pone l'accento soprattutto sui primi 12 articoli che trattano dei principi fondamentali.E' un libro rivolto specialmente ai giovani che non pretende di essere un saggio di diritto costituzionale ma che attraverso l'esempio di un caloroso sentire umano,rende vivida la comprensione dei singoli “pezzi di Costituzione” citati.L'autore è un prete conosciuto per avere una visione atipica del proprio mandato.Anche in questo libro Don Andrea senza risparmio si scaglia contro le tesi revisioniste del fascismo per Don Gallo essere antifascista è un dovere civico.Sono tanti gli spunti di riflessione sui principi fondamentali della Costituzione tra cui il senso della vera laicità. Il vero laico è colui che accetta l'indipendenza dello Stato rispetto alla religione e cita ad esempio il cattolicissimo Giorgio La Pira, che prima di essere Sindaco di Firenze fu nella commissione costituente “dei 75” e si fece trovare pronto ad abbandonare la speranza di inserire una matrice cristiana nella Costituzione Italiana.Don Gallo insiste su questo tema anche quando affronta la Costituzione europea, non negandola ma affermando l'assoluta indifferenza di una legge rispetto a tali argomenti.Insomma il lettore sente dire tutto quello che non si aspetterebbe da un prete.Sulla Costituizione non ha dubbi. Bisogna difenderla ad ogni costo in quanto è stata pattuita da milioni di italiani.
Una volta il cardinale Tettamanzi mi chiese:«Gallo, tu preghi?»
«Quando voi superiori mi fate delle zuppe è chiaro che prego.
Però eminenza, io ho una preghiera che per divulgarla serve il suo nulla osta…»
E lui, intrigante brianzòl:
«E qual è questa preghiera?»
«I primi dodici articoli della Costituzione!»
BIOGRAFIA
Andrea nasce a Genova il 18 Luglio 1928 e viene immediatamente richiamato, fin dall'adolescenza, da Don Bosco e dalla sua dedizione a vivere a tempo pieno "con" gli ultimi, i poveri , gli emarginati, per sviluppare un metodo educativo che ritroveremo simile all'esperienza di Don Milani, lontano da ogni forma di coercizione.Attratto dalla vita salesiana inizia il noviziato nel 1948 a Varazze, proseguendo poi a Roma il Liceo e gli studi filosofici.Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile a San Paulo dove compie studi teologici: la dittatura che vigeva in Brasile, lo costringe, in un clima per lui insopportabile, a ritornare in Italia l'anno dopo.Prosegue gli studi ad Ivrea e viene ordinato sacerdote il 1 luglio 1959.Nel 1960, inviato come cappellano nel noto riformatorio per minori della Garaventa, cercò di introdurre una impostazione educativa diversa, sostituendo i metodi unicamente repressivi con una pedagogia della fiducia e della libertà: permetteva ai ragazzi di uscire, di andare al cinema e di vivere momenti comuni di piccola autogestione, lontani dall'unico concetto fino allora costruito, cioè quello dell'espiazione della pena..Successivamente venne destinato in qualità di vice parroco alla parrocchia del Carmine (Genova) dove rimase fino al 1970, anno in cui il cardinale Siri lo trasferì a Capraia. Nella parrocchia del Carmine Don Andrea fece scelte di campo con gli emarginati. La parrocchia diventò un punto di aggregazione per giovani e adulti, di ogni parte della città, in cerca di amicizia e solidarietà con i più poveri e con gli emarginati, che al Carmine trovavano un punto di ascolto.L'episodio che provocò il trasferimento fu un incidente verificatosi nell'estate del 1970 per quanto disse durante una sua omelia domenicale. Nel quartiere era stata scoperta una fumeria di hashish e l'episodio aveva suscitato indignazione nell'alta borghesia del quartiere: don Andrea, prendendo spunto dal fatto, ricordò nell'omelia che rimanevano diffuse altre droghe, per esempio quelle del linguaggio, grazie alle quali un ragazzo può diventare "inadatto agli studi" se figlio di povera gente, oppure un bombardamento di popolazioni inermi può diventare "azione a difesa della libertà".
Don Andrea fu accusato di essere comunista, le accuse si moltiplicarono in breve tempo e questo sarebbe stato il motivo per cui la curia decise il suo allontanamento.Da allora si è impegnato sempre di più per la pace e nel recupero degli emarginati, chiedendo anche la legalizzazione delle droghe leggere: nel 2006 si è fatto multare, compiendo una disobbedienza civile, fumando uno spinello nel palazzo comunale di Genova per protestare contro la legge sulle droghe.Don Gallo ha partecipato a La lunga notte, primo album solista di Cisco (ex cantante dei Modena City Ramblers). È stato uno dei più grandi amici di Fabrizio De André. Ha anche presentato il primo calendario Trans della storia italiana, con le trans storiche del Ghetto di Genova, le trans cantate da Fabrizio De Andre
DAL LIBRO:
Siamo di fronte a una caduta senza precedenti della democrazia e dell’etica pubblica: sconfinamenti di potere, dichiarazioni di guerra alla magistratura, ostentazione di disonestà… Quindi abbiamo tutti bisogno di incontrarci, di guardarci negli occhi: l’incontro deve essere il nostro punto di partenza.Se noi apparteniamo veramente alla famiglia umana, io mentre parlo con qualcuno sono già dentro di lui e lui è già dentro di me, siamo la stessa energia umana! E questa materia, quest’energia misteriosa, chiamatela Dio, chiamatela come volete. Ed è questo il segreto: incontrarsi, guardarsi per la conoscenza e la convivenza, la legalità, la fraternità.Se si vuole veramente cercare il sentiero della giustizia e dell’onestà, della lotta alla disonestà, alla corruzione, all’individualismo e all’egoismo, bisogna farsi forza, e credere nei gruppi. Questo è il punto fondamentale: la partecipazione e l’attenzione costante.Tutti abbiamo una responsabilità: siamo un mare in tempesta,e in questo mare l’Italia è una barca che naviga senza bussola. Io ho accettato di imbarcarmi semplicemente, come un mozzo; senza nessuna carica, nessun carisma. Ma come si fa a navigare se non c’è la bussola?Eppure noi ce l’abbiamo in Italia una bussola: è la Costituzione repubblicana. È una bussola che viene da lontano: dai monti, dai campi di concentramento, dalle sofferenze di oltre vent’anni di assenza di democrazia. Ecco, le mie bussole sono due: come partigiano e come essere dotato di coscienza civile, la mia prima bussola è la Costituzione. Poi, come cristiano, la mia bussola è il Vangelo.
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