In clima di "Giro d'Italie e di ciclismo ....Correva l’anno 1898 e a Milano scoppiavano i moti del maggio.Il Regio Commissario Straordinario, Fiorenzo Bava Beccaris, intuì quanto potesse essere pericolosa la bicicletta nell’organizzazione delle rivolte e decise di affiggere un manifesto che ne decretava il divieto nell'intera provincia di Milano.
Il divieto fu ripreso dai nazifascisti che, dal febbraio del 1944,emanarono numerosi bandi cittadini
che vietavano di circolare in bicicletta totalmente o nelle ore di coprifuoco,minacciando l’arresto e l’uso delle armi per il possesso e l’utilizzo di quel terribile strumento di “terrorismo”.E fu proprio durante la Resistenza che la bicicletta visse la sua stagione eroica e divenne un simbolo di libertà, soprattutto femminile.
E “si pedala col vento tra i capelli.Si osserva il paesaggio che scorre veloce,si respira a pieni polmoni,
si incontra ogni genere di persone.Si rischia, la staffetta lo sa perfettamente,e questo fa parte della libertà e della scelta che la giovane ha compiuto”
(da La bicicletta nella Resistenza, Fabio Giannantoni – Ibio Paolucci)
8 mag 2011
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