
Il divieto fu ripreso dai nazifascisti che, dal febbraio del 1944,emanarono numerosi bandi cittadini
che vietavano di circolare in bicicletta totalmente o nelle ore di coprifuoco,minacciando l’arresto e l’uso delle armi per il possesso e l’utilizzo di quel terribile strumento di “terrorismo”.E fu proprio durante la Resistenza che la bicicletta visse la sua stagione eroica e divenne un simbolo di libertà, soprattutto femminile.
E “si pedala col vento tra i capelli.Si osserva il paesaggio che scorre veloce,si respira a pieni polmoni,
si incontra ogni genere di persone.Si rischia, la staffetta lo sa perfettamente,e questo fa parte della libertà e della scelta che la giovane ha compiuto”
(da La bicicletta nella Resistenza, Fabio Giannantoni – Ibio Paolucci)
Nessun commento:
Posta un commento