20 mar 2011
Pier Paolo Pasolini da "Scritti Corsari"
"Il Potere ha deciso che siamo tutti uguali". L'ansia del consumo è un'ansia di obbedienza a un ordine non pronunciato.Ognuno in Italia sente l'ansia,degradante,di essere uguale agli altri nel consumare, nell'essere felice,nell'essere libero: perchè questo è l'ordine che egli ha incosciamente ricevuto,e a cui "deve" obbedire, a patto di sentirsi diverso.Mai la diversità è stata una colpa così spaventosa come in questo periodo di tolleranza. L'uguaglianza non è stata infatti conquistata, ma è una "falsa" uguaglianza ricevuta in regalo. Una delle caratteristiche principali di questa uguaglianza dell'esprimersi vivendo, oltre alla fossilizzazione del linguaggio verbale, è la tristezza: l'allegria è sempre esagerata, ostentata, aggressiva, offensiva. La tristezza fisica di cui parlo è profondamente nevrotica. Essa dipende da una frustrazione sociale. Ora che il modello sociale da realizzare non è più quello della propria classe, ma imposto dal potere, molti non sono appunto in grado di realizzarlo. E ciò li umilia orrendamente...Non è la felicità che conta? Non è per la felicità che si fa la rivoluzione? Oggi , questa felicità - con lo Sviluppo- è andata perduta. Ciò significa che lo Sviluppo non è in nessun modo rivoluzionario, neanche quando è riformista. Esso non dà che angoscia.
("Scritti Corsari", capitolo su "La rivoluzione antropologica in Italia, 11 luglio 1974")
Il volume “Scritti corsari” di Pasolini raccoglie gli articoli, le interviste e le recensioni di Pier Paolo Pasolini pubblicate sul "Corriere della Sera", sul “Tempo illustrato” (quotidiano di Napoli), su “Il Mondo”, sulla “Nuova Generazione” e sul “Paese Sera” (edizione pomeridiana del "Paese" di Roma), tra il 1973 ed il 1975; inoltre, comprende una sezione "documenti allegati", redatti da vari Autori.Pasolini commenta in questo modo quello di cui parlerà nei suoi articoli:"Forse qualche lettore troverà che dico delle cose banali. Ma chi è scandalizzato è sempre banale. E io, purtroppo, sono scandalizzato. Resta da vedere se, come tutti coloro che si scandalizzano (la banalità del loro linguaggio lo dimostra), ho torto, oppure se ci sono delle ragioni speciali che giustificano il mio scandalo."Gli Scritti corsari rappresentano i nodi centrali del pensiero di Pasolini.Questi scritti toccano fatti che coinvolgono, in modo patente e oscuro, la vita e la coscienza di milioni di persone. I temi dell'opera sono la società italiana, i suoi mali e le sue angoscie. Pasolini riesce ad esprimere, con grande chiarezza e senza fraintendimenti, tesi politiche di grande attualità tutt'oggi, con uno spirito critico raro e profondo, e a trattare tematiche sociali alla base dei grandi scontri culturali dell'epoca come l’aborto, il divorzio e il rapporto tra sessualità e omosessualità.Questi sono duri, aspri e sotto alcuni versi "sgradevoli" argomenti che Pasolini affronta senza indulgenza e approssimazioni. Lui è una figura solitaria, lucido analista, crudo e sincero, e molto spesso si scontra con il mondo del conformismo (tendenza a adattarsi ad opinioni, usi e comportamenti già definiti in precedenza che sono politicamente o socialmente prevalenti) che secondo lui è responsabile del degrado culturale della società. Essendo un’intellettuale ha una funzione polemica contro la realtà (prende delle posizioni difficili e scomode) per essere contestato e quindi per creare una polemica che darà evidenza al fatto di cui parla . Molto spesso Pasolini Viene criticato perché dice la verità e chi lo critica è consapevole di questo.
Gli interlocutori dell’opera sono:
i borghesi (coloro che condividono la stessa sua cultura)
la borghesia (scrive sui giornali e propone dei modelli da seguire)
gli intellettuali (come Umberto Eco)
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