17 gen 2011

La Globalizzazione (Carlos Cortés)

Globalizzazione è quando ho fax,computer multimediale, e-mail, televisore con 40 canali, beeper, telefono cellulare, piccioni viaggiatori, segnali di fumo e messaggi in bottiglia e nonostante tutto questo non posso arrivare fino al tuo cuore.Globalizzazione è quando cogli un fiore e trema tutto l'universo ed io dentro l'universo o quando in sogno con una mano catturi una stella e tutti i fiori lasciano cadere i loro petali, le loro lacrime, i loro desideri nascosti e niente è più come prima.Globalizzazione è quando due lumache fanno l'amore per otto ore, contro la luce dell'imbrunire, in una prateria silenziosa, ed anche così sono accusate di eiaculazione precoce.Globalizzazione è quando Bill Gates, il padrone di Microsoft, offre tutto il denaro del mondo per comprare "simbolicamente" il Louvre e poter riprodurre all'infinito tutte le sue opere d'arte per i prossimi mille anni e i francesi gli dicono di NO.
Globalizzazione è quando a Parigi faccio colazione da McDonald´s, pranzo con la pizza e ceno col couscous del Marocco, ma anche quando una crosta di formaggio mi salva la vita in mezzo al freddo e alla solitudine.Globalizzazione è quando gli scantinati della Facoltà di Diritto della Sorbona sono pieni di mendicanti che smaltiscono la loro sbornia sul marmo tiepido e fanno la fila di fronte al Pantheon, dove la Francia seppellisce i suoi grandi uomini in attesa che siano chiamati all'eternità.Globalizzazione è quando vedo da lontano un bambino gitano dal viso sfacciato con la sua fisarmonica parigina e lo vedo per ore esasperarsi suonando una melodia sconosciuta di fronte all'indifferenza del mondo fino a che finalmente non ne può più e lo vedo piangere e piangere e piangere mentre la città gli passa di fronte senza neanche un fazzoletto da offrirgli.Globalizzazione è quando i francesi scoprono un'altra volta Notre Dame in un film di Walt Disney, come fecero 150 anni fa col romanzo di un scrittore che aveva un nome da gargoyle, e quando i turisti giapponesi arrivano al monumento più visitato di Parigi e domandano dove viveva Quasimodo e come si chiamano i gargoyle di cui si parla che, in realtà, sono il frutto dell'immaginazione di un architetto del secolo scorso che restaurò Notre Dame più o meno come ebbe voglia.Globalizzazione è quando vedi in televisione la catastrofe in un paese africano e poco dopo una partita di calcio e dopo ancora l'elezione di Miss Universo e sai già che nessuna delle tre cose cambierà la tua vita e che tutto continua ad essere uguale.

Globalizzazione è quando ormai non parli con gli amici bensì con le segreterie telefoniche dei tuoi amici ed essi con la tua ed il messaggio è tutto quello che potrai dire tra un beep e l'altro.Globalizzazione è quando c'è turismo sessuale per i bambini in Romania e vedo in televisione che i vecchi depravati dell'Europa vanno fin là perché è più a buon mercato ed i bambini sono esposti per strada e leggo sul giornale che sta succedendo la stessa cosa in Costa Rica.Globalizzazione è quando dopo aver detto di no ad una dozzina di mendicanti a Parigi incappi in uno che semplicemente ti disarma con la sua affamata sincerità e non fa un discorso e nient'altro ti dice che, traducendo, "... è che in realtà oggi sto totalmente fatto, nel puro... nulla", nella più assoluta dimenticanza, e lo vedi che è un povero ragazzo di 20 anni, perso dentro se stesso, e non trovi di meglio che dargli tutto quello che hai senza fargli domande né sorridergli né niente e resti lì pensando qual è il senso di tutto ciò.Globalizzazione è quando Wislawa Szymborska che ha pubblicato solo nove libri di poesia e come ogni donna polacca o dell'Europa Orientale ha visto passare attraverso la sua vita l'olocausto, la distruzione, il tradimento, l'orrore, ha cambiato paesi o imperi senza uscire della sua casa, ed anche così ha avuto un pezzo di carta per unico territorio, un po' di inchiostro per unico pane inestinguibile, e ha continuato a scrivere, conservando la sua poderosa verità di sopravvivenza al di sopra del tempo, e dopo, a sua sorpresa e per sorprensa della morte, vince il premio Nobel.
Globalizzazione è quando il popolo si ribella contro i criminali di guerra ed una moltitudine di studenti indica col dito chi è l'assassino delle genti.Globalizzazione è quando le mie due figlie che stanno all'altro capo dell'Atlantico mi mancano e prendo il telefono solo per ascoltare il loro silenzio all'altro capo della linea e sospiro e sospiro.Globalizzazione è quando mia madre aspetta che io attraversi l'Atlantico per morire tra le mie braccia e prima di andare via del tutto mi guarda coi suoi occhi spenti e so che nonostante non possa sentirmi né parlarmi mi ha capito e che non sono necessarie né le parole né le cose per comunicarci.Globalizzazione è quando neppure il microprocessore Intel-Pentium più potente è capace di uguagliare il cuore umano.Globalizzazione è quando arriva Natale e il tempo sembra fermarsi benché il giorno dopo tutto prosegua e domani sia nient'altro che un giorno più, un giorno in più per essere vivi e da vivere.Globalizzazione è quando mi guardo e quando non mi guardo, quando prendo un ascensore che scende o che sale e spengo la luce per sentire la vibrazione del mondo nella mia solitudine ed ascoltare il mondo e la mia respirazione mischiata col meccanismo di salita o di discesa e sapere che almeno per quell'istante sono vivo.Globalizzazione è sapere che 300 persone hanno più della metà della ricchezza del mondo e sapere la quantità di bambini che muore di fame per secondo, per minuto, per giorno, per settimana, per anno, per vita...

Globalizzazione è credere che c'è ancora posto per l'uomo nel mondo, che ancora esiste una comunità, un paese, una tribù dove possiamo essere felici anche solo per una notte.Globalizazione è quando ho fax, computer multimediale, e-mail, televisore con 40 canali, beeper, telefono cellulare, piccioni viaggiatori, segnali di fumo e messaggi in bottiglia e con tutto questo arrivo fino a TE.Globalizzazione è quando ho solo due parole o due silenzi come due baci e con solo quelli, nudo e sincero, posso arrivare fino a TE.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La globalizzazione produce effetti economici a doppio taglio, perchè mentre consente la crescità della richezza aumenta i divari tra ricchi e poveri, tra quelli che riescono a inserirsi nel processo e quelli che ne rimangono inesorabilmente esclusi.
"Globalizzazione è credere che c'è ancora posto per l'uomo nel mondo, che ancora esiste un paese dove essere felici anche solo per una notte.. Per me questo paese è "La città del Pensiero"
"E con le mani alzate verso l'alto noi dobbiamo aiutarli"
Un giorno forse ci riusciremo.

Ciao Presidente,
tua operaia di pensiero..

ANAM ha detto...

Ciao Vanessina,
sai qualche giorno fa o inserito un pezzo di Tiziano Terzani sull'economioa e la crescita,se vai nella sezione Tiziano Terzani la leggerai per intero voglio riportare un pezzo dice:"L'economia dovrebbe essere fondata sull'esigenze dell'uomo.L'economia dovrebbere essera fatta non per i criteri economici ma per L'UOMO.LA CRESCITA!!!.....ma siamo sicuri che il progresso dev'essere solo crescita ?O non sarebbe molto meglio arrivare ad una situazione in cui abbiamo POCO MA IL GIUSTO....poco ma il giusto.

Questo dice,e mi trovo daccordo,cosa si fà a parlare di progresso globalizzazione,crescita quando nel mondo c'è chi muore di fame,le contraddizioni della nostra "progredita societa'" sono fin troppo visibili
mi chiedo come sia possibile che nella vita di tutti i giorni siamo cosi' indignati e incazzati per futilita' che a confronto di cio' che succede nel mondo non sono assolutamente nulla.Mi riferisco alle diatribe sul calciomercato che vomita miliardi su miliardi, alle ricche sfilate di moda di modelle anoressiche, ai finti quiz a premio in tv che regalano sempre piu' stupidi miliardi...agli immani sperperi legati alle nostre pseudo-necessita'quotidiane.
Gente che muore di fame e gente che muore di obesita...E pensare che 300 persone hanno più della metà della richezza del mondo...ma ti rendi conto!!! Allora come dice Tiziano,il progresso è quando tutti avranno il giusto!!!!
un bacio dolce operaia....

Anonimo ha detto...

Lo conosco il pezzo di Terzani. E capisco e condivido tutto ciò che dici. E' tutta questa "società" che è sbagliata..
Poco ma giusto ed invece qui è "tutto o niente"..
Ti lascio una citazione di Terzani che mi piace tanto: "La vera comprensione è quella che va al di là della ragione e che si fonda sull'istinto, sul cuore".

Un bacio, Vanessa.