29 nov 2010

30/11/1786 Granducato di Toscana..Primo stato a dire NO alla pena di morte!!!

Domani si festeggia nella mia regione la "Festa della Toscana",chi non è Toscano potrebbe dire:ma cosa me ne importa! Io credo che ogni italiano non solo toscano(pochi sono a conoscenza) dovrebbe sapere le radici che porta a questa festa(vedi sotto storia),infatti questa festa è stata istituita nel 2000 per ricordare l'abolizione della pena di morte avvenuta il 30 novembre del 1786 (primo stato al mondo) ad opera del Granduca di Toscana,e di questo dobbiamo essere orgogliosi tutti,non solo noi Toscani ma l'Italia intera..Il primo paese al mondo a togliere la pena di morte!!! Quindi il 30 novembre diventa l'occasione per ribadire e sensibilizzare  tutti alla tutela dei diritti umani,della pace e della giustizia... La Festa è celebrata ogni anno con numerose iniziative che il Consiglio regionale,le Province e i Comuni, le associazioni e le istituzioni del territorio organizzano e che coinvolgono ogni località della regione....
La Storia:
Era il 30 novembre 1786 quando l’allora granduca di Toscana Pietro Leopolpdo di Lorena, abolì la pena di morte in tutto il granducato. Alcuni dicono che tale decisione fu probabilmente presa dal granduca dopo la lettura del libro dell’illuminsta Cesare Beccaria, “Dei Delitti e delle Pene“, primo libro interamente dedicato al problema dell’esecuzione capitale, a quei tempi assai diffusa in tutti paesi d’Europa. Sono passati più di due secoli da quel giorno e, se in tutta l’Unione Europea la pena di morte è stata abolita, nel resto del mondo è purtroppo assai praticata, come si può vedere bene in questa mappa. Il Consiglio Regionale Toscano così ha istituito nel 2000 questa festa commemorativa per ricordare quel 30 novembre 1786 in cui Pietro Leopoldo di Lorena, Granduca di Toscana, illuminista ed illuminato, in un colpo solo abolì il reato di lesa maestà, la confisca dei beni, la tortura e, cosa più importante, la pena di morte grazie al varo del nuovo codice penale, che prenderà il nome di Riforma criminale toscana o Leopoldina.
Una festa importante in un momento in cui da alcune parti si cerca di rimettere in discussione l'opportunità di reinserire nella nostra società detta moderna, istituzioni barbare quali la pena capitale e la tortura
 Ecco qui sotto il documento della Legge del 30 novembre 1786, n. LIXPIETRO LEOPOLDO
PER GRAZIA DI DIO
PRINCIPE REALE D’UNGHERIA E DI BOEMIA
ARCIDUCA D’AUSTRIA
GRANDUCA DI TOSCANA
Fino dal Nostro avvenimento al Trono di Toscana riguardammo come uno dei Nostri principali doveri l’esame, e riforma della Legislazione Criminale, ed avendola ben presto riconosciuta troppo severa, e derivata da massime stabilite nei tempi meno felici dell’Impero Romano, o nelle turbolenze dell’Anarchia dei bassi tempi, e specialmente non adattata al dolce, e mansueto carattere della Nazione, procurammo provvisionalmente temperarne il rigore con Istruzioni, ed Ordini ai Nostri Tribunali, e con particolari Editti, con i quali vennero abolite le pene di Morte, la Tortura, e le pene immoderate, e non proporzionate alle trasgressioni, ed alle contravvenzioni alle Leggi Fiscali, finché non ci fossimo posti in grado mediante un serio, e maturo esame, e col soccorso dell’esperimento di tali nuove disposizioni di riformare intieramente la detta Legislazione.
Con la più grande soddisfazione del Nostro paterno cuore Abbiamo finalmente riconosciuto che la mitigazione delle pene congiunta con la più esatta vigilanza per prevenire le reazioni, e mediante la celere spedizione dei Processi, e la prontezza, e sicurezza della pena dei veri Delinquenti, invece di accrescere il numero dei Delitti ha considerabilmente diminuiti i più comuni, e resi quasi inauditi gli atroci, e quindi Siamo venuti nella determinazione di non più lungamente differire la riforma della Legislazione Criminale, con la quale abolita per massima costante la pena di Morte, come non necessaria per il fine propostosi dalla Società nella punizione dei Rei, eliminato affatto l’uso della Tortura, la Confiscazione dei beni dei Delinquenti, come tendente per la massima parte al danno delle loro innocenti famiglie che non hanno complicità nel delitto, e sbandita dalla Legislazione la moltiplicazione dei delitti impropriamente detti di Lesa Maestà con raffinamento di crudeltà inventati in tempi perversi, e fissando le pene proporzionate ai Delitti, ma inevitabili nei respettivi casi, ci Siamo determinati a ordinare con la pienezza della Nostra Suprema Autorità quanto appresso.
(…omissis…)

LI. Abbiamo veduto con orrore con quanta facilità nella passata Legislazione era decretata la pena di Morte per Delitti anco non gravi, ed avendo considerato che l’oggetto della Pena deve essere la soddisfazione al privato, ed al pubblico danno, la correzione del Reo figlio anche esso della Società e dello Stato, della di cui emenda non può mai disperarsi, la sicurezza nei Rei dei più gravi ed atroci Delitti che non restino in libertà di commetterne altri, e finalmente il Pubblico esempio, che il Governo nella punizione dei Delitti, e nel servire agli oggetti, ai quali questa unicamente è diretta, è tenuto sempre a valersi dei mezzi più efficaci col minor male possibile al Reo; che tale efficacia, e moderazione insieme si ottiene più che con la Pena di Morte, con la Pena dei Lavori Pubblici, i quali servono di un esempio continuato, e non di un momentaneo terrore, che spesso degenera in compassione, e tolgono la possibilità di commettere nuovi Delitti, e non la possibile speranza di veder tornare alla Società un Cittadino utile, e corretto; avendo altresì considerato, che una ben diversa Legislazione potesse più convenire alla maggior dolcezza, e docilità di costumi del presente secolo, e specialmente nel popolo Toscano, Siamo venuti nella determinazione di abolire come Abbiamo abolito con la presente Legge per sempre la Pena di Morte contro qualunque Reo, sia presente, sia contumace, ed ancorché confesso, e convinto di qualsivoglia Delitto dichiarato Capitale dalle Leggi fin qui promulgate, le quali tutte Vogliamo in questa parte cessate, ed abolite. (…omissis…)
Tale è la Nostra volontà, alla quale Comandiamo che sia data piena Esecuzione in tutto il nostro Gran-Ducato, non ostante qualunque Legge, Statuto, Ordine, o Consuetudine in contrario.
Dato in Pisa li 30. Novembre 1786.
PIETRO LEOPOLDO.
V. ALBERTI.
CARLO BONSI.
In Firenze l’Anno 1786. Per Gaetano Cambiagi Stampator Granducale.

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