2 set 2011

Restiamo umani "Vittorio Arrigoni"(Libro)


Era il 15 aprile 2011 quanto tutti gli organi d'informazione del nostro paese annunciavano la morte di Vittorio Arrigoni,gli stessi che erano rimasti indifferenti ai messaggi che Vik inviava attraverso il il giornale per cui collaborava "Il Manifesto" e sopratutto il suo blog "Guerrilla radio" al mondo intero,e proprio grazie a questo blog che l'ho conosciuto,lo scrivevo all'indomani della sua morte:Vittorio Arrigoni. Restiamo umani..A mesi dalla sua morte il modo migliore per ricordare chi era Vittorio Arrigoni e perché si trovava in Palestina,è riprendere in mano il libro che la Manifestolibri pubblicò nel 2009,dove c'è tutte le sue testimonianze,preziose perché rarissime (era il solo Italiano presente),dei giorni terribili della sanguinosa offensiva(genocidio!!1316 morti Palestinesi) israeliana "Piombo fuso" contro la Striscia di Gaza, andata avanti dal 27 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009 !!!E  così l'ho voluto ricordare,leggendo questo libro dal titolo "Restiamo umani" che era il modo in cui Vik concludeva i suoi pezzi .Certo non è avvincente come un romanzo,non è dolce come una poesia.E' invece devastante come lo sono le bombe sui civili,è ipocrita come ipocrita è lo sguardo dell'Occidente,è triste come solo chi muore giorno dopo giorno sa essere,è freddo come freddo è chi lo scrisse.Vik oramai è morto eppure vive ancora in queste pagine,nel ricordo di orrori che in prima persona ha visto accadere e nel coraggio che ha avuto nel raccontarli.Questo è un piccolo libro,troppo piccolo forse per il tema che affronta:ogni giorno continuano a venir giù case,ospedali e scuole,e nessuno si accorge che sotto quelle macerie,sotto quell'ammasso di polvere,ci sono bambini, donne e uomini:un popolo che sta morendo.Il popolo palestinese è vittima di un orrenda macchina,ma non è la guerra:è la tacita volontà di sterminarli,i palestinesi; di "epurare" quella striscia di terra dai loro leggittimi proprietari.Ma non è questo il luogo per affrontare questo argomento, questo delirium tremens.Questo libro, di sicuro interesse, vi aprirà gli occhi su una realtà diversa.Vik ci hai urlato ogni giorno che rimanere umani significa amarci,ci hai urlato di non essere stati messi sulla Terra per la competizione,per sopraffare i più deboli,per arricchirsi col sangue della povera gente ma ESSERE la gente, volersi bene,condividere gioia e dolore e godere di tutte le cose che la natura ci ha messo a disposizione senza appropriarsene, senza abusarne.Ci hai insegnato che una vita è sacra quanto e più della propria,che sulla terra non ci possono essere confini, muri, barricate, che il potere è disumano, la violenza è disumana. Essere umani è darsi una mano e la tua casa è ogni porta che si apre, ma non abbiamo capito.Come possiamo ora ripetere le sue parole "restiamo umani"a chi umano non è?Mentre leggerete questo libro, ricordatevi di quest'uomo: lui credeva - o almeno lo sognava - in un mondo migliore,RESTIAMO UMANI

Così Vik presentava il suo libro nel suo blog
Cari Hermanos,il nostro adagio "RESTIAMO UMANI" ,diventa un libro.
E all'interno del libro il racconto di tre settimane di massacro, scritto al meglio delle mie possibilità, in situazioni di assoluta precarietà, spesso trascrivendo l'inferno circostante su un taccuino sgualcito piegato sopra un'ambulanza in corsa a sirene spiegate, o battendo ebefrenico i tasti su di un computer di fortuna all'interno di palazzi scossi come pendoli impazziti da esplosioni tutt'attorno.Vi avverto che solo sfogliare questo libro potrebbe risultare pericoloso, sono infatti pagine nocive, imbrattate di sangue, impregnate di fosforo bianco, taglienti di schegge d'esplosivo.Se letto nella quiete delle vostre camere da letto rimbomberanno i muri delle nostre urla di terrore, e mi preoccupo per le pareti dei vostri cuori che conosco come non ancora insonorizzate dal dolore.Mettete quel volume al sicuro, vicino alla portata dei bambini, di modo che possano sapere sin da subito di un mondo a loro poco distante, dove l'indifferenza e il razzismo fanno a pezzi loro coetanei come fossero bambole di pezza.In modo tale che possano vaccinarsi già in età precoce contro questa epidemia di violenza verso il diverso e ignavia dinnanzi all'ingiustizia.Per un domani poter restare umani.I proventi dell'autore, vale dire Vittorio Arrigoni, me medesimo, andranno INTERAMENTE alla causa dei bambini di Gaza sopravvissuti all'orrenda strage, affinché le loro ferite possano rimarginarsi presto (devolverò i miei utili e parte di quelli de Il Manifesto al Palestinian Center for Democracy and Conflict Resolution, sito web, per finanziare una serie di progetti ludico-socio-assistenziali rivolti ai bimbi rimasti gravemente feriti o traumatizzati ).
Nonostante offerte allettanti come una tournee in giro per l'Italia con Noam Chomsky, ho deciso di rimanere all'inferno, qui a Gaza.Non esclusivamente perché comunque mi è molto difficile evacuare da questa prigione a cielo aperto (un portavoce del governo israeliano ha affermato :"e' arrivato via mare, dovrà uscire dalla Striscia via mare"), ma soprattutto perché qui ancora c'è da fare, e molto, in difesa dei diritti umani violati su queste lande spesso dimenticate.Non avremo certo gli stessi spazi promozionali di un libro su Cogne di Bruno Vespa o una collezione di lodi al padrone di Emilio Fede, da qui nasce la mia scommessa, sperando si riveli vincente.Promuovere il mio libro da qui, con il supporto di tutti coloro che mi hanno dimostrato amicizia, fratellanza, vicinanza, empatia.Vi chiedo di comprare alcuni volumi e cercare di rivenderli se non porta a porta quasi, ad amici e conoscenti, colleghi di lavoro, compagni di università, compagni di volontariato, di vita, di sbronza.E più in là ancora, proporlo a biblioteche, agguerrite librerie interessate ad un progetto di verità e solidarietà.Andarlo a presentare ai centri sociali e alle associazioni culturali vicino a dove state.Si potrebbero organizzare dei readings nelle varie città, (io potrei intervenire telefonicamente, gli eventi sarebbero pubblicizzati su Il Manifesto, sui nostri blog e aggiro per internet) e questo potrebbe essere anche una interessante occasione per contarsi, conoscersi, legarsi.Non siamo pochi, siamo tanti, e possiamo davvero contare, credetemi.Il libro lo trovate fin d'oggi nelle edicole con Il Manifesto, e fra due settimane nelle librerie.Confido in voi, che confidate in me, non per i morti ma per i feriti a morte di questa orrenda strage.Un abbraccio grande come il Mediterraneo che separandoci, ci unisce.
Restiamo umani.vostro mai domoVik
Nella interessante Prefazione Michele Giorgio scrive:
"Senza i preziosi resoconti quotidiani di Arrigoni, spesso scritti in condizioni difficili, durante i bombardamenti, nei rari internet point dotati di un generatore autonomo di elettricità, anche il nostro giornale [il Manifesto, ndr.] sarebbe stato costretto a riferire della guerra a Gaza solo con i lanci delle agenzie di stampa, sperando di poter ottenere, attraverso intermittenti comunicazioni telefoniche, qualche testimonianza diretta di quel bagno di sangue. Accanto all’impegno di Arrigoni, non si può dimenticare il lavoro, eccezionale, svolto dai reporter e dai cameramen palestinesi, quattro dei quali sono rimasti uccisi e altri 35 feriti dai bombardamenti che hanno anche colpito due sedi di giornali ed emittenti radiotelevisive."E ancora:"L’operazione militare israeliana «Piombo fuso», scattata – secondo la versione ufficiale – per colpire Hamas e bloccare i lanci di razzi da Gaza, e che invece ha ucciso circa 1.300 palestinesi (tra i quali centinaia di donne e bambini) e provocato distruzioni stimate in alcuni miliardi di dollari (i morti israeliani sono stati 13, tre dei quali civili), passerà alla storia anche per le restrizioni imposte al lavoro dei giornalisti stranieri. La chiusura del valico di Erez, tra Gaza e Israele, ha impedito per tutto il conflitto, alla stampa estera accreditata nello Stato ebraico, di poter entrare nella Striscia e raccontare la guerra in tutti i suoi aspetti. Per tre settimane a centinaia di giornalisti provenienti da tutto il mondo – secondo cifre non ufficiali, oltre 400 – è stato negato il diritto di cronaca a Gaza e consentito di riferire liberamente soltanto ciò che accadeva nel Sud di Israele, preso di mira dai razzi Qassam e Grad sparati dai palestinesi. Di ciò che è avvenuto a Gaza, le telecamere di decine di stazioni televisive internazionali hanno potuto mostrare, dalle alture circostanti, le esplosioni in lontananza nelle città e nei villaggi, causate dalle bombe sganciate dagli F-16 e dai colpi dell’artiglieria pesante... "
Arrigoni era lì.Possiamo condividere le sue idee politiche oppure no, ma era lì testimone di una catastrofe innaturale, dalla parte dei civili, delle vittime, dei figli di un Allah minore, come lui stesso scrive, di chi usava le fionde contro le bombe al fosforo bianco, e non come combattente violento e prevaricatore al fianco di terroristi pericolosi.Questo era Arrigoni, un giovane uomo disposto a fare da scudo umano per difendere la possibilità di altri uomini di coltivare i propri campi o di pescare nei loro mari.
Per concludere voglio prendo un pezzo di Vik pubblicato da Elena D'Elia nella presentazione del libro
(nuova versione maggio 2011)una lettera che Vik scriveva nel 2004 a Tiziano Terzani nel giorno della sua morte,Tiziano era per Vik un suo punto di riferimento importante,e visto che il nome di questo blog Anam è dedicato proprio a Tiziano non potevo che concludere con questa lettera..
Ho visto le migliori menti della mia generazione..perire....
Non ha senso.
Eppure i sensi partecipano attivamente, anche troppo
troppo sensibili, umidi, i miei occhi
che sino a qualche ora fa prosciugavano dinnanzi ad un impavido sole.
Non ha senso questo ricambio ingiusto che annerisce la nostra epoca
Le migliori menti emigrano verso altri altrove
lasciando vuoti immensi e silenzio laddove saggezza e insegnamento ci indicavano la direzione.
lasciando a voci effimere e volgari il palcoscenivco del giornalismo,
ma la platea è vuota, deserta,evacuata
dopo l'eclissi del primo attore.
Le fallaci rimangono e i Terzani migrano, ma questo sa di cinismo.
Il suo ultimo libro mi fa da cuscino,
dei 4 libri che mi sono portato appresso in Palestina, due mesi fa,
nell'ingrato compito di fare da scudo contro i proiettili israeliani diretti ai visi dei civili palestinesi innocenti,il suo ultimo,unico autore italiano,per me,
il migliore, e gli ho consetito il posto d'onore,sebbene voluminoso,
sempre con me infilato nello zaino durante le nostre azioni pacifiste.
Come totem, come testo sacro,
come parola di conforto e di vicinanza nell'alienazione generale che la disperazione di muoversi in paesaggi di guerra ti attacca addosso.
Mi è servito molto,son tornato ancora sano e salvo,
allora dciamo che è stato vitale.
Non ho mai avuto modo di comunicare a Tiziano del mio immenso rispetto,
della sua capacità di tirarmi fuori,
tramite un'empatica scrittura,il meglio dei miei sentimenti di tolleranza ed armonia con il diverso.
L' Attrazione per le culture differenti e la capacità di immedesimazione nel dolore e nelle gioie altrui.
Questo quello che per primo ho appreso,
questo quel che in me si muove nella sua ombra,
nei miei gesti, intendimenti, velleità di giustizia e onore,
amore.
e lode infinita alla vita nelle sue molteplici sfumature.
non andrò a Palazzo Vecchio,
non perchè la distanza è notevole (per un vero amico non esistono sforzi in eccesso)
ma perchè quel che in me di lui dimora non muore, non pùo andarsene
e allora dirò addio alla sua forma fisica, corporea, carnale
col migliore dei riti che improvviserò in questa stanza oscura.
Immagino una fila di incensi, dei lumi i suoi volumi ed io che strappero e darò fuoco ad alcune delle sue pagine,
auscultando il crepitio delle fiamme e la tua ultima lezione,
avendo cura di lasciare uno spiraglio aperto della mia finestra,
che un alito di vento dall'antico Himalaya possa venire ad augurarti buon viaggio,
dinnanzi al mio viso stupito e contaminato,
di tutta quell'esperienza che con noi hai condiviso e non immaginavi potesse muoversi in massa verso un comune sensibile sentire,dopo il tuo ultimo respiro.
Ci vediamo infondo a quella strada che in solitudine accolse i tuoi primi passi,
ora rincorrono le tue orme generazioni di uomini fioriti, forti in ideali inossidabili
continua ti prego a guidarci laddove ora ci scrivi in sogni
VIK(29 LUGLIO 2004)

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