Oggi avrebbe 70 anni,(l'ho ricordato il 9 ottobre vedi link >qui ) ma quella frase “Ehi, Mr. Lennon! Lei sta per entrare nella storia” recitata da Mark David Chapman, di fronte all’ingresso del Dakota Building alle ore 22.51 dell’8 Dicembre 1980, ha messo fine ad un mito della musica internazionale,lui che con i Beatles è stato un vero e proprio delirio per il pubblico di tutto il mondo...pubblico che in Lennon non amava solo la sua musica, ma il suo attivismo politico e la sua dedizione per il movimento pacifista e dei diritti civili negli Stati Uniti.
La cosa straordinaria è che l’hanno ammazzato all’apice della propria resurrezione, come pare capiti spesso alle figure che attraversano la storia già stracarichi di simboli...Era proprio l’8 dicembre 1980 quando una guardia giurata che viveva alle Hawaii,Mark David Chapman,si appostò davanti all’entrata del Dakota Building casa Lennon - prima per farsi autografare l’ultimo disco dell’uomo che aveva scritto Imagine, poi per sparargli, circa quattro ore dopo. Erano le 22.50. Chapman sibilò: «Ehi, mister Lennon, sta per entrare nella storia!». Cinque colpi di pistola, uno di questi attraversò l’aorta, a quel signore con gli occhiali che aveva cambiato, insieme ai Beatles, l’immaginario e la musica di un secolo. John fece ancora un passo o due e mormorò: «Mi hanno sparato». Trasportato dai due poliziotti sulla loro macchina al Roosevelt Hospital, fu dichiarato morto alle 23.09. Il giornalista Alan Weiss era casualmente sul posto. Racconta: «La radio dell’ospedale comiciò a suonare All My Loving. Quando la canzone terminò si sentì qualcuno gridare: era Yoko Ono». John già non c’era più.
Che strano anno, era il 1980.Era tornato ad essere un anno in bianconero,dopo almeno due decadi a colori, l’Inghilterra era tinta di scuro, l’America era depressa. Avevano eletto Reagan, impazzava la disco music, le utopie si erano sbiadite. Eppure per John fu un anno felice. Era dal 1975 che non scriveva una nota di musica perché aveva deciso di fare il papà a tempo pieno, a parte qualche piccolo nastro registrato in casa. Poi, improvvisamente, qualcosa cambiò. D’improvviso, la voglia di ricominciare. Dopo una vacanza alle Bermude (dove, si narra, lui andò per dar retta ad un oracolo africano e dove, peraltro, sopravvisse ad uno spaventoso uragano), nelle sue vene ricominciò a fluire copiose canzoni piene di malìa beatlesiana, ma senza un grammo di nostalgia:non potresti mai scambiarle per canzoni degli anni sessanta.Roba come Woman,
I’m Losing You e Watching the Wheels, oltre alla già citata Just Like Starting Over: oggi sono dei classici. Insieme ai pezzi che aveva composto Yoko,c’era abbastanza materiale per due album. Il primo fu Double Fantasy, uscito nemmeno tre settimane prima delle morte. Il secondo avrebbe dovuto essere Milk & Honey. Yoko si era messa in contatto con il produttore Jack Douglas,a cui furono fatti ascoltare i demo che si erano iniziati a preparare alle Bermuda. L’idea era di realizzare un album in cui le canzoni di John e Yoko si parlassero l’una all’altra. La casa discografica prescelta per realizzare il disco fu la Geffen, appena fondata: anche quello era un segno di rottura, dopo quasi due decadi passate alla Emi, prima con i Beatles e poi da solista. Tra i musicisti furono reclutati Earl Slick alle chitarre, un’immensa sezione fiati, il batterista Andy Newman e il grande Tony Levin al basso, il virtuoso poi entrato nella storia nella penultima incarnazione dei King Crimson e come fedelissimo bassista di Peter Gabriel. «John venne da me il primo giorno e disse: non ti conosco, ma mi dicono che sei bravo. Solo, non suonare troppe note. Io gli risposi: non ti preoccupare, hai l’uomo giusto». Quel giorno, l’8 dicembre, John aveva lavorato ad una delle canzoni di Milk & Honey , ossia Walking on Thin Ice. « L’ultima volta che vidi John aveva quel suo incredibile sorriso sulla faccia», racconterà Jack Douglas. «Era elettrizzato, e lo era anche Yoko, perché noi tutti sapevamo di aver fatto un buon lavoro sulla canzone. Lo accompagnai fino all’ascensore e lo salutai augurandogli la buonanotte. Circa 40 minuti dopo la mia ragazza mi raggiunse allo studio, pallidissima. L’hanno appena detto alla radio, disse. Hanno sparato a John». Mark David Chapman, il pazzo, era rimasto sulla scena del crimine. Aveva tirato fuori la copia del Giovane Holden che teneva con sé e si era messo a leggere. Non c’era bisogno di agitarsi. La storia si era già spezzata in due.
Una data fondamentale nella sua vita è stato il 1969, quando in occasione della registrazione di un album dal vivo, “Live Peace in Toronto“, con una band appositamente creata, che in quell’occasione annoverava musicisti come Eric Clapton, Klaus Voormann e Alan White), incontra Yoko Ono, con la quale inizia una relazione.In seguito ai crescenti contrasti nella band per la presenza di Yoko Ono e per il suo eccessivo uso di eroina, John Lennon decide di terminare la carriera con il quartetto di Liverpool nel 1970.
“John Lennon/Plastic Ono Band” è il primo album solista dopo la scissione dai Beatles e contiene, tra le altre, le canzoni “Mother“, dedicata alla madre,
e “Working Class Hero“, un brano autobiografico e politicamente impegnato sulle origini proletarie e sull’infanzia difficile.
Nel marzo 1972, la Plastic Ono Band si esibì dal vivo a New York, con Frank Zappa e i Mothers of Invention. Il concerto trovò posto sul successivo album solista di Lennon, “Some Time in New York City’” del 1972, che ha un’impostazione politica. Questa ossessione verso i fatti politici del tempo e soprattutto contro la guerra in Vietnam lo porta a studiare il Bed-in di protesta pacifica insieme alla moglie: Lennon e Yoko Ono si rinchiusero durante la loro luna di miele nella camera numero 1902 (oggi 702) dell’Hilton Hotel di Amsterdam: in favore del pacifismo e contro la guerra del Vietnam, rimasero a letto un’intera settimana, dal 25 al 31 marzo 1969, facendosi riprendere da numerosi fotografi. I giornalisti si accalcarono per riuscire ad entrare nella camera, credendo che la coppia avrebbe fatto l’amore in pubblico, ma si trovarono invece di fronte ai due che, in pigiama, rilasciavano interviste e dichiarazioni sulla pace nel mondo e contro le spese militari. Un altro Bed-in è stato riproposto dal 26 maggio al 2 giugno dello stesso anno, nella camera 1742 dell’Hotel Fairmont La Reine Elizabeth. Proprio durante questo bed-in, nella suite dell’hotel canadese il 1º giugno 1969 sotto la direzione di André Perry fu effettuata la registrazione di “Give Peace a Chance“, uno dei primi singoli targati Plastic Ono Band e ancor oggi inno del movimento pacifista internazionale.
Queste nette posizioni pacifiste ed estremiste a favore di personaggi della sinistra radicale nel 1972 il Governo Nixon e l’FBI iniziarono una massiccia campagna di discredito nei confronti di John Lennon arrivando addirittura a negare il permesso di soggiorno in U.S.A. sia a lui che a Yoko Ono fino al 1975. Questi rapporti con gli U.S.A erano tanto tesi che addirittura a proposito della sua morte si parlò di un complotto ordito dalla Cia.Nel 1980, dopo essersi allontanato dalle scene nel 1975, Lennon si recò negli studi di New York per registrare il nuovo album, “Double Fantasy“, che venne pubblicato nel novembre di quello stesso anno; per arrivare a quella sera dell’8 Dicembre 1980...
Su una cosa, però, aveva avuto ragione, Mark David Chapman: John Lennon sarebbe entrato davvero nella storia, perchè 30 anni dopo, l’8 dicembre 2010, il cantante viene ancora ricordato con affetto dai fan e dai suoi estimatori che non accennano a diminuire. Nel frattempo,nonostante sei richieste di libertà vigilata, Chapman è ancora rinchiuso in carcere
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