20 ott 2010

Un posto nel mondo ....Fabio Volo


Sono contento di aver imparato a non appoggiare lo sguardo sempre nello stesso modo e con gli stessi occhi. Mi è venuta in mente la sensazione che ho provato la sera che sono tornato in piazza dopo tanto tempo: C’erano un sacco di belle ragazze, vestite benissimo. Erano di una bellezza ordinaria, senza alcuna spezia o sapore originale. Erano diverse, ma si assomigliavano un po’ tutte. Anche i ragazzi, tutti avevano il bicchiere in mano, come quando li avevo lasciati. I miei amici di sempre.
Quella sera li osservavo senza dire niente, ma non ero così umile e delicato come volevo far credere; anzi, dentro di me sentivo una voce che giudicava. Dio non ha mai fatto due persone uguali. Ma balzava all’occhio quanto impegno alcuni ci mettessero nel voler essere uguali. Non erano quadri, ma stampe, poster. Quanta disperazione dietro quei gesti, quanta solitudine nascosta fra quelle risate. Non era del tutto sbagliato quel mio pensiero che mi faceva vedere dei miei amici come persone senza consistenza. A molti di loro voglio veramente bene. Ma non riuscivo più a considerarli come prima. Tutto mi sembrava più chiaro, vedevo i meccanismi, riconoscevo le equazioni e i codici d’accesso. E se la verità era quella che io percepivo? Tutto mi sembrava fermo, immobile, anche se in apparenza era in movimento. Come quando in stazione sei seduto su un treno fermo e a un certo punto il treno si muove. E dopo qualche secondo scopri che era il treno di fronte a te che stava partendo. E ti accorgi di essere sempre stato immobile, inchiodato alla stazione.
Capitava ,però, che quando parlavamo da soli fossero diversi. Iniziavano a confidarti di essere annoiati da quella vita sempre uguale, ma che non sapevano trovare un’alternativa valida. Non sapevano che cosa fare.
Insomma, non sembrava fossi stato via così tanto tempo da quella piazza. Non mi ero perso niente.

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