11 giu 2012

E ora imparate!! (11 Giugno 1944)

“E ora imparate”
Ma cosa abbiamo imparato davvero? 
Una scritta che suona come un monito e che andrà oltre il tempo se solo saremo in grado di interpretarla e di applicarla. 
Il cippo di Poggio alla Malva non è soltanto nuda pietra, ma ha una voce che racconta fatti di una notte di diversi anni fa. La notte tra il 10 e l’11 giugno quando la Squadra di Azione Partigiana (SAP), comandata da Bogardo Buricchi organizzò il sabotaggio agli otto vagoni carichi di esplosivo presso la stazione di Carmignano e diretti probabilmente verso Pisa o Livorno, oppure verso Prato per la distruzione dei macchinari delle industrie tessili.L’esplosivo proveniva dalla fabbrica “Nobel” o “Nobile” come veniva chiamata, in cui la produzione di dinamite era stata riconvertita a scopi bellici dai Tedeschi che tentavano di fermare l’avanzata degli Alleati nel paese, usufruendo della posizione strategica della fabbrica, che si trovava alla confluenza tra Arno e Ombrone e protetta da una vegetazione impenetrabile, che funzionava da scudo contro qualsiasi attacco aereo. Nonostante la SAP avesse già organizzato altri sabotaggi e per quanto alcuni dei partigiani avessero lavorato tra l’altro alla Nobel, qualcosa quella notte andò storto. 
L’11 giugno 1944 non è stata solo una testimonianza di Resistenza a Carmignano. Dovrebbe essere prima di tutto un insegnamento di vita.
Se ci pensiamo bene però non è mai stata posta la parola “fine” a quella guerra, perché chi bistratta la Resistenza o nega l’esistenza dei campi di concentramento, luoghi tangibili che parlano da soli senza bisogno del racconto dei pochi sopravvissuti, non solo nega la verità storica, ma offende la memoria di tutte quelle donne e di tutti quegli uomini, di cui non si parla- purtroppo-nei libri di storia, ma che hanno sacrificato la loro vita per un ideale su cui oggi viene fatta molta ironia.La libertà ai tempi del Fascismo e del Nazismo era un bene più prezioso del pane e dell’acqua e a più di sessanta anni di distanza cosa ci permettiamo di fare noi? Ci permettiamo ad esempio di limitare la libertà di espressione creando sistemi di informazione a senso unico, dimenticandoci che sessanta anni fa chi voleva parlare e dissentire, doveva farlo clandestinamente.
E ci permettiamo di disonorare il diritto di voto, che ai tempi non era né libero, né segreto, perché la linea da seguire era una sola ed era stata preclusa ogni possibilità di scelta Facendo così prendiamo a calci la Costituzione, riducendola a carta straccia e ci prendiamo gioco di un patrimonio che ci è stato consegnato da molti, che sono stati anche protagonisti della Resistenza, non importa di quale colore politico, dal momento che la Libertà non è né di destra, né di sinistra, ma di tutti.
Bogardo e Alighiero Buricchi, Ariodante Naldi e Bruno Spinelli non erano soltanto partigiani, erano prima di tutto uomini, che si sono battuti contro l’occupazione nazifascista e non dei ribelli che hanno compiuto un atto di rivolta, mettendo in pericolo l’intera popolazione. Erano spiriti liberi, ai quali neppure la morte è riuscita a mettere le catene, “ragazzi” che hanno portato alto il vessillo di valori nobili e che noi abbiamo il compito di custodire, tenendo stretto il filo rosso della memoria.“ Credo che il lavoro che è stato svolto nel corso degli anni passati e l'impegno che l'Amministrazione Comunale di Carmignano sta continuando a concentrare nella realizzazione di iniziative a sostegno della memoria di questi eventi siano fondamentali. Ma una menzione particolare va a tutte quelle associazioni che nel corso degli anni sono andate aumentando: mi riferisco in primo luogo al Comitato “11 giugno”, agli amici del Circolo Naldi di Poggio alla Malva, all'Associazione "Frammenti di memoria" di Comeana e allo stesso Circolo 11 giugno di Carmignano, che hanno contribuito in maniera decisiva non solo ad aumentare il "cartellone" della ricorrenza ma anche a coinvolgere tante persone e tanti giovani per far conoscere quegli eventi così significativi per il territorio carmignanese”.
È ora di dire basta alla guerra. Basta alle stragi. Non abbiamo più bisogno di eroi a ricordarci di quanto la libertà sia incommensurabile.Dobbiamo solo imparare. Imparare a rispettare questo mondo che ci è stato consegnato migliore di come lo avevano trovato coloro che ci hanno preceduto. Imparare e prenderci cura di ciò che non abbiamo ricevuto in eredità, ma che abbiamo preso a prestito dai nostri figli. 
Da "Paese Sera"
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