Oggi voglio ricordare una donna,una donna coraggiosa,che due o più generazioni fa,in Montgomery, Alabama,ha svegliato le genti,ovunque in America, dal loro complice torpore si chiama Rosa Lee Parks,uno dei simboli della lotta nera contro l’apartheid e la segregazione negli Stati Uniti, è morta il 24 ottobre 2005 all’età di 92 anni.Il primo dicembre 1955 avviò a Montgomery in Alabama la protesta contro il segregazionismo sugli autobus, rifiutandosi di cedere il posto a un bianco.Ne seguì un boicottaggio dei trasporti pubblici da parte della comunità nera, fra i cui c’era un allora giovanissimo Martin Luther King
Penso che le grandi rivoluzioni hanno sempre un cuore piccolo, piccolo perché a grandezza di uomo o meglio in questo caso, di donna.Si tratta di quei cambiamenti di portata storica che hanno reso migliore il mondo e che hanno fatto grandi gli uomini che lo abitano.Bob Marley incitava ad alzarsi dritti in piedi per i propri diritti 'Get up, stand up, stand up for your rights!”. Rosa Lee Parks fece esattamente l’opposto: rimase seduta per ribellarsi al potere tirannico dei bianchi. Dal suo racconto spiega che quel 1° dicembre 1955 Rosa era stanca,quando salì sull’autobus diretto al centro di Montgomery.Stanca per un’altra dura giornata di lavoro in un grande magazzino,stanca dell’Alabama e di quel sole del Sud che splendeva sempre e solo per i bianchi. Stanca di seguire i cartelli 'Colored people” quando doveva fare la fila, stanca di pagare il biglietto alla porta anteriore e poi salire da quella posteriore.Stanca anche di sperare che sul bus non salissero abbastanza bianchi da occupare tutti i posti,anche gli ultimi, le poche file riservati ai negri. E quando si mise a sedere non poteva sapere che quello non era solo un sedile libero:era il posto di Rosa Louise Parks,sartina nera dell’Alabama, nella storia degli Stati Uniti d’America. Un 'No” che cambiò la Storia! Il bus si riempì di bianchi e l’autista disse ai neri di lasciare i posti liberi. Tre uomini si alzarono, lei, la sola donna, rimase seduta. Non alzò la voce, non urlò i suoi diritti, non minacciò nessuno. Disse solo di no, e rimase seduta. L’autista scese e tornò in un battibaleno, con lui c’erano due poliziotti. Afferrarono Rosa, la fecero alzare e la arrestarono..Quel giorno, per gli storici, è la data di nascita del Movimento per i diritti civili americano.
Non che Rosa all’epoca non avesse già le sue idee.Lungi dall’essere l’ingenua operaia che all’improvviso si trasforma in ribelle,come i media dell’epoca la descrissero,era già impegnata attivamente con la National Association for the Advancement of Colored People (NAACP), un’organizzazione creata nel 1909 da un gruppo di bianchi liberal e giovani intellettuali neri. Con loro si batteva per l’abolizione della segregazione razziale sancita negli stati del Sud. Il suo gesto innescò un boicottaggio durato 381 giorni ed è considerato l’atto d’avvio del moderno movimento per i diritti civili che, all’inizio degli Anni Sessanta, sfociò nel varo del Civil Rights Act. Rosa Parks diede così avvio ad una macchina meravigliosa che sarebbe stata di lì a poco guidata da un uomo straordinario di nome Martin Luther King.
La questione giuridica sollevata dal rifiuto della Parks, legata alla costituzionalità e alla liceità o meno della segregazione, condusse ad una sentenza della Corte Suprema che impose l’integrazione nel sistema dei trasporti. La Parks e il marito, oggetto di minacce e di angherie, impossibilitati a trovare lavoro, si trasferirono nel Michigan: lui morì nel 1977; lei, a lungo assistente del deputato Conyers -fu nel suo ufficio dal 1965 al 1988-, divenne presenza d’obbligo a tutte le celebrazioni delle conquiste nere. Detroit che l’aveva adottata le aveva già dedicato in vita una strada e una scuola media. Lei aveva risposto creando il Rosa and Raymond Parks Institute for Self Development, dove i giovani della città imparano a divenire leader e a difendere i diritti civili e umani. 'Quando gli architetti della repubblica scrissero le sublimi parole della Costituzione e la Dichiarazione d’Indipendenza, firmarono un 'pagherò” del quale ogni americano sarebbe diventato erede. Questo 'pagherò” permetteva che tutti gli uomini, sì, i negri tanto quanto i bianchi, avrebbero goduto dei principi inalienabili della vita, della libertà e del perseguimento della felicità”. Queste sono le splendide parole di chi 'ha un Sogno” e che sono state scatenate da un’umile e semplice donna di nome Rosa Parks che riuscì a mantenere il proprio posto su di un autobus grazie ad un sogno, il suo: quello di uguaglianza e libertà.
Il maltrattamento che subivamo non era giusto e io era stanca di questo. Continuavo a pensare a mia madre e ai miei nonni e a quanto fossero stati forti. Sapevo che c’era la possibilità di essere maltrattata ma mi fu data l’opportunità di fare quello che pretendevo dagli altri”
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