Oggi voglio parlare di un film,una stupenda pellicola del 1989 "IL MIO PIEDE SINISTRO" ho avuto modo di rivederlo qualche tempo fa veramente emozionante....E' l'incredibile storia di Christy Brown,un irlandese che alla nascita,è vittima di una paralisi che gli impedisce di muoversi e parlare: i medici al riguardo esternano pessimistiche previsioni sulla possibilità di sopravvivenza di Christy che, malgrado questo handicap,viene ben accettato da tutta la numerosa ma povera famiglia,composta dal padre muratore,dalla madre casalinga e da dodici fratelli.Con il trascorrere degli anni Christy sorprende i familiari per i suoi tentativi di comunicare con il piede sinistro, tramite il quale riesce a scrivere alcune parole e a dipingere..
C'è da considerare anche che “Il mio piede sinistro” è una storia vera anzi è un romanzo autobiografico, scritto proprio da Christy Brown,nato come dicevo con un handicap fisico quasi totale,ma ugualmente capace prima di dipingere,proprio attraverso l’arto citato nel titolo,poi di parlare,e infine di scrivere.E’ stato nel 1989 che il regista Jim Sheridan ne ha ricavato questo fortunato adattamento cinematografico,vincitore di due premi Oscar (miglior attore, Daniel Day-Lewis, e miglior attrice non protagonista, Brenda Fricker) e nominato in altre tre importanti categorie (film, regia e sceneggiatura).
Un’opera estremamente toccante, mai ricattatoria nei confronti dello spettatore, né tantomeno patetica, un pericolo sempre in vista davanti a questi argomenti. Il film difatti mette in scena con grande sobrietà l’esistenza di Christy, mostrandone sia le grandi sfortune, dovute al suo grave handicap, sia però le sue altrettanto grandi fortune, come l’aver avuto intorno una famiglia invidiabile per amorevolezza, guidata da una figura materna dotata di una eccezionale umanità. Di momenti strappalacrime durante la visione ce ne sono più di uno (la costruzione della stanza privata di Christy, o la scena della sua prima retribuzione), ma nessuno ha il gusto dell’artificioso, colpendo direttamente al cuore.
Sheridan è bravo a centellinare questo carico emozionale, accompagnandolo sapientemente sia con un pizzico di humor che con alcuni spunti di riflessione. Nel racconto di Christy c’è difatti spazio anche per parlare delle difficoltà derivanti dall’assenza di autonomia (guardare il piccolo Christy, costretto a rimanere dove viene posto di volta in volta), dell’impellente bisogno di ogni uomo di comunicare con chi gli sta attorno, dando così in qualche modo sfogo ai propri sentimenti, ed infine del brutto pregiudizio che mette i portatori di handicap in una condizione di inferiorità rispetto a chi li circonda.Buona parte della riuscita del film va attribuita però agli interpreti: Daniel Day-Lewis dà una prova di attore maiuscola, frutto di una accurata preparazione (ha imparato a comportarsi come un cerebroleso), ma bravissima è anche la Fricker, che dà vita ad una donna difficile da non amare. “Il mio piede sinistro” è una pellicola che riesce sicuramente ad emozionare,ed il messaggio edificante di cui si fa portatrice, ovvero come ogni ostacolo possa essere superato, ne è un ulteriore pregio.
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