14 ott 2010

Train de Vie(il treno della vita)

Oggi vorrei parlarare di bellissimo film Train de Vie(il treno della vita) ....
Sono stati girati molti film sull'Olocausto,sulla guerra,sulle discriminazioni contro gli ebrei e la maggior parte dei registi ha cercato "giustamente" di ricostruire realisticamente la durezza della prigionia,l'assurdità delle persecuzioni,la crudeltà ottusa del nazismo.Qualcuno però ha scelto una strada alternativa: raccontare l'incubo con un linguaggio diverso,quasi da favola,facendo arrivare il messaggio voluto anche attraverso il sorriso...E' la scelta più difficile,si corre il rischio di sminuire una tragedia,di sfiorare la burletta,ma è una strada percorribile.L'ha dimostrato Roberto Benigni con "La vita è bella", c'è riuscito anche il regista Radu Mihaileanu con "Train de vie", una produzione  forse non troppo nota, ma che merita sicuramente di essere vista.


Siamo nei primi anni 40 in un paesino dell'Europa Orientale gli abitanti ebrei sono in fermento.Hanno sentito parlare di famiglie strappate alla loro vita normale,di interi villaggi deportati, di lugubri treni organizzati dalla Gestapo che trasportano prigionieri verso la Germania. L'intero paese decide di ribellarsi a questa evenienza e lo "scemo del villaggio" ha un'idea veramente singolare. Fuggire in massa vorrebbe dire essere presto individuati e fermati, la strategia vincente potrebbe essere invece quella di organizzare un finto treno di prigionieri.Alcuni degli abitanti dovranno far credere di essere nazisti con tanto di divisa,gli altri fingeranno di essere ebrei deportati,ma in realtà il treno servirà a portare tutta la comunità al sicuro in Palestina,passando attraverso la Russia.Certo trovare un treno non è cosa da poco,ci vorrà un macchinista,bisognerà riuscire a viaggiare pur non essendo previsti in nessun orario e senza essere attesi in nessuna stazione.E poi chi riuscirà a interpretare la parte del soldato tedesco? Occorre un aspetto fisico adeguato,un atteggiamento credibile, un accento impeccabile. Insomma, l'impresa sembra quasi impossibile, ma la voglia di vivere e la fantasia permettono di realizzare qualunque obiettivo. Giovani e anziani mettono insieme un treno vecchio e scassato, si improvvisa macchinista un impiegato delle ferrovie che non ha mai guidato una locomotiva, ma che cerca di arrangiarsi con un manuale.I più intraprendenti realizzano con le loro mani alcune divise da ufficiale tedesco, qualcuno prova ad indossarle e a recitare la parte.L'improbabile convoglio parte con il suo carico di uomini e donne in cerca di salvezza. Ovviamente durante il viaggio si susseguono le avventure più strane e anche le più buffe. Il racconto in questa fase scorre leggero e fa anche sorridere, ma lo sterminio non è una favola e il finale amarissimo riporta bruscamente lo spettatore alla realtà

 Sarà così che si ritrovertanno in una grande festa finale tra due culture lontane,ma unite da un unico destino di emarginazione e di morte...c'è da dire nonostante la mancanza della parte tragica del momento storico,aleggia per l'intero film una soffusa e struggente malinconia,che affiora dagli stessi personaggi.Dalla tenerezza con cui il rabbino, paziente mediatore,segue la sua gente, premuroso come un padre di famiglia, ma talvolta insofferente con il suo Dio, dalla paura e dal peso della responsabilità con cui il saggio è costretto,suo malgrado, ad assumere il ruolo di capo-nazista,fino ad identificarvisi; dall'entusiasmo puerile e utopistico del simpatico ebreo marxista,bonariamente sovversivo.Infine,su tutto, emozionano i gesti, lo sguardo, le parole del matto Schlomo,che evoca il dramma imminente con poetica levità. A lui il regista affida l'osservazione più arguta: "Vi preoccupate se Dio esiste, vi siete mai chiesti se l'uomo esiste? L'uomo ha creato Dio solo per inventare se stesso, per non essere dimenticato".

Probabilmente questo ben dosato contrasto tra sorriso e amarezza ci rimane dentro più di un realistico documentario, forse perchè la vita è proprio così. Anche nei momenti più neri può insinuarsi una nota lieta....Insomma creo proprio che dopo aver visto questo film  non si può dimenticare facilmente il trenino mezzo guasto che viaggia verso la libertà,non si dimentica  neppure la scena finale,quando uno dei protagonisti racconta l'epilogo del viaggio: l'unico possibile!!!!

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