L'inviadia per i fotografi m'era cominciata in Vietanam quando si tornava dal fronte e quelli,avendo già finito il loro lavoro andavano dritti al bar,mentre a me toccava ancora mettermi ancora con angoscia davanti al foglio bianco,allora infilato in una Olivetti lettera 22,a cercare di descrivere con mille parole il bombardamento o il massacro del giorno che loro,"i fotografi bravi almeno" avevano già raccontato in una sola immagine. Quella di cogliere il nocciolo di una storia con un clic è arte che mi ha sempre attirato.Per questo forse,da allora sono sempre andato in giro con una vecchia Leica al collo quasi a rassicurarmi che,se mi fossero mancate le parole,una traccia di ricordo mi sarebbe rimasta nella pellicola(TIZIANO TERZANI)
Le foto e i testi sono stati selezionati dal figlio Fosco dopo la sua scomparsa è gli va dato merito di essere riuscito (perfettamente)in questo lavoro,ha ricostruito il lungo viaggio di vita del padre attraverso il tempo,i luoghi e anche le varie ideologie riuscendo anche a farcelo scoprire da una nuova prospettiva...
Dice Folco(dal libro): L’immagine è un’esigenza, diceva, lì dove le parole da sole non bastano. Quelle foto le rinchiudeva poi in grandi casse sperando di riuscire un giorno a riorganizzarle. Sua l’idea di farne un libro, come suoi sono i testi, editi e inediti, che affiancano le fotografie. Vedremo così finalmente luoghi e volti descritti nei suoi libri, l’oriente misterioso: «Ci andai in cerca dell’altro, di tutto quello che non conoscevo, all’inseguimento d’idee, di uomini, di storie di cui avevo solo letto». Rapporti semplici, belli, veri, con persone incontrate per caso oppure con re, guerriglieri o religiosi. Quasi fosse un film, vedremo Terzani addentrarsi in bicicletta nella Cina degli anni Ottanta o andare su un cavallo a trovare il mago-guaritore del Mustang, tra rovine dell’antico e simboli, spesso inquietanti, del moderno
Devo dire che sfogliando le pagine si nota ancora di più quanto sia immerso nel mondo,mai straniero ma partecipe,concittadino,dei luoghi che ha amato,dal sud est asiatico alla Cina,raccontandone le gioie come le tragedie...E' un lungo viaggio nella sua Asia che si rivela nei villaggi e nelle tradizioni,ma mostra anche l'avanzata «dell'etica dei mercanti» e lo strapotere economico,in Giappone,in India,In Vietanam durante il conflitto,nel Tibet,dove si affinano i temi di Terzani,contro la guerra,contro la distruzione della natura e dell'uomo,scatto dopo scatto,si segue il suo percorso che dal dramma della guerra e dai grandi avvenimenti della Storia lo conduce fino al suo rifugio di quiete nell’Himalaya.Una narrazione in fotografie e testi,due linguaggi che qui si fondono dandoci il ritratto di un’Asia appassionatamente vissuta, ma anche un ritratto dei grandi cambiamenti del mondo e insieme i “piccoli passi” che Terzani stesso ha compiuto per allontanarsi dalla sua vita normale e trovare il filo di un’altra. Un libro che fa venir voglia di nuove mete, non solo geografiche.
Aveva capito l'estrema grandezza del mondo. S'è permesso di sembrare matto - afferma Folco - e si chiedeva come i colleghi potessero raccontare sempre le stesse cose, le stesse guerre. Ai giovani diceva: andate a scoprire il mondo arabo, misterioso com'era un tempo l'Asia. Gli sarebbe piaciuto farlo. E il libro, raccontando la sua avventura, dice: vai a fare una vita tua, inventala, è possibile, fallo»Personalmente non posso che consigliarlo!!!!!
“Per un vero fotografo una storia non è un indirizzo a cui recarsi con delle macchine sofisticate e i filtri giusti. Una storia vuol dire leggere, studiare, prepararsi. Fotografare vuol dire cercare nelle cose quel che uno ha capito con la testa. La grande foto è l’immagine di un’idea.
Bisogna capire cosa c’è dietro i fatti per poterli rappresentare. La fotografia – clic! – quella la sanno fare tutti.”
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