13 ott 2010

Il "Nero che avanza....

Leggo da Repubblica:
Dieci giorni di sospensione e di mancata retribuzione a partire da lunedì 18 ottobre. Sarebbe questo, a quanto si apprende, il contenuto della lettera consegnata stamattina a Michele Santoro dall'azienda dopo il richiamo delle direzione generale per la puntata d'apertura di Annozero. Il provvedimento disciplinare potrebbe indirettamente implicare la sospensione di una o due puntate di Annozero. I dieci giorni sarebbero consecutivi e «bloccherebbero» il conduttore fino a mercoledì 27 ottobre. Michele Santoro, dunque, non potrà condurre la puntata di giovedì 21 ottobre. Resta da capire se tornerà in onda il 28 ottobre avendo a disposizione una sola giornata per preparare la puntata di quel giorno. Domani andrà regolarmente in onda.

Il problema non è Santoro o Masi: è il segnale che questa gente vuole mandare ai cittadini/sudditi. Non ti devi permettere di criticare o essere irriverente, perche' o ti appioppo una punizione o ti confeziono un bel dossier che ti sputtana e segna per sempre la vita. Punirne uno per educarne cento.Siamo ormai al tentativo di instaurare una dittatuta facendo fuori quelli scomodi come Santoro: è il capo che comanda e i servi eseguono.
Sospendere una trasmissione che si autofinanzia quasi per intero con gl'introiti pubblicitari, che fa guadagnare all'azienda Rai milioni di euro ogni settimana è un'azione da irresponsabili delinquenti in malafede. E da servi mascherati da dirigenti strapagati da altri. Altro che l'uso criminoso di cui vaneggia il buffone,siamo in Dittatura il nuovo fascismo "il Nero" avanza.....

Poi Santoro "punito" per uso personale della televisione: allora berlusconi e i suoi ascari che punizione dovrebbero avere? direttore Masi, cosa dovrebbero fare con te dopo che sei stato intercettato ed hai rivelato un comportamento indegno? allo schifo non c'è piu' limite, un presidente del consiglio proprietario dell'ottanta per cento dei media italiani e che grazie al suo ruolo politico controlla il restante, tv pubblica PAGATA COI SOLDI DI TUTTI, compresa e che puo' decidere per mezzo dei suoi yes men piazzati in ogni dove cosa deve andare in onda e cosa no? direttore Masi, Santoro ti ha mandato a fare in culo anche a nome mio,di tutti i cittadini, tutti gli abbonati Rai che credono nell'informazione libera e che pensavano di vivere ancora in un paese libero e democratico, non nell'Italia degli anni '40.
Poi Berlusconi può fare le corna, fare cucù al G8, può bestemmiare in diretta. Bossi può dire sconcezze, può offendere i cittadini romani, i meridionali, può insultare la Bandiera, le Istituzioni, Cicchitto può mentire alla grande, si possono creare dossier, documenti falsi, si ed altre sconcezze sul tg1, ma Santoro non può fare il suo programma, non può ribellarsi alla censura, ma soprattutto, non può dar voce al dissenso!!!!


Da  Masi...a l'uomo "Nero" di Marassi... ...il teppista mascherato,capo indiscusso degli ultrà che ieri
anno messo a ferro e fuoco lo stadio  impedendo lo svolgimento della partita....Repubblica
L’immagine dello sprofondo del calcio è quell’uomo con un cappuccio nero in testa, una maglia nera con simboli nazionalisti e un teschio funereo che era tutto un programma, le braccia tatuate fino all’ultimo centimetro con i simboli del suo credo violento. E’ stato lui, a cavalcioni della vetrata che divideva la recinzione dei tifosi serbi, il braccio teso in un evidente delirio nazionalista e nazista insieme, i fumogeni in mano a simboleggiare la minaccia nei confronti dell’intero stadio Ferraris, a vincere la più assurda e la più allucinante delle partite

L’incappucciato, spallegiato da altri due ultras,ha comandato dall’alto la sommossa serba e l’unica buona notizia è che non l’abbia fatta franca, che a tarda notte i poliziotti che aveva tenuto in scacco lo abbiano preso, tirato fuori dal nascondiglio ricavato nel bagagliaio di un pullmann, e schiaffato in una cella. Si chiama Ivan Bogdanov, nome che non ci dirà molto,ma controlliamo che resti in carcere per molto tempo.A capo di circa 1500 scatenatissimi ultras serbi l’uomo nero è riuscito a non far giocare questa partita ...Non si è giocato perché gli ultras ospiti hanno seminato il caos per tutto il giorno a Genova, hanno aggredito gli stessi giocatori della loro nazionale insultando e picchiando il loro stesso portiere che si è rifiutato di giocare, hanno letteralmente bombardato lo stadio di fumogeni e petardi. Rendendo molto rischioso il match. Inevitabile la sospensione, con tutto quello che seguirà. Ancora più drammatiche le scene della guerriglia notturna davanti allo stadio: gli ultras servi avevano coltelli, spranghe e sacche di bombe carta. Un arsenale portato addirittura in trasferta: allucinante.

L’Italia avrà un 3-0 a tavolino e la Serbia pagherà cara la conseguenza di portare in giro per l’Europa una ciurma di tifosi violenti, dalla faccia feroce, cattivi, tutti in preda a un delirio nazional-cacistico-politico. Ma non sarà questo a risolvere il problema, lo stadio è ormai il centro di tutte le inciviltà del nostro tempo. Ed è un posto sempre più rischioso, pericoloso, cui avvicinarsi.
Non siamo, come italiani, e come organizzatori, unicamente vittime di ciò che è avvenuto. Il calcio in Italia è una contraddizione continua. I controlli agli ingressi sono assidui e asfissianti per i tifosi civili, tranquilli, non per i delinquenti. A Marassi c’erano invitati anche un migliaio di bambini delle scuole calcio: invece di una partita di pallone hanno assistito a un sabba, un rito satanico, assurdo, barbaro, inconcepibile e violento. Certamente non avranno capito perché, e il dramma è che neanche noi – dopo anni di immersione in questa follia – riusciamo a capire e ci facciamo sempre la stessa domanda: perché? Per entrare allo stadio di Marassi quei bambini hanno dovuto rinunciare a bottigliette e piccole confezioni di tè avute in regalo. In compenso dentro lo stadio sono entrate bombe carta, fumogeni, petardi, razzi e perfino coltelli e tronchesi con cui gli ultras serbi hanno tagliato le recinzioni e le reti per poter effettuare i loro perversi lanci balistici ...


 Quei 1500 alcuni dei loro avevano addirittura assalito il pullmann dell Serbia, aggredendo il portiere Stojkovic e costringendolo a dare forfait – non sarebbero mai dovuti arrivare alle stadio. Si è sbagliato nella prevenzione, non si sono colti i segnali di rischio e pericolo che arrivavano da Belgrado (la sconfitta in casa con l’Estonia dopo la quale erano già avvenute intemperanze ultras, le aggressioni al Gay Pride a simboleggiare un pauroso clima di tensione generale cui quegli stessi personaggi hanno partecipato), non è stato fatto il necessario filtro agli ingressi. Quelle bestie non dovevano proprio arrivare allo stadio. A che servono i controlli e tutte queste leggi antiviolenza se servono solo a far fuggire dagli stadi le persone normali?

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