1 giu 2010

Apocalypse Now

Superbo, ipnotico e sconvolgente. Non ci sono parole per descrivere questo capolavoro del cinema. Un viaggio all'inferno, dove i luoghi di guerra diventano regni apocalittici di terrore e di meraviglia, desolanti acquitrini della psiche intrappolata, o arcani universi al di fuori del tempo. Il campo di battaglia diviene luogo preisterico, dove i metalli, le pallottole e il roteare delle pale degli elicotteri si fondono in un tutt'uno, come la mente, in un ritorno a quell'istinto selvaggio che conosce solo le leggi di natura. Da un tale universo, non si può più tornare in vita, non esiste più una casa, non esiste più un passato o un futuro.E' un Capolavoro,guardate il video di marlon brando che ci regala un monologo da brivido.Da vedere

1 commento:

  1. lettura della poesia Gli uomini vuoti" di Thomas Stearns Eliot da parte del colonnello W. Kurtz tratto da "Apocalypse Now (Versione originale)"Testo:
    Siamo gli uomini vuoti
    Siamo gli uomini impagliati
    Che appoggiano l'un l'altro
    La testa piena di paglia. Ahimè!.....
    Le nostre voci secche, quando noi
    Insieme mormoriamo
    Sono quiete e senza senso
    Come vento nell'erba rinsecchita
    O come zampe di topo sopra vetri infranti
    Nella nostra arida cantina
    Figura senza forma, ombra senza colore,
    Forza paralizzata, gesto privo di moto;
    Coloro che han traghettato
    Con occhi diritti, all'altro regno della morte
    Ci ricordano - se pure lo fanno - non come anime
    Perdute e violente, ma solo
    Come gli uomini vuoti Gli uomini impagliati..
    Occhi che in sogno non oso incontrare
    Nel regno di sogno della morte
    Questi occhi non appaiono:
    Laggiù gli occhi sono
    Luce di sole su una colonna infranta
    Laggiù un albero ondeggia
    E voci vi sono
    Nel cantare del vento
    Più distanti e più solenni
    Di una stella che si spegne.
    Non lasciate che sia più vicino
    Nel regno di sogno della morte
    Lasciate anche che porti
    Travestimenti così deliberati
    Pelliccia di topo, pelliccia di cornacchia, doghe incrociate
    In un campo
    Comportandomi come si comporta il vento
    Non più vicino -
    Non quel finale incontro
    Nel regno del crepuscolo
    Questa è la terra morta
    Questa è la terra dei cactus
    Qui le immagini di pietra
    Sorgono, e qui ricevono
    La supplica della mano di un morto
    Sotto lo scintillio di una stella che si va spegnendo.
    E' proprio così
    Nell'altro regno della morte
    Svegliandoci soli
    Nell'ora in cui tremiamo
    Di tenerezza
    Le labbra che vorrebbero baciare
    Innalzano preghiere a quella pietra infranta.
    glii occhi non sono qui
    Qui non vi sono occhi
    In questa valle di stelle morenti
    In questa valle vuota
    Questa mascella spezzata dei nostri regni perduti
    In quest'ultimo dei luoghi d'incontro
    Noi brancoliamo insieme
    Evitiamo di parlare
    Ammassati su questa riva del tumido fiume
    Privati della vista, a meno che
    Gli occhi non ricompaiano
    Come la stella perpetua
    Rosa di molte foglie
    Del regno di tramonto della morte
    La speranza soltanto Degli uomini vuoti.
    i noi giriamo attorno al fico d'India
    Fico d'India fico d'India
    Qui noi giriamo attorno al fico d'India
    Alle cinque del mattino.
    Fra l'idea
    E la realtà
    Fra il movimento
    E l'atto
    Cade l'Ombra
    Perché Tuo è il Regno
    Fra la concezione
    E la creazione
    Fra l'emozione
    E la responsione Cade l'Ombra
    La vita è molto lunga
    Fra il desiderio
    E lo spasmo
    Fra la potenza
    E l'esistenza
    Fra l'essenza
    E la discendenza
    Cade l'Ombra
    Perché Tuo è il Regno
    Perché Tuo è
    La vita è
    Perché Tuo è il
    E' questo il modo in cui finisce il mondo
    E' questo il modo in cui finisce il mondo
    E' questo il modo in cui finisce il mondo
    Non già con uno schianto ma con un lamento.

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