26 mag 2010

Dolcenera De Andrè



Questo del protagonista di Dolcenera è un curioso tipo di solitudine.È la solitudine dell'innamorato,soprattutto se non corrisposto.Gli piglia una sorta di sogno paranoico,per cui cancella qualsiasi cosa possa frapporsi fra se stesso e l'oggetto del desiderio.È una storia parallela: da una parte c'è l'alluvione che ha sommerso Genova,dall'altra c'è questo matto innamorato che aspetta una donna. Ed è talmente avventato in questo suo sogno che ne rimuove addirittura l'assenza,perché lei,in effetti,non arriva.Lui è convinto di farci l'amore,ma lei è con l'acqua alla gola. Questo tipo di sogno, purtroppo, è molto simile a quello del tiranno, che cerca di rimuovere ogni ostacolo che si oppone all'esercizio del proprio potere assoluto.Può anche esistere uno stato di isolamento, di autoemarginazione involontariamente vissuti o volontariamente desiderati a seconda della lettura che si vuol fare di Dolcenera: in ognuno dei due casi l'innamorato e il tiranno (quando Dolcenera voglia essere intesa come metafora del potere) escludono ogni cosa che non si accordi alla loro passione, vivono in un sogno paranoico che elimina l'"altro", lo fanno apparire o scomparire secondo i misteriosi percorsi della propria follia, chiunque o qualunque cosa sia (la moglie di Anselmo o l'alluvione di Genova).Quando l'"altro" è considerato come possibile ostacolo al conseguimento del proprio fine, viene rimosso.
Perfino il "tumulto del cielo" o lo straripare di un torrente "sbagliano momento", e l'amore, che non può arrivare all'appuntamento perché coinvolto nello spettacolo dei vivi che si aiutano nella difficoltà del momento, viene vissuto come presenza reale, rimuovendone l'assenza. La solitudine o meglio l'autoemarginazione del protagonista di Dolcenera è in apparenza la più difficile da sostenere come sinonimo di libertà, eppure è opinione,non solo di chi scrive,che l'apice della libertà stessa sia raggiungibile proprio attraverso la follia e ciò al di là di ogni valutazione di natura etica.

1 commento:

  1. testo:Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
    amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
    amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
    amiala ch'â l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê

    Guardala che arriva guarda com'è com'è
    guardala come arriva guarda che è lei che è lei
    guardala come arriva guarda guarda com'è
    guardala che arriva che è lei che è lei

    nera che porta via che porta via la via
    nera che non si vedeva da una vita intera così dolcenera nera
    nera che picchia forte che butta giù le porte

    nu l'è l'aegua ch'à fá baggiá
    imbaggiâ imbaggiâ

    Non è l'acqua che fa sbadigliare
    (ma) chiudere porte e finestre chiudere porte e finestre

    nera di malasorte che ammazza e passa oltre
    nera come la sfortuna che si fa la tana dove non c'è luna luna
    nera di falde amare che passano le bare

    âtru da stramûâ
    â nu n'á â nu n'á

    Altro da traslocare
    non ne ha non ne ha

    ma la moglie di Anselmo non lo deve sapere
    ché è venuta per me
    è arrivata da un'ora
    e l'amore ha l'amore come solo argomento

    e il tumulto del cielo ha sbagliato momento
    acqua che non si aspetta altro che benedetta
    acqua che porta male sale dalle scale sale senza sale sale
    acqua che spacca il monte che affonda terra e ponte

    nu l'è l'aaegua de 'na rammâ
    'n calabà 'n calabà

    Non è l'acqua di un colpo di pioggia
    (ma) un gran casino un gran casino

    ma la moglie di Anselmo sta sognando del mare
    quando ingorga gli anfratti si ritira e risale
    e il lenzuolo si gonfia sul cavo dell'onda
    e la lotta si fa scivolosa e profonda

    amiala cum'â l'aria amìa cum'â l'è cum'â l'è
    amiala cum'â l'aria amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê

    Guardala come arriva guarda com'è com'è
    guardala come arriva guarda che è lei che è lei

    acqua di spilli fitti dal cielo e dai soffitti
    acqua per fotografie per cercare i complici da maledire
    acqua che stringe i fianchi tonnara di passanti

    âtru da camallâ
    â nu n'à â nu n'à

    Altro da mettersi in spalla
    non ne ha non ne ha

    oltre il muro dei vetri si risveglia la vita
    che si prende per mano
    a battaglia finita
    come fa questo amore che dall'ansia di perdersi

    ha avuto in un giorno la certezza di aversi
    acqua che ha fatto sera che adesso si ritira
    bassa sfila tra la gente come un innocente che non c'entra niente
    fredda come un dolore Dolcenera senza cuore

    atru de rebellâ
    â nu n'à â nu n'à

    Altro da trascinare
    non ne ha non ne ha

    e la moglie di Anselmo sente l'acqua che scende
    dai vestiti incollati da ogni gelo di pelle
    nel suo tram scollegato da ogni distanza
    nel bel mezzo del tempo che adesso le avanza

    così fu quell'amore dal mancato finale
    così splendido e vero da potervi ingannare

    Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
    amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
    amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
    amiala ch'â l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê

    Guardala che arriva guarda com'è com'è
    guardala come arriva guarda che è lei che è lei
    guardala come arriva guarda guarda com'è
    guardala che arriva che è lei che è lei

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