Per te che non mi ascolti e non mi vedi
ho messo da parte la mia vuota normalità
fatta di giorni monotoni e senza storia
Per te, quando è l’età dei conti con la vita,
quando di voltarsi indietro l’ora è giunta
ho cancellato i passi del mio cammino
ed ho aperto un libro nuovo da scrivere.
L’ho riempito di sogni e dolci pensieri,
di speranze che come appuntamenti tu
hai mancato lasciandomi solo tra la folla
dei miei dubbi e sulla via dell’incertezza.
Per te che ridi e segui stelle lontane da me
che sono la più vicina al tuo misterioso
pianeta, ho sporcato la mia coscienza
con l’ipocrisia verso colei che di te non sa.
Per te che non sai ascoltare i miei silenzi
ho messo in gioco quel che resta di me.
Dovrei trovare la forza, cancellare la paura
di alzare il tuo volto, affondare negli occhi
tuoi azzurri e ancora illuminati di vita,
chiederti di entrare per sempre o per sempre
restare fuori dal tuo attraente mistero.
Dovrei avere quella forza per non temere
di perdermi in loro ad un tuo no che morte
sarebbe dell’illuso amore in silenzio nutrito.
Dovrei avere la giovanile forza che spinge
gli amori più sofferti a ribellarsi al fato
e dirti che t’ho amato e ancora non smetto
d’amarti odiando la mia povera debolezza
e la meschina quiete nella quale vile mento
al mondo e al cuore che altro sentire nega.
Quello che dovrei dirti lo porto con me
e tu non sai quanto pesante sia l’anima
di chi culla un amore che altro amore cerca.
29 ott 2010
Quello che dovevo dirti (Claudio Pompi)
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