19 ott 2010

Da Antigua all'Aquila....

Antigua e l'Aquila sono divise da 6000 km ..Tanti,tantissimi,però hanno più di una cosa che li accumuna ...E bene sì!!! Sembra quasi una burla ma in questo covo di pirati di ieri e certo anche di oggi, (guarda caso ora anche di Berlusconi ) il progettista dell'esotico è immenso "Impero turistico" è  lo stesso dei moduli abitativi dell''Aquila!!...Magari qualcuno dice : niente di strano....
Però è bene riflettere...Infatti mentre leggevo il pezzo di una cara amica Anna(che ho inserito sotto)aquilana ho pensato a questo villaggio di villette e villoni,con la sua dimora (Berlusconi)personale naturalmente sul cocuzzolo della collina perché è così che si addice al sovrano e sotto tutte le altre.Naturalmente ci  hanno spiegato che lui non c'entra niente,con il solito e noto giochetto delle società una dentro l'altra come le matrioske russe, o se preferite le scatole cinesi, ma il succo alla fine resta lo stesso, noi affondiamo e lui naviga sempre più nei miliardi come paperon de paperoni... Ricordo quando diceva : «Metterò a disposizione tre delle mie case per gli sfollati dell' Aquila»   e ricordo quando insieme ai suoi ministri,dopo il terremoto era a rassicurare i cittadini che avrebbero nuovamente veduto la loro Aquila maestosa più di prima.Molti giuramenti di fronte alle bare dei morti ....Era nuovamente l'ennesima presa per i fondelli del Nano ...Le notizie piano piano diventavano frammentarie dopo più di un anno ,gli Aquilani popolo dignitoso fiero,aspetta ancora che le promesse diventino realtà....Non so quanti di questi abruzzesi abbiano creduto alle promesse del Cavaliere,comunque sia il risveglio dal sogno deve esserci stato e alla svelta,fin da quando si son resi conto che su di loro e sulla loro disgrazia la cricca iniziava a speculare quando ancora la terra tremava e che alle foto ricordo con i potenti della terra(G8 ...costato 500 milioni!!) e poi con vari membri del governo e al gruppo di casette impreziosite dal varo di Berlusconi in persona, non seguiva una ricostruzione organica.E mentre protestavano si sono presi pure le Manganellate...E adesso Antigua...mi chiedo: i soldi per le costruzioni dove sono andati? Forse qui?

NON SI PUO' ASPETTARE da      MISS KAPPA
Tante le cose che vorrei raccontarvi, ma tutte riconducono ad un'unica, cruda, realtà: L'Aquila è ferma. E i problemi, col passare del tempo, si moltiplicano ed ingigantiscono. La qualità della vita è desolante. I cittadini, coraggiosi, son tornati sulla loro terra. Ma manca la città. Viviamo un non luogo dove la civitas ha lasciato il posto agli agglomerati diffusi di realtà ghettizzanti,che già mostrano evidenti segni di deterioramento, al traffico impazzito che si snoda verso il nulla, all'inefficienza dei trasporti pubblici. Alle persone disorientate e stanche che, in massima parte, hanno trovato alloggi di fortuna. Distanti gli uni dagli altri.La vita quotidiana appare una guerra. Persa in partenza. Non esistono luoghi dove incontrarsi. E' impossibile coltivare i rapporti umani. Il centro della città antica è sempre più solo. E interdetto. Piazze e vie ingombre di macerie. E ancora militari, a presidiare. Gli Aquilani sono sfiduciati. Nessuna certezza per noi. Neanche lontana. E i cittadini attivi sono dispersi. Il centro del capoluogo di regione non ha neanche più una tenda per favorire le riunioni della cittadinanza, i confronti di idee, la socializzazione. Il Comune nicchia. Alla vibrata richiesta, risponde che la tenda devono procurarsela i cittadini. Autofinanziandola. Cittadini senza più casa, né vita.



E noi ci siam persi per cercare di fornire soluzioni a chi queste soluzioni non vuole trovarle. E, soprattutto, non vuole trovarle con noi. Ad arrovellarci su leggi e piattaforme propositive. Quando le nostre dovrebbero essere solo rivendicazioni. Che nascono dal constatare i nostri bisogni. Dovremmo esercitare il diritto di rivendicare una vita decente e, soprattutto, chiarezza e trasparenza su ciò che si sta decidendo sulle nostre teste. E il diritto al lavoro, pretendendo misure immediate che rilancino l'attività economica e produttiva al collasso. Il diritto a ricostruire le nostre case. Con fondi certi. Non con la finanza creativa che promette e, nella realtà, non dà.Siamo stanchi dei continui rimpalli di competenze. Pretendiamo un progetto per la nostra città che, dopo diciannove mesi, ancora non c'è. Per darci speranza, anche a lungo termine. Ed una ragione per restare. Siamo stanchi di stare a guardare. E, soprattutto, stanchi di non essere presi in considerazione. Bisogna tornare a pretendere di riaprire la nostra città. Le soluzioni le trovi chi è pagato profumatamente, da noi, per farlo. Ci servono risposte. E concretezza. Non si può più aspettare.
Anna..

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