Cari Compagni, sì, Compagni, perché è un nome bello e antico che non dobbiamo lasciare in disuso; deriva dal latino “cum panis” che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane.Coloro che lo fanno condividono anche l’esistenza con tutto quello che comporta:gioia,lavoro,lotta e anche sofferenze.Ecco,noi della Resistenza siamo Compagni perché abbiamo sì diviso il pane quando si aveva fame ma anche, insieme,vissuto il pane della libertà che è il più difficile da conquistare e mantenere.Oggi che,come diceva Primo Levi,abbiamo una casa calda e il ventre sazio,ci sembra di aver risolto il problema dell’esistere e ci sediamo a sonnecchiare davanti alla televisione.All’erta Compagni!Non è il tempo di riprendere in mano un’arma ma di non disarmare il cervello sì,e l’arma della ragione è più difficile da usare che non la violenza.Meditiamo su quello che è stato e non lasciamoci lusingare da una civiltà che propone per tutti autoveicoli sempre più belli e ragazze sempre più svestite.Altri sono i problemi della nostra società:la pace, certo,ma anche un lavoro per tutti,la libertà di accedere allo studio, una vecchiaia serena;non solo egoisticamente per noi,ma anche per tutti i cittadini.Così nei diritti fondamentali della nostra Costituzione nata dalla Resistenza.Vi giunga il mio saluto,Compagni dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e Resistenza sempre.
20 set 2010
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2 commenti:
E allora su compagni , armiamoci il cervello, preparaiamo la ragione alla lotta , non lasciamo che ci portino via anche la nostra libertà di pensiero !!!
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